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giovedì 18 settembre 2014

Carceri: l'Espresso, agente Parma 'cosi' picchiamo reclusi'


Carceri: l'Espresso, agente Parma 'cosi' picchiamo reclusi'
(Ripetizione con titolo corretto)
(ANSA) - PARMA, 18 SET - ''Ne ho picchiati tanti, non mi
ricordo se in mezzo c'eri anche tu''. Sono le parole di una
guardia carceraria dell'Istituto penitenziario di Parma,
registrata di nascosto da un detenuto. Un documento sulla
violenza nelle carceri di Parma rivelato da "l'Espresso"
in edicola domani, a pochi giorni dall'apertura del processo
d'appello per la morte di Stefano Cucchi.
Nei nastri anche la voce di un medico che si rivolge ad un
detenuto: ''Vuole denunciarle? Poi le guardie scrivono nei loro
verbali che non e' vero... Che il detenuto e' caduto dalle scale;
oppure il detenuto ha aggredito l'agente che si e' difeso, ok? Ha
presente il caso Cucchi? Hanno accusato i medici di omicidio e
le guardie no... Ma quello e' morto, ha capito? E' morto per le
botte''. I nastri verranno depositati dall'avv.Fabio Anselmo, lo
stesso che assiste la famiglia Cucchi. A registrarli Rachid
Assarag, detenuto marocchino condannato per violenza sessuale:
un reato che avrebbe spinto gli agenti a infliggergli un
supplemento di punizione, pestaggi durati tutto il 2010.
L'apparecchio audio per fare le registrazioni gli e' stato
fatto arrivare in cella dalla moglie italiana. Nei nastri si
sente il recluso che descrive la chiazza di sangue sul muro
della cella: ''Va bene assistente, guarda il sangue che e' ancora
li', guarda, non ho pulito da quel giorno, lo vedi?''. ''Si', ho
visto'', conferma la guardia. Denunciare pero' e' inutile: ''Come
ti porto, ti posso far sotterrare. Comandiamo noi, ne' avvocati,
ne' giudici - dichiara un agente - Nelle denunce tu puoi scrivere
quello che vuoi, io posso scrivere quello che voglio, dipende
poi cosa scrivo io...''.
Il direttore all'epoca in forza al carcere di Parma, anticipa
sempre l'Espresso, ha preferito non rilasciare dichiarazioni
mentre i sindacati di categoria delle guardie carcerarie hanno
difeso la corretta gestione dell'istituto. "Mi sembra davvero
singolare che a pochi giorni dall'apertura del processo di
appello per la morte di Stefano Cucchi, rispetto al quale i
poliziotti penitenziari coinvolti sono stati assolti dall'accusa
di pestaggi e lesioni, spunti un nastro su presunte violenze in
danno di detenuti nel carcere di Parma - dichiara Donato Capece,
segretario generale del sindacato Sappe - Invito tutti a non
trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti
giudiziari. Come mai spunta solo ora, quel nastro registrato non
si sa come e non si sa da chi? Come mai non e' stato portato
subito ai magistrati? Noi confidiamo nella Magistratura perche'
la Polizia penitenziaria, a Parma come in ogni altro carcere
italiano, non ha nulla da nascondere''.
''L'autore della denuncia riportata dall'Espresso non posso
dirle se e' ancora recluso presso il carcere di Parma e, qualora
lo fosse, non si e' rivolto al sottoscritto'', spiega invece
all'ANSA Roberto Cavalieri, garante per il comune di Parma delle
persone sottoposte a misure limitative della liberta' personale.
''La mia attivita' - prosegue Cavalieri - si svolge su richiesta
di colloquio da parte dei detenuti reclusi nell'Istituto della
citta', dei loro famigliari e, piu' raramente, dei legali dei
reclusi. Nel corso del lavoro di quest'anno, circa cento
colloqui, mi sono stati rappresentati tre casi di presunta
violenza: uno di percosse denunciato alla Procura della
Repubblica di Parma dal detenuto stesso e segnalato alla stessa
autorita' dal sottoscritto congiuntamente alla Garante regionale,
dr.ssa Desi Bruno, uno di minacce per le quali sto seguendo la
valutazione con la presunta vittima e uno giunto in forma
anonima e riguardante frasi ingiuriose contro un detenuto e
scritte da un agente della Polizia penitenziaria nel proprio
profilo presente in un noto social media''.

Y5C-MR/AU
18-SET-14 19:20 NNNN

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