LA RESTAURAZIONE DELLA PENA DI MORTE INITALIA
Dopo la tragedia voluta di Cutro, anziché stare zitta e pentirsi per una volta Giorgia Meloni ha detto che “non bisogna speculare sui morti”; in altre parole, per la presunta fedele cristiana la vita e la morte degli umani è di competenza di Dio, quindi i terrestri governanti non sono mai responsabili degli assassini che compiono.
Matteo Piantedosi e Matteo Salvini, Ministri di competenza, avvisati alle ore 22,30 di sabato 25 febbraio, hanno palesemente e tacitamente convenuto d’applicare la loro blasfema dottrina di morte verso gli immigrati non coordinando tra Guardia Costiera e Guardia di Finanza il loro salvataggio; motivando poi cinicamente quale causa le cattive condizioni del mare; (a detta da specialisti dirigenti Statali, motivazione falsa).
Alle ore 4,30 del giorno dopo, (sei ore l’avvistamento vissute drammaticamente tre i marosi)) la barca con donne e bambini a bordo sì è schiantata sulla riva italiana, con l’annegamento di 68 immigrati; ai quali vanno più che probabilmente aggiunti i 20 ipocriticamente rubricati come dispersi.
I tre credenti esibizionisti di croci e rosari, contraddittoriamente sostenitori dei confini patriottici ignorando specularmente che storicamente questi sono sempre la risultanza di guerre tra imperi o nazioni, sono cristianamente cinici sostenitori del detto “ognuno stia a casa propria, anche e soprattutto anche quando non hanno di che per mangiare per mantenersi in vita.
Come massimi Ambasciatori dell’Italia, i tre con gli altri del Governo hanno di già presentato ufficialmente dichiarazioni di guerra alla Russia; alle ONG e anche sostanzialmente alle 44 nazioni da dove provengono i miseri immigrati; (europee, africane, asiatiche, sud americane, ecc…); i tre sopracitati il 26 marzo hanno così allargato il fronte dichiarando guerra all’umanità intera.
Alla bisogna, il Governo ha di fatto reintrodotto in Italia la pena di morte; non applicabile dal potere giudiziario ma da quello esecutivo. In ragione di ciò; qualsiasi richiesta di dimissioni per Giorgia Mielomi, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi è fuori tempo e fuori luogo; la Procura degli Umani ha già inoltrato alla I° Sezione del Tribunale del Popolo la richiesta di condanna a morte dei tre mediante fucilazione.
L’Italia del dopo Resistenza è stata la nazione del pianeta più colpita dalle trame nere e dalle relative stragi (22); in buona parte ancora senza condanne per il filo nero che ancora lega le trame con diversi apparati “d’insicurezza “dello Stato.
È tempo che la Legge sia veramente uguale per tutti; anche e soprattutto per i filo-fascisti fedeli ai Patti Lateranensi
Enrico Corti
3 marzo 2023
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