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giovedì 9 dicembre 2010
SALUTE: NELLA FORMA DELL'ORECCHIO LA SPIA DELL'INFARTO
SALUTE: NELLA FORMA DELL'ORECCHIO LA SPIA DELL'INFARTO =
(AGI) - Firenze, 9 dic. - Ci voleva l'antica medicina cinese
per avere la prova che tra forma dell'orecchio e infarto corre
un sottile ma sicuro rapporto. Ne da' notizia il farmacologo
Alfredo Vannacci, specialista di Agopuntura e Medicina
tradizionale cinese dell'Universita' di Firenze. "Fin qui era
solo l'intuizione di alcuni cardiologi", spiega, "Adesso
possiamo dirlo con certezza: i portatori di un particolare
segno sull'orecchio, una piega del lobo, sono piu' esposti alle
malattie cardiache. Un fenomeno che abbiamo potuto studiare e
confermare con metodi e approcci scientifici". E' la piu'
importante delle numerose ricerche che l'ateneo fiorentino ha
presentato in questi giorni a Berlino al terzo Congresso
europeo di Medicina Integrativa. Si tratta dei primi risultati
di un importante progetto di ricerca sulle erbe della Medicina
Tradizionale Cinese, coordinato dal dottor Vannacci, che il
ministero della Salute ha affidato all'Universita' di Firenze,
dove da anni si insegna Agopuntura e, da quest'anno, anche
l'intero complesso della Medicina Integrativa in un master
aperto a infermieri, farmacisti, erboristi, ostetriche,
nutrizionisti, ecc. Coordinato dai professori Gian Franco
Gensini e Pietro Modesti, il master
(www.medicinaintegrativa.it) e' organizzato in tre indirizzi
affidati ad altrettanti specialisti: Fabio Firenzuoli per
Fitoterapia Clinica, Pietro Pasquetti per Medicina Manuale e
Vannacci per Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese. "Al
congresso di Berlino", spiega quest'ultimo, "abbiamo presentato
nove diverse comunicazioni sui risultati delle nostre ricerche.
Quella che piu' ha interessato i colleghi presenti da tutto il
mondo e' appunto quella sul rapporto tra forma dell'orecchio e
malattie cardiache. Abbiamo in effetti scoperto un'importante
evidenza scientifica di quanto sia efficace un'antica medicina
come quella cinese". (AGI)
Sep (Segue)
091439 DIC 10
NNNN
SALUTE: NELLA FORMA DELL'ORECCHIO LA SPIA DELL'INFARTO (2)=
(AGI) - Firenze, 9 dic. - Per Firenzuoli, direttore del Centro
di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana ed
esperto di Farmacovigilanza per l'Istituto Superiore di
Santita' e la stessa Universita' di Firenze, e' un'ulteriore
conferma che anche in medicina e' necessario integrare i
diversi saperi. "L'incontro tra metodi tradizionali e moderne
discipline della ricerca medica", spiega, "prevede infatti un
continuo scambio di conoscenze, un dialogo serrato,
un'interazione per il benessere completo del paziente. Medicina
moderna, ricerca scientifica e la piu' avanzata metodologia
epidemiologica devono viaggiare a braccetto nel rispetto dei
criteri di efficacia e sicurezza delle cure, in particolare se
a base di erbe medicinali, come dimostrato dai lavori
presentati a Berlino". E' appunto quanto si insegna a Firenze,
da quest'anno anche in modo innovativo: "Il master", spiega
Vannacci, "e' strutturato per dare una formazione universitaria
con i maggiori esperti nazionali e internazionali, cinesi
compresi". "La vera novita'", aggiunge Firenzuoli, "sta proprio
nell'averlo aperto sia ai medici sia ai vari operatori
sanitari, nel nome di un'alleanza tra professionisti della
salute: nel rispetto delle competenze, dei limiti di ciascuna
professione e per il benessere di quanti scelgono di curarsi
con le Medicine Integrative". (AGI)
Sep
091439 DIC 10
NNNN
MEDICINA: SPECIALISTI AGOPUNTURA SCOPRONO LEGAME TRA ORECCHIO E PREDISPOSIZIONE A INFARTO (3) =
(Adnkronos) - ''L'incontro tra metodi tradizionali e moderne
discipline della ricerca medica'', spiega Firenzuoli, ''prevede
infatti un continuo scambio di conoscenze, un dialogo serrato,
un'interazione per il benessere completo del paziente. Medicina
moderna, ricerca scientifica e la piu' avanzata metodologia
epidemiologica devono viaggiare a braccetto nel rispetto dei criteri
di efficacia e sicurezza delle cure, in particolare se a base di erbe
medicinali, come dimostrato dai lavori presentati a Berlino''.
