TUMORI: VERSO FUTURO 'CHEMIO-FREE' CONTRO LINFOMI FOLLICOLARI =
ONCOLOGO, SPERANZE DA COMBINAZIONE TRA IMMUNOMODULANTE E
ANTIANGIOGENETICO
Chicago, 5 giu. (dall'inviata dell'Adnkronos Salute Paola
Olgiati) - Verso un futuro 'chemio-free' nella terapia dei linfomi
follicolari, tra le forme piu' comuni di linfoma non Hodgkin, che
colpiscono circa 2.500 italiani all'anno in media 60enni. Uno studio
presentato a Chicago, al summit annuale dell'Asco (American Society of
Clinical Oncology), dimostra l'efficacia contro queste neoplasie di
una combinazione tra il farmaco anti-angiogenesi rituximab e
l'immunomodulante lenalidomide: dati alla luce dei quali, spiega
Massimo Federico, presidente della Fondazione italiana linfomi e
direttore della cattedra di Oncologia medica III all'universita' degli
Studi di Modena e Reggio Emilia, "possiamo prevedere che non sia molto
lontana una 'no chemio strategy' per i pazienti colpiti da questo tipo
di linfomi". Un futuro libero dalla chemioterapia, dai suoi pesanti
effetti collaterali e dall'impatto psicologico che ha sui malati.
"Abbiamo appena individuato qual e' la chemioterapia migliore
per questo tipo di pazienti - riflette l'esperto - e gia' ci troviamo
a parlare di un nuovo passo avanti". Un traguardo importante, tiene a
precisare Federico. Perche' secondo i risultati dello studio,
annunciato all'Asco da Celgene International Sa'rl, sussidiaria
dell'americana Celgene Corporation, "la prospettiva che si apre ai
pazienti e' quella di una remissione completa dalla malattia". I
pazienti hanno ricevuto lenalidomide da sola o in combinazione con
rituximab, e su 89 malati valutabili e' risultato un tasso di risposta
oggettiva pari al 73% fra i malati trattati con il 'mix' (contro il
51% del gruppo lenalidomide in monoterapia), con un 36% di risposte
complete (13% nel gruppo sola lenalidomide). Su un follow-up mediano
di 1,7 anni, e' stata calcolata una sopravvivenza mediana libera da
eventi pari a 2 anni per i pazienti trattati con lenalidomide piu'
rituximab (1,2 anni con sola lenalidomide). Gli effetti collaterali
seri piu' comuni sono stati neutropenia, fatigue e trombosi.
L'anti-mieloma multiplo lenalidomide non e' ancora approvato nel
trattamento dei linfomi follicolari, quindi "e' ancora presto per
parlare di un trasferimento alla pratica clinica - precisa l'oncologo
- ma per i linfomi follicolari e' realistico pensare a un futuro senza
chemio. Da alcuni mesi - ricorda - in Francia e in Usa e' partito uno
studio di confronto fra lo schema chemioterapico migliore possibile
per questi malati, e la combinazione lenalidomide-rituximab. Per i
risultati bisognera' aspettare 3-4 anni, ma i dati prodotti da studi
piu' piccoli sono assolutamente promettenti, tanto da avere ispirato
lo studio piu' ampio in corso. Si parla di un 88% di risposte
complete, vicino al 90% osservato con la migliore chemio, ma senza i
gravi effetti collaterali di quest'ultima". Un futuro trattamento con
rituximab e lenalidomide prevederebbe "una fase di attacco, seguita da
2 anni di mantenimento". Poco piu' di 24 mesi, per sperare di
liberarsi dal cancro senza chemio.
(Opa/Opr/Adnkronos)
05-GIU-12 14:24
NNNN
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