MORÌ PER LESIONI NEL 2008: 4 POLIZIOTTI A GIUDIZIO PER OMICIDIO
DOMANI UDIENZA A FROSINONE, VITTIMA UN TOSSICODIPENDENTE
(DIRE) Roma, 16 lug. - "Aspettiamo fiduciosi una attenta
valutazione da parte dei giudici". Domani la Corte di Assise di
Frosinone, con tutta probabilita', mettera' la parola fine sulla
vicenda di Stefano Brunetti, 43 anni di Anzio, deceduto il 9
settembre del 2008 all'ospedale di Velletri. A parlare e'
Francesco Romito, uno dei legali della famiglia di Stefano, per
la cui morte sono stati rinviati a giudizio 4 agenti di polizia.
Perche' e' proprio delle cause che si discute. Precedente ai casi
Aldrovandi e Cucchi e' proprio la vicenda Brunetti. Tutto nasce
la sera dell'8 settembre del 2008 quando Stefano, assieme ad un
amico (entrambi sarebbero stati alticci), sarebbero stati
sorpresi in un magazzino di un negozio, a Nettuno, dal titolare,
poi raggiunto dal fratello. Ne e' nata una rissa, Brunetti ha poi
colpito proprio il titolare con una tavoletta con chiodi
sporgenti (ma, spiega l'avvocato, lo ha comunque colpito "con la
parte opposta"). È cosi' sopraggiunta la Polizia del
commissariato di Anzio, intorno alle 17.30, che ha fermato
Brunetti e il suo amico: il primo, al contrario del secondo, e'
stato arrestato ed e' rimasto nelle celle di sicurezza dello
stesso Commissariato. Da questo momento in poi, i dubbi. Stefano
e' deceduto il giorno dopo, alle 15.04 il suo cuore ha smesso di
battere all'ospedale di Velletri dove era stato trasferito alle
11.40 direttamente dal carcere di Velletri dove era stato
trasferito poco dopo il suo arresto (erano le 24).
I 4 poliziotti sono accusati di omicidio preterintenzionale e
falso in atto pubblico, capo di imputazione con il quale la
Procura di Velletri ha depositato, il 4 novembre del 2010, il
loro rinvio a giudizio.
Nel capo 'a' di imputazione si parla di "atti diretti a
commettere il delitto di percosse o lesioni personali,
segnatamente colpendolo piu' volte con un mezzo contundente
naturale e non naturale all'altezza della parete postero-laterale
dell'emitorace sinistro, provocando cosi' la frattura della IX e
X costa di sinistra ed un ematoma parenchimale della milza con
conseguente emoperitoneo e rottura c.d. (in due tempi) della
milza medesima, da cui e' derivata una acuta insufficienza cardio
circolatoria, epifenomeno di uno shock emorragico; con
l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri".
(SEGUE)
(Gas/ Dire)
17:57 16-07-13
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MORÌ PER LESIONI NEL 2008: 4 POLIZIOTTI A GIUDIZIO PER OMICIDIO -2-
(DIRE) Roma, 16 lug. - Nel capo 'b', invece, si sottolinea che si
tratta di "pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni"
che hanno occultando "il reato di percosse e lesioni dalle quali
e' poi conseguita la morte di Brunetti Stefano, e di assicurarsi
l'impunita', falsamente attestavano nel verbale di arresto
redatto in data 8.09.2008 ore 21.30 che l'arrestato Brunetti
Stefano, oltre a sferrare calci e pugni su tutta la struttura
delle camere di sicurezza, 'tentava gesti di autolesionismo', in
realta' non riscontrati nelle successive visite mediche ne' in
sede di esame autoptico eseguito dal medico legale, essendosi
accertata l'inesistenza di lesioni esteriori riconducibili a
gesti di autolesionismo, e non emergenti dalle sommarie
informazioni testimoniali raccolte" precisa l'avvocato.
Nel carcere era guardato a vista, tutta la notte si era
lamentato per i dolori (probabilmente per l'emorragia dalla milza
perforata per la rottura delle costole). Al Pronto soccorso di
Velletri, al primario che gli chiedeva cosa gli fosse successo,
"Stefano aveva risposto di essere stato pestato dalle guardie del
Commissariato". Particolare riportato nero su bianco dallo stesso
medico nel referto. Anche altri due detenuti l'avrebbero sentito
fare queste accuse. Secondo una pista Brunetti sarebbe morto a
causa delle botte prese durante la rissa con il titolare del
negozio e con il fratello. Ma lo stesso sarebbe poi andato via
con la volante in tranquillita', senza lamentare dolori.
Domani le parti concluderanno con le loro richieste
(nell'ordine pm, difese delle parti civili, le difese degli
imputati). Se le parti avranno concluso la Corte si ritirera' in
Camera di Consiglio per decidere: vista la mole degli atti forse
una sola giornata non bastera'.
(Gas/ Dire)
17:57 16-07-13
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