La senatrice Maria Spilabotte ha sottoscritto il disegno di legge del collega Luigi Manconi che propone di istituire il codice identificativi sui caschi delle forze dell’ordine.
Codice identificativo per le forze dell’ordine, DDL Manconi sottoscritto dalla Senatrice Spilabotte
La
senatrice Maria Spilabotte ha sottoscritto il disegno di legge del
collega Luigi Manconi che propone di istituire il codice identificativi
sui caschi delle forze dell’ordine. Spiega
la Senatrice Spilabotte: “Negli ultimi 15 anni, per limitarci alla fase
più recente della nostra storia, troppe sono state le illegalità
commesse da poliziotti e militari chiamati a gestire l’ordine pubblico.
Gli ultimi episodi dello scorso 12 Aprile a Roma riportano tale tema
d’attualità: così come in passato, si sono verificati episodi in cui la
polizia è colpevole ma il fatto che i poliziotti avessero agito a volto
coperto ha reso impossibile stabilire i responsabili. Nella maggior
parte dei paesi europei, le forze dell’ordine indossano divise provviste
di codici identificativi. Grazie a questo semplice codice, ogni agente
potrebbe essere identificato da parte della Magistratura nel caso in cui
si rendesse reo di condotte penalmente rilevanti. Sarebbe uno strumento
efficace a tutela dei cittadini e della loro libertà di partecipazione e
mobilitazione, ma anche per tutelare i molti agenti delle forze
dell’ordine che in quelle piazze si comportano degnamente e con spirito e
senso del dovere. Il disegno di legge inoltre prevede il divieto
assoluto di indossare, da parte di agenti, segni distintivi propri di
alcune professioni per le quali le norme e l’uso hanno sempre garantito
speciali salvaguardie per assicurare la libertà di informazione, per
quanto riguarda i giornalisti, o la libertà di movimento per quanti
(medici, paramedici, vigili del fuoco) garantiscono i servizi di
emergenza. La normativa prevede naturalmente sanzioni per chi
contravvenga alle disposizioni previste. Introdurre il codice
identificativo per attribuire responsabilità, contribuendo a distinguere
gli operatori che svolgono il proprio lavoro con perizia da quelli che
invece incorrono in abusi e illegalità, è un ulteriore passo di civiltà,
che tutela i cittadini e le forze dell’ordine sane e responsabili,
infatti è un provvedimento già in vigore in molti stati d’Europa”.
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