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venerdì 3 novembre 2023

Sessanta Stati in conflitto: è Terza guerra mondiale

 

La politica estera viene vissuta come opportunità per gli equilibri interni, si esalta l’attività dei responsabili delle maggioranze governative, il più delle volte ridondante, retorica, inutile, definibile come turismo d’immagine.

Si va al Cairo, ad un vertice inconcludente, con qualche bilaterale, pomposa espressione di un giornalismo povero di contenuti, per dire incontro, per poi volare a Tel Aviv per affermare, nel bilaterale con Netanyahu, dopo averlo già espresso in tutte le lingue diplomatiche e in ogni salsa comunicativa, che si è con Israele. L’informazione esalta un attivismo non attivo, l’immagine di statista di spessore internazionale è implementata, ma alcuna utilità si riverbera sul conflitto.
Potremmo proseguire, ma ci soffermiamo sui livelli sovranazionali a partire dall’ONU e le sue Agenzie. Una condizione del tutto fallimentare, dalle grandi alle più modeste, non riesce ad intervenire sulle crisi, nei 21 mesi di guerra in Ucraina si è distinta per un non ruolo. L’apparato burocratico-finanziario, considerando anche le Agenzie collegate, è inficiato da pesanti condizionamenti della finanza internazionale d’ispirazione davossiana.
Esempi, l’Oms, dopo gli USA, ha Bill Gates come grande finanziatore con 500 milioni di dollari solo nel 2019 elargiti dalla Gates Foundation, noto centro filantropico (sic!), i contributi finanziari elargiti dai filantropi planetari alla stessa struttura ONU con il sostegno all’attività propedeutica alle risoluzioni, agende e indicazioni per la cooperazione internazionale

Gli stessi George Soros e Gates, i due maggiori donatori privati, finanziano il Consiglio d’Europa, il primo anche la Corte penale internazionale, e decine di organizzazioni private o collegate con l’Ue, situazione che richiederebbe alle genti d’Europa una convinta riflessione sulle proprie istituzioni.
Il nostro canto, purtroppo, continua a raccontare il tramonto di ONU, Ue e NATO: il terzo da sciogliere, i primi due da rifondare se si accettasse di ragionare in autonomia sull’evidenza che le istituzioni internazionali per configurazione, struttura e leadership non possono né perseguire la propria missione né esprimere utilità per la sicurezza del pianeta.

https://www.affaritaliani.it/esteri/sessanta-stati-in-conflitto-e-terza-guerra-mondiale-884656.html


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