Cucchi: agente polizia Bologna, chiedo scusa alla famiglia
Lettera a L'Espresso, rompo silenzio cui siamo condannati
(ANSA) - ROMA, 4 NOV - "Chiedo scusa alla famiglia Cucchi per
questo oltraggio infinito". Sono le parole di un agente di
polizia della Questura di Bologna che ha affidato ad una lettera
aperta pubblicata dall'edizione online dell'Espresso il suo
commento sul processo Cucchi e sull'assoluzione di tutti gli
indagati in appello.
"Servo lo Stato da 26 anni - comincia la lettera di Francesco
Nicito - soltanto grazie a un prudente disincanto che mi
permette ancora di sopravvivere tra le pieghe di quel medesimo
nulla costituito per lo pi— da ingiustizie, bugie, miserie
umane, silenzi, paure, sofferenze. Oggi intendo rompere quel
silenzio cui si Š condannati quasi contrattualmente da
regolamenti di servizio che impongono e mitizzano l'obbedire
tacendo, perch‚ le parole pronunciate dal Segretario nazionale
del Sap all'esito della pronuncia di assoluzione non restino
consegnate anch'esse al fenomeno di cui sopra".
Il poliziotto critica apertamente le dichiarazioni del
sindacato di polizia chiedendo "scusa alla famiglia Cucchi per
questo oltraggio infinito, per questa deriva che non pu•
rappresentare la totalit… degli appartenenti alle forze di
polizia neppure quelli a cui per regolamento Š precluso il
diritto di indignarsi e di affrancarsi dalla convivenza col
divieto di opinione. Nel dubbio, semplicemente nel dubbio".
(ANSA).
PD
04-NOV-14 13:05 NNNN
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