NEWS MINORI. Lettera alla scuola: Sempre piu' bambini in poverta' assoluta
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 17 nov. - Cresce in
Italia il numero di bambini in poverta' assoluta: 1 su 8 vive in
questa condizione, il 14% in piu' rispetto all'anno precedente.
E' uno dei dati piu' significativi dell'ottavo Atlante
dell'infanzia a rischio 'Lettera alla scuola' di Save the
Children, pubblicato da Treccani, che sara' disponibile nelle
librerie italiane da fine novembre. L'Atlante, presentato questa
mattina presso la Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica a Roma,
propone un percorso in sei capitoli attraverso la scuola italiana
con l'obiettivo di osservare e ascoltare il nostro sistema
scolastico dalla prospettiva degli studenti e, in particolare, di
coloro che vivono ai margini rischiando, oggi come cinquant'anni
fa, di venire espulsi (anche) dalla scuola. Tra i temi analizzati
oltre a quello della poverta', anche la disuguaglianza sociale,
il rendimento scolastico e l'incidenza di internet nei bambini.
Poverta', diseguaglianza sociale e rendimento scolastico. Secondo
Save the children, i minori in poverta' assoluta sono 1.292.000 e
la diseguaglianza sociale condiziona il rendimento scolastico,
con oltre 1 quindicenne su 4 bocciato in contesti socio-economici
svantaggiati.
Ogni anno oltre 130 mila ragazzi sono a rischio dispersione
scolastica e l'abbandono continua a essere tra le sfide maggiori
per la scuola italiana. In un'Italia in cui le famiglie con
minori in poverta' assoluta in dieci anni sono quintuplicate, che
si trova a fare i conti con gli effetti della recessione sulla
motivazione dei giovanissimi e che e' sempre piu' vecchia, con
oltre 165 anziani ogni 100 bambini, alunni e studenti spesso non
trovano nella scuola risposte efficaci alle sfide di oggi (fonte
Ocse). Nel sistema scolastico nazionale le diseguaglianze sociali
continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni. Secondo
fonti Ocse, negli istituti con un indice
socio-economico-culturale piu' basso, infatti, piu' di 1
quindicenne su 4 (il 27,4%) e' ripetente, mentre negli istituti
con indice alto la quota scende quasi a 1 su 23 (il 4,4%). Uno
studente di quindici anni su 2 (il 47%) proveniente da un
contesto svantaggiato, inoltre, non raggiunge il livello minimo
di competenza in lettura, otto volte tanto rispetto a un coetaneo
cresciuto in una famiglia agiata. Tra i bambini e i ragazzi che
vivono in condizioni di disagio e' ancora elevato il rischio di
dispersione scolastica: nelle scuole secondarie di secondo grado
il tasso di abbandono in un anno e' stato del 4,3%, pari a
112.000 ragazzi, mentre in quelle di primo grado il tasso scende
all'1,35%, che corrisponde a 23.000 alunni. Da quanto emerge dai
dati Istat (elaborazioni per Save the children), in Italia vivono
669.000 famiglie con minori in condizione di poverta' assoluta
che, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa
alimentare, possono spendere solo 40 euro per la cultura e 7.60
per l'istruzione al mese. E' un fenomeno che investe tutto il
paese: i bambini in tale situazione - 1.292.000, il 14% in piu'
in un anno - rappresentano il 12,5% del totale dei minori (il 12%
al Nord, l'11,6% al Centro, il 13,7% al Mezzogiorno).
L'inasprimento delle condizioni di poverta' ha colpito,
soprattutto, le famiglie numerose, con genitori giovani, di
recente immigrazione. Una famiglia di origine straniera con
bambini su tre vive in poverta' assoluta. Il peggioramento della
situazione economica e' confermato dall'incremento dei minorenni
in poverta' relativa che nel 2016 hanno raggiunto il 22,3%
(+20,2%).
La correlazione tra la condizione socio-economica e il
successo (o l'insuccesso) scolastico in Italia e' piu' forte che
altrove: nelle scuole che presentano un indice socio-economico
basso l'incidenza di ripetenze rispetto alle scuole con un indice
elevato e' 23 punti percentuali maggiore, laddove la differenza
media nei paesi Ocse e' del 14,3%. L'Ocse calcola poi che in
Italia la probabilita' di ripetenze aumenta per i maschi (+104%)
e per gli alunni di origine migrante (+117%).