E' appunto quanto si insegna a Firenze, da quest'anno anche in
modo innovativo. ''Il master'', sottolinea Vannacci, ''e' strutturato
per dare una formazione universitaria con i maggiori esperti nazionali
e internazionali, cinesi compresi''. ''La vera novita''', aggiunge
Firenzuoli, ''sta proprio nell'averlo aperto sia ai medici che ai vari
operatori sanitari, nel nome di un'alleanza tra professionisti della
salute: nel rispetto delle competenze, dei limiti di ciascuna
professione e per il benessere di quanti scelgono di curarsi con le
Medicine Integrative''.
(Red-Xio/Pn/Adnkronos)
09-DIC-10 16:11
NNNN
MEDICINA: IN FORMA LOBO ORECCHIO SPIA INFARTO, RICERCA
PRESENTATA A BERLINO DA UNIVERSITA' FIRENZE
(ANSA) - FIRENZE, 9 DIC - ''I portatori di un particolare
segno sull'orecchio, una piega del lobo, sono piu' esposti alle
malattie cardiache. Un fenomeno che abbiamo potuto studiare e
confermare con metodi e approcci scientifici''. Lo ha annunciato
il farmacologo Alfredo Vannacci, specialista in agopuntura e
medicina tradizionale cinese dell'universita' di Firenze
illustrando una delle ricerche che l'ateneo fiorentino ha
presentato in questi giorni a Berlino al 3/0 Congresso europeo
di Medicina Integrativa.
Si tratta, spiega una nota, dei primi risultati di un
importante progetto di ricerca sulle erbe della Medicina
Tradizionale Cinese, coordinato dal dottor Vannacci, che il
Ministero della Salute ha affidato all'Universita' di Firenze,
dove da anni si insegna Agopuntura e, da quest'anno, anche
l'intero complesso della Medicina Integrativa in un master
aperto a infermieri, farmacisti, erboristi,ostetriche,
nutrizionisti, ecc. Coordinato dai professori Gian Franco
Gensini e Pietro Modesti, il master (www.medicinaintegrativa.it)
e' organizzato in tre indirizzi affidati ad altrettanti
specialisti: Fabio Firenzuoli per Fitoterapia Clinica, Pietro
Pasquetti per Medicina Manuale e Vannacci per Agopuntura e
Medicina Tradizionale Cinese. La relazione tra infarto e la
forma dell'orecchio e' testimoniata dalla medicina cinese. ''Fin
qui era solo un'intuizione dei cardiologi - ha spiegato Vannacci
- ma adesso possiamo dirlo con certezza''. (ANSA).
COM-GRO
09-DIC-10 16:20 NNNN
MEDICINA: STESSI GENI DIETRO INFARTO E ALZHEIMER, TEST PREDITTIVI PRONTI =
Roma, 9 dic. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Individuata una
base genetica comune a infarto cardiaco e Alzheimer. Una scoperta che
apre le porte al primo test genetico sul rischio di sviluppare, anche
in eta' precoce, le due malattie. Il test sarebbe addirittura a
portata di mano secondo Federico Licastro, l'immunologo
dell'Universita' di Bologna che ha coordinato lo studio, in
pubblicazione sulla rivista scientifica Journal of Alzheimer's
disease. "In America c'e' gia' chi si e' messo a venderli", dice
citando il caso di un'azienda privata del New Mexico (Usa) che ha
collaborato allo studio.
