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lunedì 30 settembre 2019

TUMORI: SENO TRIPLO NEGATIVO, IMMUNO PIU' CHEMIO FUNZIONA PRIMA DI CHIRURGIA

LUNEDÌ 30 SETTEMBRE 2019 11.06.46

TUMORI: SENO TRIPLO NEGATIVO, IMMUNO PIU' CHEMIO FUNZIONA PRIMA DI CHIRURGIA =

ADN0181 7 CRO 0 ADN CRO NAZ TUMORI: SENO TRIPLO NEGATIVO, IMMUNO PIU' CHEMIO FUNZIONA PRIMA DI CHIRURGIA = Aumentano i tassi di risposta patologica completa Barcellona, 30 set. (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Margherita Lopes) - Nel tumore del seno più insidioso, quello triplo negativo, l'associazione dell'immunoterapia con la chemio è in grado di eliminare le cellule tumorali nella mammella e nei linfonodi (risposta patologia completa) prima dell'intervento chirurgico. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase III Keynote-522 per il trattamento neoadiuvante (prima della chirurgia) e adiuvante (dopo la chirurgia) di pazienti con tumore al seno triplo negativo in stadio iniziale, presentati a Barcellona al Congresso Esmo (Società europea di oncologia medica). La ricerca è stata condotta su circa 1.200 donne. "La risposta patologica completa - spiega Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all'università degli Studi di Milano e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all'Istituto europeo di oncologia di Milano - è un parametro molto importante, perché consiste nell'assenza di tumore invasivo sia nella mammella che nei linfonodi, ed è strettamente legato all'esito favorevole a lungo termine, cioè alla sopravvivenza. Lo studio ha valutato un regime neoadiuvante di pembrolizumab (terapia anti-Pd-1), in associazione alla chemioterapia, seguita da pembrolizumab come monoterapia adiuvante, rispetto a un regime di chemioterapia neoadiuvante seguito da placebo". (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-SET-19 11:06 NNNN

LUNEDÌ 30 SETTEMBRE 2019 11.06.46

TUMORI: SENO TRIPLO NEGATIVO, IMMUNO PIU' CHEMIO FUNZIONA PRIMA DI CHIRURGIA (2) =
ADN0182 7 CRO 0 ADN CRO NAZ TUMORI: SENO TRIPLO NEGATIVO, IMMUNO PIU' CHEMIO FUNZIONA PRIMA DI CHIRURGIA (2) = (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Margherita Lopes) - In fase neoadiuvante, il trattamento con pembrolizumab in associazione alla chemio ha aumentato significativamente la risposta patologica completa rispetto alla sola chemioterapia: si è passati dal 51,2% al 64,8% di pazienti con nessun tumore residuo invasivo alla mammella e ai linfonodi. Il vantaggio osservato"era indipendente dall'espressione di Pd-L1", aggiunge l'esperto. Il profilo di sicurezza con immuno e chemio era in linea con quanto osservato in precedenti studi: "In pratica, abbiamo visto che l'aggiunta dell'immunoterapico non aumenta la tossicità tipica della chemio", spiega l'oncologo. "Nel 2019 in Italia sono stimati 53.500 nuovi casi di tumore della mammella e la forma triplo negativa, il 15%, è la più aggressiva - ricorda Curigliano - E spesso le pazienti sono donne giovani. Fino ad oggi la chemioterapia era l'unica terapia utilizzabile, dal momento che, a differenza di quanto avviene nei tipi recettori ormonali positivi ed Her2-positivi, manca un bersaglio specifico per la cura della malattia. La risposta patologica completa è un parametro molto importante perché è strettamente correlato all'esito favorevole a lungo termine, cioè alla sopravvivenza. In generale - conclude - il futuro va nella direzione di identificare piccoli gruppi di pazienti con determinate caratteristiche, in grado di beneficiare di terapie 'su misura'". (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 30-SET-19 11:06 NNNN 

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