'Negli ultimi decenni il quadro dell'infanzia in Italia ha subito
trasformazioni epocali alle quali la scuola ha dovuto fare
fronte' ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Programmi
Italia Europa di Save the Children. 'La denatalita' ha comportato
la perdita di un terzo della popolazione in eta' dell'obbligo
scolastico; le rivoluzioni culturali e tecnologiche, cosi' come
l'ingresso di un milione di bambini di origine migrante
nelsistema scolastico, hanno rappresentato una grande sfida di
cambiamento per la scuola. Nel frattempo, per effetto della
recessione, nuove poverta' economiche e educative sono tornate a
minacciare il futuro dei bambini. Davanti a queste vere e proprie
rivoluzioni, la scuola italiana e' stata spesso lasciata sola,
non sorretta da risorse adeguate e politiche lungimiranti per
poter reggere il passo dei tempi.
In un paese segnato da grandi squilibri territoriali, l'Italia
non ha mai sperimentato un dispositivo nazionale per sostenere le
scuole nei contesti piu' svantaggiati'. Disconnessi culturali e
ultraconnessi.Save The Children nel suo Atlante pone l'accento
anche sull'accesso dei bambini alle attivita' culturali. Un
fattore quest'ultimo che e' strettamente
correlato alle condizioni socio-economiche delle famiglie:
all'aumento delle poverta' economiche sono corrisposte infatti
anche nuove poverta' educative. Molti bambini non hanno accesso a
attivita' culturali, dai dati Istat emerge infatti che sei
ragazzi su 10 (il 59,9%) tra i 6 e i 17 anni non arrivano a
svolgere, in un anno, quattro delle seguenti attivita' culturali:
lettura di almeno un libro, sport continuativo, concerti,
spettacoli teatrali, visite a monumenti e siti archeologici,
visite a mostre e musei, accesso a internet.
Mentre i bambini in condizioni svantaggiate non accedono mai, in
un anno, al web, c'e' una folta schiera di ultraconnessi: in
Italia quasi 1 quindicenne su 4 (23,3%) risulta collegato a
internet piu' di 6 ore al giorno, ben al di sopra della media
Ocse ferma al 16,2%. L'eta' in cui un bambino riceve il primo
smartphone e' scesa a 11 anni e mezzo (erano 12 e mezzo nel
2015), l'87% dei 12-17enni ha almeno un profilo social e 1 su 3
vi trascorre 5 o piu' ore al giorno(sondaggio Ipsos per Save the
children) Una scuola (non) a misura di bambino.E' soprattutto il
basso tasso di spesa del PIL nazionale(4%) nel settore
dell'istruzione a rendere le scuole italiane sempre piu' carenti
di strutture e laboratori, riuscendo a dare solo in parte una
risposta alle problematiche che incontra.
La media europea infatti secondo dati Eurostat e' di quasi un
punto percentuale suoeriore (4,9%), e le poche risorse in Italia
si traducono in strutture spesso poco o male attrezzate. Il 41%
delle scuole secondarie di primo grado, per esempio, lamenta una
scarsa dotazione di laboratori e ambienti di apprendimento adatti
a sperimentare nuove prassi didattiche, con 4 scuole su 10 che
possono fare affidamento su meno di un laboratorio ogni 100
studenti. Infine secondo un elaborazione di Invalsi, solo il
17,4% degli istituti scolastici (1 scuola su 6), inoltre, e'
dotato di almeno una palestra in ogni sede, mentre, sebbene quasi
tutte abbiano una biblioteca, meno di 3 su 4 danno la
possibilita' di effettuare un servizio prestito e meno di un
terzo del patrimonio librario risulta utilizzato. Appare evidente
anche il divario tra Nord e Sud: se nel Settentrione 2
biblioteche su 3 sono dotate di almeno 3.000 volumi, nel
Mezzogiorno lo e' solo 1 su 3.
'Fuoriclasse in movimento'.Per rispondere a una delle sfide
principali, quella del contrasto alla dispersione scolastica,
Save the children ha lanciato Fuoriclasse in Movimento, la rete
nazionale di 150 scuole che promuove il confronto tra docenti,
alunni e genitori per individuare soluzioni e azioni per
contrastarlo. L'iniziativa mette in rete 150 istituti in tutta
Italia, raggiungendo in modo diretto 20 mila minori e
coinvolgendo attivamente circa 2000 insegnanti e 1000 genitori.
L'obiettivo e' cambiare le politiche scolastiche, partendo dal
dialogo tra docenti, studenti e famiglie: strumento centrale in
questo percorso sono i Consigli fuoriclasse, tavoli di confronto
per definire insieme soluzioni e azioni di cambiamento nel campo
della didattica, delle relazioni, della riqualificazione degli
spazi scolastici in seguito all'analisi dei problemi e delle
esigenze del singolo istituto e del territorio.