"Ma sono test - continuo l'esperto - che potremmo facilmente
realizzare anche in Italia. Basta un prelievo di sangue". 'Prevedere'
Alzheimer e infarto e' infatti una prospettiva interessante, vista la
diffusione di queste malattie. La prima e' la forma piu' frequente di
demenza senile: entro gli 85 anni ne viene colpita una donna su cinque
e un uomo su dieci. L'infarto invece, che insieme ai problemi
cardiovascolari e' uno dei disturbi piu' diffusi e una delle
principali cause di morte, interessa circa il 12,5% della popolazione.
Ma sulla relazione tra le due malattie, finora non si sapeva molto, a
parte i 'sospetti' legati a dati epidemiologici: i problemi alle
coronarie erano stati associati ad una maggiore frequenza di
Alzheimer, cosi' come l'ipertensione, il colesterolo alto, il diabete
e altri fattori di rischio tipici dei problemi cardiovascolari.
Cosi' i ricercatori dell'universita' di Bologna hanno esaminato
il Dna di .1800 persone (280 colpite da infarto, 257 da Alzheimer, e
1.307 sane come gruppo di controllo), sulle tracce di fattori genetici
di rischio comuni alle due malattie. E' hanno scoperto che c'e' una
sovrapposizione tra il rischio delle due patologie. Questa
predisposizione genetica comune e' stata riscontrata nel 30% e nel 40%
dei malati rispettivamente di infarto e Alzheimer. (segue)
(Com-Ram/Pn/Adnkronos)
09-DIC-10 15:04
NNNN
SANITA': RICERCA UNIBO, STESSI GENI PER INFARTO E ALZHEIMER (2)=
(AGI) - Bologna, 9 dic. - Per giungere a questa conclusione,
gli studiosi hanno suddiviso l?intera popolazione testata in
sei gruppi connotati da diversi livelli di rischio. Basso per i
gruppi uno, due e tre: ma nel secondo e terzo � basso solo
prima dei 65 anni. Alto per i gruppi quattro, cinque e sei. Nel
cinque, il rischio � alto solo per l?infarto (da 55 anni
in avanti); mentre il quattro e il sei sono proprio i gruppi su
cui pi� si sono concentrate le attenzioni dei ricercatori:
sono entrambi ad alto rischio sia per l?infarto (prima dei 40
anni nel gruppo quattro e tra i 40 e 54 nel gruppo sei), sia
per l?Alzheimer (prima dei 65 anni nel quattro, e oltre i 65
nel sei). Sono proprio questi ultimi due gruppi a presentare la
predisposizione genetica comune.
"Finora, si conoscevano solo singoli geni associati alla
due patologie, e questo non consentiva la messa a punto di un
test individuale sul rischio", spiega Licastro. "Ora, invece,
siamo riusciti ad identificare un profilo genetico parzialmente
comune, caratterizzato dalla presenza di diversi geni. E?
questo il salto di qualit� che ci consente di effettuare
il test e valutare un profilo in parte specifico per le due
diverse malattie".
In base al risultato del test, ad esempio, si potr�
decidere se procedere o meno al monitoraggio della situazione
tramite controlli regolari ed esami medici pi�
approfonditi, sostengono i ricercatori. La base comune delle
due malattie, inoltre, dice qualcosa di pi� sulla loro
origine. "Il cuore del profilo genetico dei soggetti ad alto
rischio ? spiega Licastro - � costituito da geni coinvolti
nella sintesi e nel trasporto di colesterolo e nel controllo
dell'infiammazione, che sembrano quindi essere alla radice di
entrambi i disturbi". Accanto ai controlli, si apre quindi la
possibilit� di definire stili di vita appropriati che
favoriscano la prevenzione, non solo dei problemi di cuore e
circolazione, ma anche di Alzheimer.
