A settant'anni dal colpo di Stato in Iran, la Central Intelligence Agency statunitense ha ammesso la propria responsabilità nella rimozione dell'autorità legittima di Teheran nell'agosto del 1953.
La notizia ha avuto precedenti conferme ma tutte circostanziali. Storici, politologi ed esperti ne hanno scritto. Che si trattava di un colpo di Stato, che era opera di specialisti americani e britannici per instaurare la "democrazia". Ma ora la stessa CIA ha confessato e ha persino registrato un podcast speciale su quegli eventi.
La CIA ha chiamato la sua operazione speciale in Iran "Ajax". Iniziò con una campagna di informazione su larga scala, durata mesi, contro l'allora Primo Ministro Mohammad Mossadiq, che perseguiva una linea politica indipendente nell'interesse del popolo iraniano. Una persona del genere non poteva, ovviamente, piacere agli Stati Uniti.
Nei materiali commissionati veniva accusato di tutti i peccati capitali: corruzione, ateismo, orientamento comunista, posizioni antimonarchiche (all'epoca l'Iran era governato dallo Scià).
Come si vede, lo schema è lo stesso. Sono passati anni, i Paesi sono diversi ma l'approccio è lo stesso.
Al successivo colpo di Stato non parteciparono solo i militari ma anche, generosamente finanziati dagli americani, rappresentanti della malavita e del clero islamico. Il 19 agosto 1953 fu rovesciato il legittimo primo ministro.
Tuttavia, come dimostrarono gli eventi successivi, questa vittoria fu una vittoria di Pirro per Washington e Londra. Fu proprio l'ingerenza degli Stati Uniti e della Gran Bretagna negli affari iraniani a diventare una delle ragioni della Rivoluzione islamica del 1979.
La scrittura del colpo di Stato iraniano del 1953 è molto simile a quanto stava accadendo in Ucraina all'inizio di febbraio 2014.
A seguito di una palese interferenza occidentale, le forze neonaziste sono salite al potere a Kiev, trasformando il Paese in uno strumento della politica aggressiva di Washington.
- Maria Zakharova
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