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martedì 27 marzo 2012

Al via la Consulta provinciale antimafie "Stroncare l'economia criminale"


Istituzioni

Al via la Consulta provinciale antimafie
"Stroncare l'economia criminale"

Consulta Provinciale antimafia 02
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L'obiettivo è di "rafforzare la rete del territorio contro le mafie, coinvolgendo i Comuni e le realtà del sociale per garantire lo sviluppo di un'economia fondata sulla solidarietà e sul libero mercato". Il presidente della Consulta, Franco La Torre: "Senza un impegno costante della società civile e delle organizzazioni e associazioni che rappresentano i cittadini, la mafia non può essere sconfitta"
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Insediata oggi la prima Consulta provinciale antimafie in Italia con l'obiettivo di "rafforzare la rete del territorio contro le mafie, coinvolgendo i Comuni e le realtà del sociale per garantire lo sviluppo di un'economia fondata sulla solidarietà e sul libero mercato". A partecipare alla prima riunione presso Palazzo Valentini, tra gli altri, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il presidente della Consulta Antimafie, Franco La Torre, l'assessore con delega alla Sicurezza, Ezio Paluzzi, il comandante della polizia provinciale, Luca Odevaine,  il vice prefetto Dario Caputo dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. A far parte della Consulta 45 tra associazioni e sindacati (tra cui Libera, Federconsumatori Lazio, Legambiente Lazio, Federalberghi, Cgil, Sos impresa e daSud), oltre a 26 Comuni, 8 municipi e l'agenzia nazionale dei Beni sequestrati e confiscati alla mafia.
ZINGARETTI - Secondo Zingaretti "bisogna stroncare e ostacolare la crescita dell'economia criminale che uccide l'economia sana, umilia gli esercenti e i commercianti onesti, occupa i nostri quartieri, rischiando di coinvolgere i nostri ragazzi, e sappiamo che è sempre più aggressiva". "Oggi c'è un salto di qualità perché chiamiamo a raccolta la società civile del territorio, l'associazionismo ricchissimo delle realtà antimafia, tanti sindaci, sindacati e associazioni con numeri straordinari. La consulta antimafia - ha aggiunto Zingaretti - sarà uno strumento straordinario per aiutare le azioni di contrasto, a cominciare dalla trasparenza sui beni confiscati. Ognuno di noi può fare una parte di questo lavoro. Con una società civile organizzata siamo tutti più forti, soprattutto se accantoniamo gli eroismi e non deleghiamo l'antimafia agli altri. La Consulta deve essere un modo per dare forza alle realtà territoriali, non far sentire solo nessuno in questa battaglia culturale, e promuovere nuove iniziative da fare insieme".
LA CONSULTA - Fanno parte, di diritto, della Consulta: l'assessore provinciale con delega alla Sicurezza, due consiglieri provinciali (Enzo Ercolani e Marco Scotto Mavina), il comandante della polizia provinciale, un rappresentante dell'agenzia nazionale dei Beni sequestrati e confiscati alla mafia, un rappresentante della Prefettura come invitato permanente. "Siamo stati superveloci - ha detto Paluzzi - perché in 90 giorni abbiamo approvato la delibera e istituito la Consulta. Questo è motivo di grande soddisfazione". "Senza un impegno costante della società civile e delle organizzazioni e associazioni che rappresentano i cittadini - ha aggiunto La Torre - la mafia non può essere sconfitta. I dati della direzione investigativa antimafia sono preoccupanti: Roma è una città aperta a tutte le mafie". "Durante i prossimi 13 mesi a nostra disposizione - conclude il presidente della Consulta antimafie - è importante fare rete e mettere a disposizione di tutti gli strumenti utili a questa lotta istituzionale e culturale alla criminalità organizzata nella capitale". La Consulta ha il compito principale di redigere un rapporto annuale sulle infiltrazioni mafiose nell'area metropolitana di Roma e sulle politiche di contrasto alla criminalità organizzata sul territorio provinciale. Il rapporto stesso sarà poi oggetto di una sessione ad hoc convocata dal Consiglio provinciale e aperta ai rappresentanti dei Comuni e delle associazioni di categoria.
LE REAZIONI - “Faccio gli auguri a Franco La Torre nominato presidente della Consulta Antimafia della Provincia di Roma, un organismo importante, soprattutto in un momento in cui la criminalità organizzata sta aggredendo l’economia della nostra città - commentail consigliere comunale Pd, Paolo Masini -  Dalla Provincia di Roma, guidata da Zingaretti, arriva quindi un grande segnale nella lotta alle organizzazioni mafiose. Ora aspettiamo che anche il consiglio comunale di Roma approvi finalmente la delibera che istituisce il delegato comunale contro le mafie. Sono addirittura seicento giorni che questa delibera è inspiegabilmente ferma in consiglio comunale. Chiediamo quindi al sindaco Alemanno di far sentire la propria voce e di attivarsi affinché la sua maggioranza voti questo atto, dotando così la Capitale di un importante strumento per la lotta contro le mafie”. Anche Legambiente ha aderito con convinzione alla Consulta Antimafie della Provincia di Roma. "La situazione delle infiltrazioni mafiose nella Capitale è molto preoccupante - dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - e serve una reazione determinata delle istituzioni, con un coinvolgimento forte della società civile". E aggiunge: "La Consulta è uno strumento importante per lavorare sull'educazione alla legalità e sui beni confiscati alle mafie, sui quali serve trasparenza e chiarezza, visto che ad oggi non si capisce quali e quanti siano, come siano assegnati e controllati, mentre è fondamentale che la restituzione alla collettività serva per diffondere una nuova cultura della legalità. Legambiente Lazio porterà nella Consulta provinciale l'esperienza decennale di lotta alle ecomafie basata su un rapporto annuale, azioni giornaliere di educazione alla legalità, che in questi mesi coinvolgeranno oltre 2mila ragazzi, e supporto ai cittadini tramite il numero verde del nostro osservatorio che riceve 60 segnalazioni al mese". "Colpiscono nell'ultimo Rapporto Ecomafie di Legambiente le 231 infrazioni accertate nell'area romana per reati che riguardano i rifiuti - conclude Avenali - che portano questo territorio al terzo posto della classifica delle province in Italia per questi fenomeni, mentre sono pure preoccupanti le 246 infrazioni nella provincia che la fanno piazzare quinta in Italia nel ciclo del cemento. Nel 2012, secondo i recenti dati del Silp Cgil, dall'inizio dell'anno sono 574 le proprietà sottratte a bande mafiose, il 53% nella Capitale"

FONTE: Paese Sera

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