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martedì 2 agosto 2011

Ricerca: rete di cellule 3D 'sala regia' per ormoni, ipofisi funziona così

RICERCA: RETE DI CELLULE 3D 'SALA REGIA' PER ORMONI, IPOFISI FUNZIONA COSI' =

Roma, 2 ago. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una rete
tridimensionale di cellule, una sorta di 'sala di regia' per gli
ormoni, dove ogni singola componente e' super specializzata e ben
collegata alle sue 'sorelle'. E' questa la struttura dell'ipofisi, la
ghiandola piu' importante del cervello, decifrata - casualmente - per
la prima volta da un'equipe di genetisti canadesi dell'Istituto di
ricerca clinica di Montreal (Ircm) che stavano lavorando ad una
ricerca sulla secrezione degli ormoni. Lo studio, pubblicato su
Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), rivelando
l'organizzazione della ghiandola ipofisaria ne conferma anche
l'importante funzione.

Il ruolo dell'iposifi e' quello di secernere gli ormoni che
mantengono in equilibrio tutte le altre ghiandole del sistema
endocrino. "Ogni ormone dell'ipofisi - spiega Jacques Drouin,
direttore dell'unita' di ricerca in genetica molecolare dell'Ircm - e'
prodotto da un tipo particolare di cellula. E fino ad oggi si credeva
che queste cellule fossero distribuite a caso nella ghiandola".
(segue)

(Ram/Col/Adnkronos)
02-AGO-11 14:11

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RICERCA: RETE DI CELLULE 3D 'SALA REGIA' PER ORMONI, IPOFISI FUNZIONA COSI' (2) =

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Grazie ad esami diagnostici per
immagini tridimensionali i ricercatori canadesi ne hanno invece
scoperto la sofisticata struttura, organizzata in rete. All'interno di
questa ciascuna cellula 'produttrice' mantiene contatti con le sue
simili, formando cosi' 'foglietti' continui di cellule. Quelle simili
si riconoscono, si scambiano segnali e reagiscono di concerto.

La scoperta, secondo gli scienziati, e' fondamentale per
comprendere lo sviluppo della ghiandola, capire quale sia il normale
funzionamento e individuare le disfunzioni: difetti o danni della
rete, infatti, possono essere alla base di deficit ormonali. La
ricerca e' stata condotta in collaborazione con l'universita' di
Montpellier e finanziata dall'Istituto di ricerca sanitaria del Canada
(Irsc) e dalla Societa' canadese del cancro.

(Ram/Col/Adnkronos)
02-AGO-11 14:27

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