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lunedì 2 gennaio 2012

CERVELLO: EMPATIA 'GUIDA' MUSICISTI IN CONCERTO, STUDIO ITALIANO


CERVELLO: EMPATIA 'GUIDA' MUSICISTI IN CONCERTO, STUDIO ITALIANO =
(AGI) - Roma, 2 gen. - Uno studio svolto da neuroscienziati
italiani ha dimostrato che durante l'esecuzione di un concerto,
due aree frontali dell'emisfero cerebrale destro presentano
un'attivita' strettamente collegata all'empatia del musicista.
Le suddette regioni frontali fanno parte dei cosiddetti neuroni
"specchio" ("Mirror systems") e sono ben note per il loro ruolo
nella comprensione dei comportamenti, delle emozioni e delle
intenzioni delle altre persone. La ricerca sui musicisti in
concerto le ha messe per la prima volta in relazione con una
nuova dimensione dell'interazione umana: l'esperienza di
suonare insieme. Questa esperienza deriva da una funzione
primaria del cervello: comprendere gli stati d'animo degli
altri nell'interazione sociale. I risultati della ricerca sono
un primo passo verso una promettente avventura scientifica
italiana nella mente dell'uomo 'musicale'. Suonare in concerto
e' un'esperienza tipicamente umana, caratterizzata dalla
capacita', particolarmente sviluppata nei musicisti
professionisti, d'interpretare la musica e coordinarsi con
tempismo e sentimento con gli altri concertisti (empatia
emotiva). Pur trattandosi di una delle piu' affascinanti forme
d'interazione sociale, i meccanismi cerebrali che ne sono alla
base erano fino a oggi sconosciuti per la mancanza di
tecnologie che consentissero la registrazione simultanea
dell'attivita' cerebrale in musicisti coinvolti nell'esecuzione
di un brano musicale. Questo problema tecnologico e' stato
superato da un'azienda italiana nel campo delle strumentazioni
biomedicali (Ebneuro S.p.A.) e da un gruppo di ricercatori
universitari e enti di ricerca di Foggia, Cassino, Napoli,
Roma, Siena e Milano. (AGI)
Gav (Segue)
021250 GEN 12

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CERVELLO: EMPATIA 'GUIDA' MUSICISTI IN CONCERTO, STUDIO ITALIANO (2)=
(AGI) - Roma, 2 gen. - Insomma uno studio tutto italiano
sviluppato nell'ambito del progetto europeo "Brain tuning"
(sesto programma quadro) che sfata il luogo comune di un Paese
con difficolta' a imporsi in settori tecnologici e di ricerca
d'avanguardia. Le caratteristiche della nuova tecnologia e i
risultati della ricerca sono stati pubblicati su due importanti
riviste internazionali di neuroscienze, Cortex e NeuroImage. Un
aspetto curioso e' che questa ricerca sul cervello in concerto
sia stata coordinata da istituzioni che solitamente studiano
pazienti con gravi disturbi della coscienza e del movimento
quali l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
"San Raffaele Pisana" e la Divisione di Neuroscienze
dell'Universita' "Vita-Salute" San Raffaele di Milano. La
ragione di quest'apparente paradosso e' spiegata da Claudio
Babiloni, ricercatore dell'Universita' di Foggia e del 'San
Raffaele Pisana': "La metodologia, che abbiamo sviluppato per
studiare i meccanismi del cervello in concerto, ci servira' per
comprendere meglio gli effetti patologici delle malattie
neurodegenerative e dell'ictus sulla comunicazione verbale e
non verbale. Nel tempo potremo valutare piu' precisamente gli
effetti della riabilitazione sui nostri pazienti e selezionare
le procedure terapeutiche piu' efficaci". (AGI)
Gav
021251 GEN 12

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