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domenica 19 agosto 2012

ANSA/ IMMIGRAZIONE: USA, L'INCONTRO IMPOSSIBILE 'SCERIFFO-POETA'








ANSA/ IMMIGRAZIONE: USA, L'INCONTRO IMPOSSIBILE 'SCERIFFO-POETA'
DIALOGO SORDI TRA FALCO JOE ARPAIO E PACIFISTA MESSICANO SICILIA
(ANSA) - CITTA' DEL MESSICO, 19 AGO - Il poeta pacifista
messicano incontra l'autodefinito "sceriffo pi— duro degli Usa",
paladino della lotta contro l'immigrazione clandestina: Š stato
un dialogo tra sordi.
Non poteva finire diversamente l'incontro avvenuto in questi
giorni fra Javier Sicilia, l'attivista messicano che sta
attraversando il Sud degli Stati Uniti con la sua carovana
anti-violenza, e Joe Arpaio, lo sceriffo della contea di
Maricopa (Arizona) al centro di polemiche e inchieste
giudiziarie per il modo in cui tratta i clandestini.
Sicilia, 57 anni, ha portato la sua crociata contro la
"guerra totale" ai narcos - costata la vita a decine di migliaia
di messicani, anche a suo figlio - negli Usa. Da venerd
l'attivista sta attraversando gli Stati Uniti da Ovest ad Est,
per giungere a Washington il 12 settembre, e ha fatto una sosta
non prevista a Maricopa, appunto per incontrare Arpaio, insieme
a rappresentanti di gruppi di difesa dei diritti umani e degli
clandestini.
Arpaio - 80 anni, cinque volte rieletto sceriffo della
contea, dove vive il 60% degli abitanti dell'Arizona - ha
accolto Sicilia e si Š seduto a parlare con lui, ma subito sono
cominciati i malintesi. "Sa chi sono io?" gli ha chiesto il
poeta messicano, e quando Arpaio gli ha risposto che non aveva
mai sentito il suo nome, il suo interlocutore ha ribattuto con
un impertinente "si vede che non legge i giornali, sceriffo",
un'osservazione a dir vero poco gradita.
Arpaio non ha gradito nemmeno che una delle persone che
accompagnava Sicilia indossasse una maglietta con lo slogan
"Arpaio in galera": "Le pare questo il modo di accettare un
invito? Le pare corretto venire a casa mia per insultarmi? Mi
pare un'aggressione", ha detto lo sceriffo, al che il poeta
messicano ha solo potuto rispondere ''Neppure lei tratta bene i
miei concittadini. So che lei Š cattolico come me, ma non le
sembra che trattare gli 'indocumentados' come cani non Š una
politica degna di un paese come gli Stati Uniti?".
Da parte sua, lo sceriffo, dopo essersi informato sul suo
interlocutore e la sua storia ("Mi dicono che lei ha perso un
figlio, mi dispiace veramente") ha risposto a Sicilia che il suo
lavoro "consiste nel fare rispettare la legge, un'idea molto
semplice". Quanto al riferimento alla sua fede cattolica Arpaio
ha risposto con toni freddi "non mescolo mai la politica e la
religione".
Sicilia ha raccontato aver visitato la tendopoli allestita
dalla contea di Maricopa per i detenuti - dove 200 carcerati
vivono in condizioni precarie, sottoposti a regole arbitrarie,
come l'obbligo di indossare indumenti intimi color rosa. Al che
Arpaio ha ribattuto: "mi sembra che a lei, pi— che della
violenza e della droga, interessi il modo in cui gestisco le
prigioni".
Nonostante la tensione palpabile, l'incontro si Š mantenuto
nei limiti della buona educazione, e i due si sono lasciati con
una stretta di mano ed un invito ad "andare a berci una birra
insieme" quando Sicilia torner… a vedere Arpaio, su di cui
pendono una serie di ricorsi, anche per razzismo.
(ANSA).

YFA-FD
19-AGO-12 17:22 NNNN

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