MERCOLEDÌ 03 LUGLIO 2019 08.02.31
LIBIA. RAID SU CENTRO DETENZIONE MIGRANTI, SOCCORRITORI: 40 MORTI
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LIBIA. RAID SU CENTRO DETENZIONE MIGRANTI, SOCCORRITORI: 40 MORTI
L'EPISODIO A TAJOURA, SOTTO ACCUSA AVIAZIONE GENERALE HAFTAR
(DIRE) Roma, 3 lug. - Almeno 40 migranti sono morti, dopo che
questa notte il centro di detenzione in cui erano rinchiusi e'
stato colpito da due bombardamenti avvenuti a pochi minuti di
distanza l'uno dall'altro: lo hanno denunciato fonti concordanti,
in particolare dei servizi di soccorso.
L'episodio si e' consumato a Tajoura, un quartiere a una
ventina di chilometri a est della capitale, come hanno confermato
fonti del governo di Tripoli, puntando il dito contro le milizie
del generale Khalifa Haftar. Quest'ultimo da aprile continua ad
alimentare scontri per conquistare Tripoli e rovesciare il
governo di unita' nazionale sostenuto dall'Onu, con rischi per la
popolazione locale e anche i migranti, impossibilitati a lasciare
i centri di detenzione come quello di Tajoura. In totale si
tratterebbe di poco piu' di 5.800 persone, stando a dati dell'Onu.
Secondo un portavoce del Servizio di emergenza, Osama Ali, il
bilancio dei morti "e' solo provvisorio, e potrebbe essere
destinato ad aumentare" nelle prossime ore. I soccorritori, ha
detto Ali, hanno portato via i corpi di una quarantina di
persone, ma il timore e' che molti altri siano sotto le macerie.
Altri 80 sarebbero quelli rimasti feriti. In totale a Tajoura
erano rinchiuse 150 persone, in maggioranza originarie di
Eritrea, Somalia e Sudan. Inoltre molte di queste - denunciano
alcuni media internazionali - erano rinchiuse a causa dei
rimpatri della Guardia costiera libica finanziata dall'Unione
Europea. Alcuni attendevano di conoscere il proprio destino anche
da due anni.
La vicenda getta una nuova ombra sulle politiche migratorie
degli Stati europei, a cui da tempo le organizzazioni umanitarie
chiedono di portare via i migranti bloccati nei centri. "5.800
persone non e' un numero enorme, e' impossibile che i governi
europei non riescano a trovare una soluzione", aveva dichiarato
Julien Raickman, responsabile di Medici senza frontiere, in una
conferenza stampa a Roma il mese scorso.
Nel mirino delle critiche sono finite anche le agenzie delle
Nazioni Unite per migranti e rifugiati, dopo che domenica scorsa
e' circolata la notizia della morte di 20 migranti per fame, sete
e malattie nel centro di detenzione di Zintan, nel nord. L'Alto
commissariato per i rifugiati (Unhcr) si e' giustificato
spiegando che a causa del conflitto armato gli operatori non
possono piu' raggiungere liberamente questi luoghi.
Questa notte, dopo il bombardamento di Tajoura, l'Unhcr in una
nota ha condannatto l'attacco e sollecitato le parti in guerra a
risparmiare i civili, i quali "non possono mai essere un
obettivo".
(Alf/Dire)
08:01 03-07-19
NNNN
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