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lunedì 24 novembre 2014

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00749 presentato da LOMBARDI Roberta testo di Giovedì 20 novembre 2014, seduta n. 335   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:    secondo quanto segnalato da fonti sindacali, giovedì 6 novembre 2014 si è tenuto presso il dipartimento della pubblica sicurezza l'incontro per la chiusura preannunciata la scorsa primavera di 267 uffici di polizia; ..

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00749
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Giovedì 20 novembre 2014, seduta n. 335
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   secondo quanto segnalato da fonti sindacali, giovedì 6 novembre 2014 si è tenuto presso il dipartimento della pubblica sicurezza l'incontro per la chiusura preannunciata la scorsa primavera di 267 uffici di polizia;
   nelle intenzioni del dipartimento, infatti, le chiusure dovranno avvenire entro i primi mesi del 2015;
   secondo la segnalazione, per quanto riguarda le specialità della polizia di Stato e le unità speciali, le novità annunciate in quella sede sono assolutamente negative: infatti, il tentativo di far passare la manovra per un progetto di rimodulazione finalizzato al miglioramento dei servizi non trova alcun riscontro oggettivo se non quello di segno opposto che palesa una chiara, evidente e netta sforbiciata nello sterile spirito della spending review;
   creare squadre di personale esterno alla specialità, significherà creare una nuova eventuale struttura esterna a quella preposta, ma da essa non coordinata ed indipendente, con duplicazione di competenza per materia: significa, pertanto, spendere di più e non essere efficienti;
   non essendo possibile aumentare ulteriormente la pressione fiscale, si è scelto di tagliare in un servizio essenziale quale quello della sicurezza, ossia una delle esigenze primarie di una comunità; va segnalata la chiusura di ben 67 uffici della polizia ferroviaria (Polfer) trasformati in «punto appoggio», cioè in uffici senza organico, ai quali il personale di scorta potrà appoggiarsi durante la permanenza in stazione in attesa di riprendere il treno per la nuova scorta;
   per il resto del tempo saranno uffici completamente chiusi, dove resterà solo l'insegna «polizia» e la possibilità di suonare ad un citofono al quale risponderà un operatore della centrale operativa a decine chilometri di distanza;
   oltre a smantellare la polizia di Stato, la scure del Governo si abbatterà anche su carabinieri e Guardia di finanza, con tagli alla logistica e al personale;
   nelle segnalazioni sindacali ricevute dagli interpellanti viene fatto qualche esempio circa alcune assurdità del progetto;
   in riferimento alla polizia di frontiera, balza agli occhi la soppressione dell'ufficio di Gioia Tauro (Reggio Calabria) in uno dei porti commerciali più importanti del Mediterraneo ai fini criminali;
   sempre in Calabria, a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), la sezione della polizia ferroviaria è stata declassata a semplice posto Polfer, senza considerare che si tratta di una cittadina in cui passano tutti i treni da e per la Sicilia, i quali vengono imbarcati sulle navi traghetto, che tutte le tifoserie passano da quel centro e che tutte le manifestazioni sociali vengono organizzate strategicamente per bloccare gli spostamenti sullo stretto; ciò, secondo quanto sostenuto dalla segnalazione ricevuta dagli interpellanti, sarebbe testimoniato da tutti i telex predisposti in quelle occasioni e le relative statistiche predisposte periodicamente per le innumerevoli riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica costituiscono una prova incontrovertibile;
   la polizia di Stato, come tutti i settori della pubblica amministrazione, patisce una carenza di organico di circa 18.000 unità e un riordino del settore si rende sempre più necessario;
   nonostante la consapevolezza degli sprechi perpetrati in ordine alle strutture a disposizione delle forze dell'ordine, si ritiene che il disegno del Governo non vada assolutamente nella direzione giusta, poiché la sicurezza non è un costo, ma dovrebbe essere un investimento –:
   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno riferire quali siano i dettagli della riforma che intende attuare in materia di pubblica sicurezza;
   se il Ministro interpellato non reputi urgente adottare tutte le misure necessarie per rivedere un progetto tanto pericoloso da rischiare di minare definitivamente la sicurezza sociale nel nostro Paese.
(2-00749) «Lombardi, Luigi Di Maio, Nesci, Cozzolino, Dadone, Nuti, Fraccaro, Toninelli, Dieni, D'Ambrosio, Alberti, Artini, Barbanti, Basilio, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Brescia, Cancelleri, Corda, De Lorenzis, Del Grosso, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Manlio Di Stefano, D'Uva, Frusone, Luigi Gallo, Grande, Cristian Iannuzzi, Liuzzi, Marzana».

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