DRS0012 3 LAV 0 DRS / WLF LAVORO. BRASCHI (INAIL TOSCANA): VALUTARE RISCHI IN OTTICA GENERE /FOTO (DIRE) Torino, 18 maggio. - Basta un attimo per subire un infortunio. Una distrazione può mettere a rischio la vita delle persone. E i pericoli sono tanti, ma non sono sempre gli stessi per gli uomini e per le donne, ne' rispondono sempre allo stesso modo. "È una sfida continua. La monografia che si presenta oggi su 'La valutazione dei rischi in ottica di genere. Aspetti tecnici', analizza proprio le tematiche del genere. Il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (dlgs 81/2008) chiede di valutare le differenze di genere e questo testo dà delle indicazioni mirate. Non si parla di rischio di genere, perché il genere non è un rischio, ma di una chiave di lettura da dare in tutti i contesti di vita per valutare il rischio. Quello che si deve fare è integrare la valutazione del rischio esistente secondo una lettura di genere". Lo afferma Chiara Braschi, chimico della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza (Ctss) della direzione regionale Inail Toscana, al Salone del libro di Torino in occasione del seminario "Equità, rispetto e sicurezza al tempo delle transizioni". Si tratta di numerosi rischi specifici legati alle "caratteristiche antropometriche, fisiologiche, di natura organizzativa e psicosociale. Ci sono i rischi ergonomici a cui afferisce, ad esempio, tutto il discorso dei dispositivi di protezione individuale. Poi ci sono i rischi connessi a rumore, vibrazioni e microclima severo (dove bisogna fare attenzione alle donne in gravidanza e in allattamento), il rischio chimico (gli organi bersaglio sono diversi per uomini e donne), il rischio biologico (bisogna fare attenzione alle donne in gravidanza e in allattamento, c'è anche una diversa suscettibilità tra uomini e donne a incorrere in infezioni), e ancora il rischio organizzativo (su promozioni e conciliazione lavoro-famiglia). Noi abbiamo prodotto- precisa l'esperta- 12 schede di supporto per la comprensione e l'approfondimento di questi rischi". Braschi fa parte del Comitato unico di Garanzia (Cug) dell'Inail, nato nel 2011 dalla fusione dei vecchi comitati pari opportunità con quelli di sorveglianza sul mobbing. "Il Cug è una struttura tipica degli enti pubblici e ha come finalità la promozione di attività, processi e prodotti che promuovono le pari opportunità nei luoghi di lavoro per rimuovere ogni discriminazione (legate a genere, età, provenienza e forma contrattuale). Il nostro Cug- aggiunge Braschi- ha prodotto dei documenti liberamente scaricabili, perché questo è un percorso lungo e complesso. L'accesso alla formazione, agli incarichi e alle promozioni di carriera non è uguale per tutti. Noi dobbiamo fornire strumenti diversi, ma appropriati, per permettere a tutti di raggiungere lo stesso obiettivo. Il progetto Inail Tiscana 'Salute e sicurezza sul lavoro, una questione di genere' ha prodotto già 4 monografie". Ma non solo. "Abbiamo organizzato un corso sulla cultura del rispetto sul luogo di lavoro da cui poi è partita la campagna 'In genere: oltre i pregiudizi. Insieme si può' per interrogarci sui nostri comportamenti, perché se guardiamo gli altri con il filtro dei pregiudizi, aumenta il rischio di comportamenti violenti". Nel periodo 2022-2023 il 13,5% delle donne e il 2,4% degli uomini hanno subito molestie sul posto di lavoro nel corso della loro vita. Il 21% sono donne dai 15 ai 24 anni. Come Cug abbiamo lavorato molto nel promuovere il numero 1522 e campagne di sensibilizzazione. Da ottobre 2022 promuoviamo anche i giovedì Cug, un appuntamento al mese per prendere coscienza dei nostri diritti e le pari opportunità nel nostro ambiente di lavoro". Pari opportunità devono esserci pure sul fronte della Medicina di genere, dove persistono discriminazioni all'accesso alle cure e una mancata partecipazione delle donne alla sperimentazione farmacologica. "In Italia la prima cattedra di Medicina di genere è stata creata nell'Università di Padova nel 2012- fa sapere l'ingegnere Paolo Panaro del Ctss centrale- e nel 2018 l'Italia è stato il primo paese al mondo a promulgare la legge sulla Medicina di genere. Successivamente nel 2021 è nato anche un osservatorio ad hoc per monitorare le attività previste dal Piano di applicazione e diffusione della Medicina di genere. Il medico competente del Servizio di prevenzione e protezione ha il compito di effettuare la sorveglianza sanitaria- conclude- che rappresenta uno strumento importante per la prevenzione dei rischi in un'ottica di genere". (Rac /Dire) 14:37 18-05-25
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