SABATO 23 GENNAIO 2021 20.59.18
MEMORIA. DI SEGNI: DA EMANUELE FILIBERTO INIZIATIVA PERSONALE E TARDIVA
DIR0973 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT MEMORIA. DI SEGNI: DA EMANUELE FILIBERTO INIZIATIVA PERSONALE E TARDIVA NESSUNA COMUNITÀ EBRAICA PUO' PERDONARE IN NOME DEGLI EBREI STERMINATI (DIRE) Roma, 23 gen. - "I crimini di Vittorio Emanuele III e del fascismo hanno rappresentato un abominio, un tragico vulnus nella storia d'Italia e resteranno un monito per le generazioni. La Costituzione repubblicana ce lo ricorda chiaramente: la sua stessa esistenza e' la piu' eloquente sentenza cassatrice di quel periodo, del regime e dei suoi protagonisti. Oggi, dopo 82 anni il discendente, il bisnipote Emanuele Filiberto, afferma un sentimento di ripudio e condanna rispetto a quanto avvenuto. Un lasso di tempo molto lungo. Perche' ora? Si tratta in ogni caso di un'iniziativa che e' da ritenersi ad esclusivo titolo personale, rispondendo ciascuno per i propri atti e con la propria coscienza". Cosi' la presidente dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che aggiunge: "Ne' l'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane ne' qualsiasi Comunita' ebraica possono in ogni caso concedere il perdono in nome e per conto di tutti gli ebrei che furono discriminati, denunciati, deportati e sterminati. Nell'ebraismo perfino a Dio non si puo' rivolgere una richiesta di perdono se chi percepisce l'onta e la colpa non si e' prima scusato dinanzi alla persona offesa. La condanna morale del regime e dei suoi atti - che Emanuele Filiberto esprime oggi verbalmente per la prima volta - e' stata per migliaia di ebrei, partigiani combattenti e convinti antifascisti, una bandiera e una guida per la lotta alla sopravvivenza, per la quale molti di loro hanno sacrificato la vita per la Patria". "È in ricordo di tutti loro, dei sei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento, degli internati militari italiani, dei perseguitati politici, rom e sinti, disabili e omosessuali che ogni forma di nostalgia di quel regime deve essere severamente affrontata ed arginata. È verso i giovani del nostro Paese, dell'Europa che ci riunisce intorno ai valori fondamentali dell'uomo, che la condanna - non la richiesta di perdono per riabilitare il casato - va rivolta, affinche' dicano il piu' convinto 'mai piu''". "Prendiamo atto delle parole di costernazione e ravvedimento espresse mediaticamente nelle scorse ore, in vista del 27 gennaio e vedremo, nei prossimi mesi, anni, quali azioni concrete, quotidiane possano a queste seguire con coerenza ed essere di esempio ad altri", conclude Di Segni. (Com/Pol/ Dire) 20:58 23-01-21 NNNN
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