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giovedì 22 settembre 2011

Manovra, differimento Tfr dipendenti pubblici pesa più del contributo super ricchi


differimento di due anni del pagamento del Tfr ai dipendenti pubblici pesa più del contributo del 3% sui redditi superiori a 300.000 euro. Un calcolo di Lef conferma la natura propagandistica del contributo per i supericchi.
Di Oreste Saccone
Il Governo in pratica ha messo a segno una ennesima tassa occulta a carico dei dipendenti pubblici, nascosta tra le disposizioni di riduzioni di spesa pubblica. Dal 13 agosto 2011 l’indennità di buonuscita e il trattamento di fine rapporto dei lavoratori pubblici che cessano dal servizio per cause diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio o per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio, non potrà essere liquidato dall’Inpdap prima del ventiquattresimo mese successivo alla cessazione rapporto di lavoro. Ciò si traduce in un contributo 'occulto' sotto forma di mancato rendimento superiore al 3% dell'importo del Tfr. Per contro l'effettivo contributo peri super ricchi è dell'1,7% in quanto il contributo stesso è deducibile dall'Irpef.
Nel dettaglio con la nuova normativa ( art. 1, commi 22 e 23, dl. 138/11) il Tfr ai pubblici dipendenti sarà versato dopo 27 mesi dal pensionamento in quanto l'Inpdap oltre ai due anni di differimemnto ha 3 mesi per pagare. Solo dopo i 27 mesi in caso di ulteriore tardivo pagamento sono dovuti gli interessi. Inoltre i nuovi termini di pagamento lasciano inalterata la rateazione forzata imposta dal dl 78/2010. Così in caso di TFR di importo superiore a 90.000 euro, il pagamento della seconda rata avverrà a distanza di un altro anno (3 anni e 3 mesi dal pensionamento) e l’eventuale terza rata dopo 2 anni ( 4 anni e 3 mesi dal pensionamento). Se consideriamo che le obbligazioni a due anni danno attualmente un rendimento medio del 3,80/4,00 per cento lordo, si può quantificare in non meno del 3,00/3,20 % il contributo di solidarietà occulto imposto sul Tfr ( per almeno due anni) del nostro anonimo travet che ha deciso di andare in pensione .
Per contro il contributo di solidarietà imposto ai 32.975 super ricchi per 3 anni è deducibile dal reddito complessivo Irpef. Ne consegue che in concreto la maggiore imposizione sulla parte di reddito eccedente i 300.000 euro si riduce di fatto all’ 1,71%, a fronte di un mancato introito da interessi del 3-3,2% del fresco pensionato, che non potrà dedurre nulla. Anzi, con i tagli lineari alle agevolazioni previsti nella manovra anticrisi, probabilmente già dal 2012 subirà una riduzione delle detrazioni fiscali sulla sua pensione.

FONTE     FISCO EQUO

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