L?ingrediente tecnico che ha consentito il successo dello
studio rischia per� di essere, come ammettono gli stessi
ricercatori, anche il pi� controverso. Per studiare il Dna
dei loro pazienti, si sono infatti avvalsi di un?innovativa
tecnica statistica, chiamata grade of membership analysis.
Questo approccio, sebbene gi� applicato nello studio di
altri problemi, dai melanomi alla schizofrenia, � ancora
dibattuto all?interno della comunit� scientifica
internazionale. "E? per� proprio grazie a questo tipo di
analisi statistica - dice Licastro ? che abbiamo la
possibilit� di studiare queste malattie prendendo in esame
anche solo alcune centinaia di casi. La statistica classica ne
richiederebbe 10mila, 12 forse anche 20 o 30mila." Il professor
Federico Licastro e il suo gruppo, tra cui le giovanissime
Elisa Porcellini e Ilaria Carbone, continueranno ad
approfondire la questione, alla caccia di nuovi legami genetici
tra le due malattie. (AGI)
Mir
091222 DIC 10
NNNN
SANITA': RICERCA UNIBO, STESSI GENI PER INFARTO E ALZHEIMER =
(AGI) - Bologna, 9 dic. - Individuata una base genetica comune
a infarto cardiaco e Alzheimer. La ricerca apre cos� le
porte al primo test genetico sul rischio di sviluppare, anche
in et� precoce, le due malattie. Il test sarebbe
addirittura a portata di mano secondo Federico L�castro,
l?immunologo dell?Universit� di Bologna che ha coordinato
lo studio, in pubblicazione sulla rivista scientifica Journal
of Alzheimer?s disease.
"In America c?� gi� chi si � messo a venderli"
dice, citando il caso di un?azienda privata del New Mexico
(Usa) cha ha collaborato allo studio. "Ma sono test che
potremmo facilmente fare anche qui in Italia. Basta un prelievo
di sangue".
Alzheimer e infarto sono malattie tutt?altro che rare.
L?Alzheimer � la forma pi� frequente di demenza
senile: entro gli 85 anni ne viene colpita una donna su cinque
e un uomo su dieci. L?infarto invece, che insieme ai problemi
cardiovascolari � uno dei disturbi pi� diffusi e una
delle principali cause di morte, interessa circa il 12,5 per
cento della popolazione. Sulla relazione tra le due malattie -
ricorda in una nota l'Ateneo di Bologna - finora non si sapeva
un gran che. Vero � che alcuni dati epidemiologici
sembravano gi� suggerire un qualche legame. Ad esempio, i
problemi alle coronarie erano stati associati ad una maggiore
frequenza di Alzheimer, cos� come l?ipertensione, il
colesterolo alto, il diabete e altri fattori di rischio tipici
dei problemi cardiovascolari. Si sapeva inoltre che alcuni geni
che controllano i processi infiammatori e il metabolismo del
colesterolo avevano a che fare sia con l?Alzheimer, sia con
l?infarto. Quello che hanno fatto i ricercatori � stato
esaminare il Dna di 1800 persone (280 colpite da infarto, 257
da Alzheimer, e 1307 sane, come gruppo di controllo), sulle
tracce di fattori genetici di rischio comuni alle due malattie.
