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mercoledì 15 febbraio 2023

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca =

 

MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 2023 11.13.17

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca =

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca = (AGI) - Roma, 15 feb. - Alto Adriatico tra Istria e la laguna di Venezia, Salento-Golfo di Taranto, le isole minori siciliane, Sardegna orientale-Canyon di Caprera, Arcipelago Toscano e l'arcipelago delle Baleari. Sono i sei 'hotspot' di presenza della foca monaca individuati dai ricercatori dell'Universita' di Milano-Bicocca, grazie alla tecnica basata sul dna ambientale, in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca Aps e con il supporto di 9 associazioni ed enti di ricerca impegnati nelle operazioni di campionamento. A rivelarlo e' l'articolo 'Playing hide and seek with the Mediterranean monk seal' ('Giocando a nascondino con la foca monaca del Mediterraneo'), pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports' e nel quale sono raccolti i dati della vasta campagna di monitoraggio effettuata lungo le coste italiane e nei tratti di mari limitrofi tra il 2020 e 2021 per tracciare la presenza della foca monaca del Mediterraneo (Monachus monachus), una delle specie piu' rare al mondo. (AGI)Sci/Oll (Segue) 151112 FEB 23 NNNN

MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 2023 11.13.20

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca (2)=

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca (2)= (AGI) - Roma, 15 feb. - Con un rivoluzionario sistema di rilevamento non invasivo, basato sulla ricerca di dna ambientale in campioni di acqua di mare, i ricercatori hanno analizzato 135 campioni prelevati in 120 punti del mar Mediterraneo centro-occidentale, alla ricerca di tracce molecolari della foca monaca: l'analisi ha rivelato cosi' la presenza del raro pinnipede in aree dove mancano osservazioni dirette da decenni, come ad esempio in molti tratti di mare che circondano la nostra Penisola, dalle acque sovrastanti il canyon di Caprera all'alto Adriatico fino alle isole Baleari. La ricerca ha fornito una nuova 'visione' della distribuzione territoriale della foca monaca, individuando sei aree di grande interesse ('hot spot') dove saranno concentrate da subito le attivita' di monitoraggio dei prossimi anni. Altro dato rilevante e' la "positivita'" di alcuni siti storicamente noti per la presenza della specie e anche di aree vicine alle piccole isole e alle aree marine protette. Il metodo di rilevamento e' stato messo a punto da Elena Valsecchi, ecologa molecolare del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra dell'Universita' di Milano-Bicocca, autrice principale dell'articolo e coordinatrice del gruppo di dna ambientale marino (Marine eDna Group) dell'ateneo milanese, che da alcuni anni promuove il progetto "MeD for Med - Marine environmental DNA for the Mediterranean", sistema di monitoraggio della biodiversita' marina basato proprio sul prelievo di campioni d'acqua e sull'analisi del dna ambientale in essi contenuto. (AGI)Sci/Oll (Segue) 151112 FEB 23 NNNN

MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 2023 11.13.24

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca (3)=

Scienza: tecnica dna per svelare hotspot in cui vive foca monaca (3)= (AGI) - Roma, 15 feb. - Nel 2020 il gruppo di ricerca milanese ha lanciato il progetto "Spot the Monk" in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca, per lo studio 'focalizzato' su questo pinnipede. Emanuele Coppola, presidente del Gruppo Foca Monaca Aps e coautore della pubblicazione, si e' occupato di individuare i siti di campionamento al fine di stimare il passaggio stagionale dei pinnipedi e il grado di fedelta' alle singole aree. Siti costieri che, per esperienza diretta o valutazione geo-morfologica, costituivano i potenziali habitat di elezione della foca monaca. La campagna "Spot the Monk" 2021, che ha portato alla individuazione dei sei "hot spot", e' stata realizzata anche grazie al coinvolgimento di diversi programmi di citizen science, facenti capo a nove tra associazioni ed enti di ricerca (in ordine alfabetico: Centro Ricerca Cetacei, Circolo Nautico Rimini, Filicudi Wildlife Conservation, Fondazione Cetacea, Imedea (Csic-Uib), One Ocean Foundation, Progetto Mediterranea, Progetto Manaia e Sailing for Blue Life), che si sono adoperati a raccogliere i campioni, consentendo la raccolta simultanea in distretti marini differenti, strategia che ha consentito di delineare meglio la mappa di presenza o assenza del pinnipede. "E' importante che questi monitoraggi siano svolti in modo omogeneo e scientificamente certificato - dichiarano i team leader della ricerca, Elena Valsecchi e Emanuele Coppola - solo cosi' potremo avere dati confrontabili che consentiranno di seguire nei prossimi anni il tanto sperato ritorno della specie nel Mediterraneo centrale. Un lieto evento atteso non solo dal nostro Paese, ma anche da Francia, Spagna, Marocco e Tunisia". Questa ricerca integra i risultati, ottenuti con lo stesso approccio, pubblicati un anno fa dai ricercatori su "Biodiversity and Conservation". L'obiettivo finale e' quello di stimare gli spostamenti stagionali e l'utilizzo che la specie fa dei vari habitat marini, grazie anche all'integrazione di altri campioni raccolti in alto mare, come quelli prelevati da traghetti in navigazione lungo le rotte commerciali (come descritto in un altro articolo a cura di Elena Valsecchi, pubblicato su "Frontiers in Marine Science". Infine, la collaborazione tra Universita' di Milano-Bicocca e il Gruppo Foca Monaca ha visto il coinvolgimento anche di realta' accademiche straniere: l'Imedea (Instituto Mediterra'neo de Estudios Avanzados) con sede nell'isola di Maiorca e l'Universita' di Edimburgo, coinvolta nel piu' recente monitoraggio svolto lo scorso autunno tra il golfo di Taranto, Salento e le coste albanesi. (AGI)Sci/Oll 151112 FEB 23 NNNN

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