(Red/ Dire)
08:23 17-11-17
NNNN
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 17 nov. - Cresce in
Italia il numero di bambini in poverta' assoluta: 1 su 8 vive in
questa condizione, il 14% in piu' rispetto all'anno precedente.
E' uno dei dati piu' significativi dell'ottavo Atlante
dell'infanzia a rischio 'Lettera alla scuola' di Save the
Children, pubblicato da Treccani, che sara' disponibile nelle
librerie italiane da fine novembre. L'Atlante, presentato questa
mattina presso la Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica a Roma,
propone un percorso in sei capitoli attraverso la scuola italiana
con l'obiettivo di osservare e ascoltare il nostro sistema
scolastico dalla prospettiva degli studenti e, in particolare, di
coloro che vivono ai margini rischiando, oggi come cinquant'anni
fa, di venire espulsi (anche) dalla scuola. Tra i temi analizzati
oltre a quello della poverta', anche la disuguaglianza sociale,
il rendimento scolastico e l'incidenza di internet nei bambini.
Poverta', diseguaglianza sociale e rendimento scolastico. Secondo
Save the children, i minori in poverta' assoluta sono 1.292.000 e
la diseguaglianza sociale condiziona il rendimento scolastico,
con oltre 1 quindicenne su 4 bocciato in contesti socio-economici
svantaggiati.
Ogni anno oltre 130 mila ragazzi sono a rischio dispersione
scolastica e l'abbandono continua a essere tra le sfide maggiori
per la scuola italiana. In un'Italia in cui le famiglie con
minori in poverta' assoluta in dieci anni sono quintuplicate, che
si trova a fare i conti con gli effetti della recessione sulla
motivazione dei giovanissimi e che e' sempre piu' vecchia, con
oltre 165 anziani ogni 100 bambini, alunni e studenti spesso non
trovano nella scuola risposte efficaci alle sfide di oggi (fonte
Ocse). Nel sistema scolastico nazionale le diseguaglianze sociali
continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni. Secondo
fonti Ocse, negli istituti con un indice
socio-economico-culturale piu' basso, infatti, piu' di 1
quindicenne su 4 (il 27,4%) e' ripetente, mentre negli istituti
con indice alto la quota scende quasi a 1 su 23 (il 4,4%). Uno
studente di quindici anni su 2 (il 47%) proveniente da un
contesto svantaggiato, inoltre, non raggiunge il livello minimo
di competenza in lettura, otto volte tanto rispetto a un coetaneo
cresciuto in una famiglia agiata. Tra i bambini e i ragazzi che
vivono in condizioni di disagio e' ancora elevato il rischio di
dispersione scolastica: nelle scuole secondarie di secondo grado
il tasso di abbandono in un anno e' stato del 4,3%, pari a
112.000 ragazzi, mentre in quelle di primo grado il tasso scende
all'1,35%, che corrisponde a 23.000 alunni. Da quanto emerge dai
dati Istat (elaborazioni per Save the children), in Italia vivono
669.000 famiglie con minori in condizione di poverta' assoluta
che, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa
alimentare, possono spendere solo 40 euro per la cultura e 7.60
per l'istruzione al mese. E' un fenomeno che investe tutto il
paese: i bambini in tale situazione - 1.292.000, il 14% in piu'
in un anno - rappresentano il 12,5% del totale dei minori (il 12%
al Nord, l'11,6% al Centro, il 13,7% al Mezzogiorno).
L'inasprimento delle condizioni di poverta' ha colpito,
soprattutto, le famiglie numerose, con genitori giovani, di
recente immigrazione. Una famiglia di origine straniera con
bambini su tre vive in poverta' assoluta. Il peggioramento della
situazione economica e' confermato dall'incremento dei minorenni
in poverta' relativa che nel 2016 hanno raggiunto il 22,3%
(+20,2%).
La correlazione tra la condizione socio-economica e il
successo (o l'insuccesso) scolastico in Italia e' piu' forte che
altrove: nelle scuole che presentano un indice socio-economico
basso l'incidenza di ripetenze rispetto alle scuole con un indice
elevato e' 23 punti percentuali maggiore, laddove la differenza
media nei paesi Ocse e' del 14,3%. L'Ocse calcola poi che in
Italia la probabilita' di ripetenze aumenta per i maschi (+104%)
e per gli alunni di origine migrante (+117%).