E la loro indagine ha avuto risposta positiva: c?� una
sovrapposizione tra il rischio congenito di incappare
nell?Alzheimer e nell?infarto. Questa predisposizione genetica
comune � stata riscontrata nel 30 e nel 40 per cento dei
malati rispettivamente di infarto e Alzheimer. (AGI)
Mir (Segue)
091222 DIC 10
NNNN
MEDICINA: SPECIALISTI AGOPUNTURA SCOPRONO LEGAME TRA ORECCHIO E PREDISPOSIZIONE A INFARTO =
PROVA SCIENTIFICA DA ATENEO FIRENZE AL CONGRESSO DI MEDICINA
INTEGRATIVA
Firenze, 9 dic. - (Adnkronos) - Ci voleva l'antica medicina
cinese per avere la prova provata che tra forma dell'orecchio e
infarto corre un sottile ma sicuro rapporto. Ne da' notizia il
farmacologo Alfredo Vannacci, specialista di agopuntura e medicina
tradizionale cinese dell'Universita' di Firenze. ''Fin qui era solo
l'intuizione di alcuni cardiologi'', spiega Vannacci, ''Adesso
possiamo dirlo con certezza: i portatori di un particolare segno
sull'orecchio, una piega del lobo, sono piu' esposti alle malattie
cardiache. Un fenomeno che abbiamo potuto studiare e confermare con
metodi e approcci scientifici''.
E' la piu' importante delle numerose ricerche che l'ateneo
fiorentino ha presentato in questi giorni a Berlino al 3° Congresso
europeo di Medicina Integrativa. Si tratta dei primi risultati di un
importante progetto di ricerca sulle erbe della Medicina Tradizionale
Cinese, coordinato dal dottor Vannacci, che il Ministero della Salute
ha affidato all'Universita' di Firenze, dove da anni si insegna
Agopuntura e, da quest'anno, anche l'intero complesso della Medicina
Integrativa in un master aperto a infermieri, farmacisti,
erboristi,ostetriche, nutrizionisti, ecc. (segue)
(Red-Xio/Pn/Adnkronos)
09-DIC-10 15:11
NNNN
MEDICINA: SPECIALISTI AGOPUNTURA SCOPRONO LEGAME TRA ORECCHIO E PREDISPOSIZIONE A INFARTO (2) =
(Adnkronos) - Coordinato dai professori Gian Franco Gensini e
Pietro Modesti, il master (www.medicinaintegrativa.it) e' organizzato
in tre indirizzi affidati ad altrettanti specialisti: Fabio Firenzuoli
per Fitoterapia Clinica, Pietro Pasquetti per Medicina Manuale e
Vannacci per Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese . ''Al
congresso di Berlino'', spiega quest'ultimo, ''abbiamo presentato nove
diverse comunicazioni sui risultati delle nostre ricerche. Quella che
piu' ha interessato i colleghi presenti da tutto il mondo e' appunto
quella sul rapporto tra forma dell'orecchio e malattie cardiache.
Abbiamo in effetti scoperto un'importante evidenza scientifica di
quanto sia efficace un'antica medicina come quella cinese''.
Per Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento per la
Fitoterapia della Regione Toscana ed esperto di Farmacovigilanza per
l'Istituto Superiore di Santita' e la stessa Universita' di Firenze,
e' un'ulteriore conferma che anche in medicina e' necessario integrare
i diversi saperi. (segue)
(Red-Xio/Pn/Adnkronos)
09-DIC-10 15:13
MEDICINA: STESSI GENI DIETRO INFARTO E ALZHEIMER, TEST PREDITTIVI PRONTI (2) =
(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Per arrivare a questa
conclusione, gli studiosi hanno suddiviso l'intera popolazione testata
in sei gruppi connotati da diversi livelli di rischio: basso per i
gruppi uno, due e tre, ma nel secondo e terzo e' basso solo prima dei
65 anni; alto per i gruppi quattro, cinque e sei. Nel cinque, il
rischio e' alto solo per l'infarto (da 55 anni in avanti); mentre il
quattro e il sei sono proprio i gruppi su cui piu' si sono concentrate
le attenzioni dei ricercatori: sono entrambi ad alto rischio sia per
l'infarto (prima dei 40 anni nel gruppo quattro e tra i 40 e 54 nel
gruppo sei), sia per l'Alzheimer (prima dei 65 anni nel quattro, e
oltre i 65 nel sei). Sono proprio questi ultimi due gruppi a
presentare la predisposizione genetica comune.
