LUNEDÌ 23 SETTEMBRE 2019 11.20.36
Salute, antibiotici più efficienti: trovata possibile chiave ingresso
Salute, antibiotici più efficienti: trovata possibile chiave ingresso Meccanismo consente a farmaci di entrare nei batteri più resistenti
Roma, 23 set. (askanews) - È stato spiegato il meccanismo
molecolare con cui aggirare l'antibiotico-resistenza di uno dei
quattro batteri più pericolosi del mondo, secondo la classifica
dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il lavoro,
pubblicato su Nature Communications, è frutto di una
collaborazione internazionale tra l'Istituto officina dei
materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), le
università di Cagliari e di Oxford e il Centre national de la
recherche scientifique (Cnrs).
L'antibiotico resistenza, che secondo l'Oms uccide 700mila
persone l'anno, è un problema rilevante per le case
farmaceutiche, che faticano a sintetizzare nuovi prodotti. Gli
antibiotici già esistenti non funzionano più, perché i batteri
hanno imparato a riconoscerli e per sconfiggerli bisognerebbe
usare dosi tossiche per l'uomo.
Il consorzio pubblico di ricercatori scienziati dell'Imi,
un'iniziativa dell'Ue che si occupa di medicina innovativa, ha
avviato una ricerca nell'ambito di un più ampio progetto europeo
per affiancare le case farmaceutiche nella soluzione di problemi
di questo genere.
"La difficoltà non è identificare le molecole capaci di uccidere
i batteri, quanto quella di renderle capaci di raggiungerli,
penetrandone la membrana esterna, un problema che risulta
evidente quando si passa dagli esperimenti in laboratorio a
quelli in vivo. La membrana di alcuni batteri è particolarmente
spessa e affinché l'antibiotico raggiunga il batterio è
necessario trovare dei varchi", spiega Matteo Ceccarelli, del
Cnr-Iom.
Una possibile via di ingresso è stata svelata nei suoi aspetti
molecolari dal nuovo studio. "Si immagini la spessa membrana che
protegge il batterio come un muro con una serie di porte e
finestre: sono chiuse, ma esiste una chiave per aprirle. In
questo caso la porta è un recettore dal nome PfeA e la chiave si
chiama Enterobactin", prosegue Ceccarelli, "il trucco sta nel
legare a questa molecola anche il nostro antibiotico, cosicché i
recettori PfeA vengano ingannati e lascino passare anche il
framaco attraverso la membrana".
La potenziale via di accesso per far penetrare gli antibiotici è
stata studiata in Pseudomonas aeuroginosa uno dei quattro batteri
considerati dall'Oms i più pericolosi del mondo, responsabile di
molte gravi infezioni fra le quali la polmonite nei pazienti
affetti da fibrosi cistica.
"ma se ne possono trovare di molto simili in altri batteri:
Escherichia coli, per esempio, ne ha uno (FepA) che funziona
nella stessa maniera", conclude il ricercatore Cnr-Iom.
Ogni partner della ricerca ha avuto un ruolo differente:
l'università di Oxford si è occupato della produzione e
cristallizzazione del recettore, il Cnrs di Strasburgo ha
sintetizzato la molecola Eterobactin, Cnr-Iom con l'università di
Cagliari si sono occupati di studiare e modellizzare
l'interazione tra Enterobactin e il recettore PfeA.
Cro-Mpd 20190923T112028Z
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