'Negli ultimi decenni il quadro dell'infanzia in Italia ha subito
trasformazioni epocali alle quali la scuola ha dovuto fare
fronte' ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Programmi
Italia Europa di Save the Children. 'La denatalita' ha comportato
la perdita di un terzo della popolazione in eta' dell'obbligo
scolastico; le rivoluzioni culturali e tecnologiche, cosi' come
l'ingresso di un milione di bambini di origine migrante
nelsistema scolastico, hanno rappresentato una grande sfida di
cambiamento per la scuola. Nel frattempo, per effetto della
recessione, nuove poverta' economiche e educative sono tornate a
minacciare il futuro dei bambini. Davanti a queste vere e proprie
rivoluzioni, la scuola italiana e' stata spesso lasciata sola,
non sorretta da risorse adeguate e politiche lungimiranti per
poter reggere il passo dei tempi.
In un paese segnato da grandi squilibri territoriali, l'Italia
non ha mai sperimentato un dispositivo nazionale per sostenere le
scuole nei contesti piu' svantaggiati'. Disconnessi culturali e
ultraconnessi.Save The Children nel suo Atlante pone l'accento
anche sull'accesso dei bambini alle attivita' culturali. Un
fattore quest'ultimo che e' strettamente
correlato alle condizioni socio-economiche delle famiglie:
all'aumento delle poverta' economiche sono corrisposte infatti
anche nuove poverta' educative. Molti bambini non hanno accesso a
attivita' culturali, dai dati Istat emerge infatti che sei
ragazzi su 10 (il 59,9%) tra i 6 e i 17 anni non arrivano a
svolgere, in un anno, quattro delle seguenti attivita' culturali:
lettura di almeno un libro, sport continuativo, concerti,
spettacoli teatrali, visite a monumenti e siti archeologici,
visite a mostre e musei, accesso a internet.
Mentre i bambini in condizioni svantaggiate non accedono mai, in
un anno, al web, c'e' una folta schiera di ultraconnessi: in
Italia quasi 1 quindicenne su 4 (23,3%) risulta collegato a
internet piu' di 6 ore al giorno, ben al di sopra della media
Ocse ferma al 16,2%. L'eta' in cui un bambino riceve il primo
smartphone e' scesa a 11 anni e mezzo (erano 12 e mezzo nel
2015), l'87% dei 12-17enni ha almeno un profilo social e 1 su 3
vi trascorre 5 o piu' ore al giorno(sondaggio Ipsos per Save the
children) Una scuola (non) a misura di bambino.E' soprattutto il
basso tasso di spesa del PIL nazionale(4%) nel settore
dell'istruzione a rendere le scuole italiane sempre piu' carenti
di strutture e laboratori, riuscendo a dare solo in parte una
risposta alle problematiche che incontra.
La media europea infatti secondo dati Eurostat e' di quasi un
punto percentuale suoeriore (4,9%), e le poche risorse in Italia
si traducono in strutture spesso poco o male attrezzate. Il 41%
delle scuole secondarie di primo grado, per esempio, lamenta una
scarsa dotazione di laboratori e ambienti di apprendimento adatti
a sperimentare nuove prassi didattiche, con 4 scuole su 10 che
possono fare affidamento su meno di un laboratorio ogni 100
studenti. Infine secondo un elaborazione di Invalsi, solo il
17,4% degli istituti scolastici (1 scuola su 6), inoltre, e'
dotato di almeno una palestra in ogni sede, mentre, sebbene quasi
tutte abbiano una biblioteca, meno di 3 su 4 danno la
possibilita' di effettuare un servizio prestito e meno di un
terzo del patrimonio librario risulta utilizzato. Appare evidente
anche il divario tra Nord e Sud: se nel Settentrione 2
biblioteche su 3 sono dotate di almeno 3.000 volumi, nel
Mezzogiorno lo e' solo 1 su 3.
'Fuoriclasse in movimento'.Per rispondere a una delle sfide
principali, quella del contrasto alla dispersione scolastica,
Save the children ha lanciato Fuoriclasse in Movimento, la rete
nazionale di 150 scuole che promuove il confronto tra docenti,
alunni e genitori per individuare soluzioni e azioni per
contrastarlo. L'iniziativa mette in rete 150 istituti in tutta
Italia, raggiungendo in modo diretto 20 mila minori e
coinvolgendo attivamente circa 2000 insegnanti e 1000 genitori.
L'obiettivo e' cambiare le politiche scolastiche, partendo dal
dialogo tra docenti, studenti e famiglie: strumento centrale in
questo percorso sono i Consigli fuoriclasse, tavoli di confronto
per definire insieme soluzioni e azioni di cambiamento nel campo
della didattica, delle relazioni, della riqualificazione degli
spazi scolastici in seguito all'analisi dei problemi e delle
esigenze del singolo istituto e del territorio.
(Red/ Dire)
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