"Finora, si conoscevano solo singoli geni associati alla due
patologie, e questo non consentiva la messa a punto di un test
individuale sul rischio" spiega Licastro. "Ora, invece, siamo riusciti
a identificare un profilo genetico parzialmente comune, caratterizzato
dalla presenza di diversi geni. E' questo il salto di qualita' che ci
consente di effettuare il test e valutare un profilo in parte
specifico per le due diverse malattie". In base al risultato del test,
ad esempio, si potra' decidere se procedere o meno al monitoraggio
della situazione tramite controlli regolari ed esami medici piu'
approfonditi, sostengono i ricercatori. La base comune delle due
malattie, inoltre, dice qualcosa di piu' sulla loro origine.
"Il cuore del profilo genetico dei soggetti ad alto rischio -
spiega Licastro - e' costituito da geni coinvolti nella sintesi e nel
trasporto di colesterolo e nel controllo dell'infiammazione, che
sembrano quindi essere alla radice di entrambi i disturbi". Accanto ai
controlli, quindi, gli stili di vita si confermano importanti nella
prevenzione. L'ingrediente tecnico che ha consentito il successo dello
studio rischia pero' di essere, come ammettono gli stessi ricercatori,
anche il piu' controverso. Per studiare il Dna dei loro pazienti, si
sono infatti avvalsi di un'innovativa tecnica statistica, chiamata
'grade of membership analysis'. Questo approccio, sebbene gia'
applicato nello studio di altri problemi, dai melanomi alla
schizofrenia, e' ancora dibattuto all'interno della comunita'
scientifica internazionale.
(Com-Ram/Pn/Adnkronos)
09-DIC-10 15:57
NNNN
**RICERCA. CON IL TEST CTNT, CUORE SOTTO CONTROLLO PER IL FUTURO
STUDIO DELLA UT SOUTHWESTERN MEDICAL CENTER
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 dic. - Il test dei livelli di
troponina T cardiaca (cTnT) viene comunemente utilizzato per
diagnosticare un eventuale infarto cardiaco. Ora, una versione
piu' sofisticata puo' rivelare patologie cardiache ancora a
livello subclinico che potrebbero sfociare in eventi
cardiovascolari futuri. Questo secondo una nuova ricerca dello UT
Southwestern Medical Center, coordinata da James de Lemos,
professore associato di medicina interna della UT Southwestern.
Il lavoro e' basato sui risultati del Dallas Heart Study in
cui de Lemos e colleghi hanno preso in considerazione 6100
residenti della contea di Dallas. In tale progetto, si e'
verificato in particolare come il livello di cTnT potrebbe essere
rivelato con una tecnologia standard nell'1 per cento della
popolazione.
Per determinare se una tecnologia piu' accurata potesse
rivelare il cTnT a piu' bassi livelli, i ricercatori hanno
utilizzato la stessa popolazione di residenti. A partire
dall'anno 2000, circa 3500 soggetti di eta' compresa tra 30 e 65
anni hanno fornito campioni ematici e sono stati sottoposti a
scansioni a risonanza magnetica e a tomografia computerizzata per
evidenziare eventuali patologie al cuore e agli altri organi. Gli
stessi soggetti sono poi stati seguiti fino al 2007.
Secondo quanto riferito nell'articolo di resoconto pubblicato
sulla versione online del Journal of the American Medical
Association (JAMA), i ricercatori hanno mostrato che il test puo'
rivelare la proteina in circa il 25 per cento dei campioni di
sangue. I livelli rivelabili di troponina sono associati a un
rischio sette volte maggiore di morte cardiovascolare entro sei
anni.
(Wel/ Dire)
15:57 09-12-10
NNNN
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