Corriere della Sera di lunedì 30 dicembre 2019, pagina 9
Italiani pessimisti sull'economia Timori dal 77% - Italiani più pessimisti rispetto a un anno fa Il 77% è preoccupato per lavoro ed economia
IL SONDAGGIO VA PEGGIO DELL'ANNO SCORSO Italiani pessimisti sull'economia 'lYmori dal 77 di Nando PagnoncalH I177 per cento degli italiani è preoccupato per lavoro ed economia. Lo rivela il nuovo sondaggio dell'Ipsos.
a pagina 9 Italiani più pessimisti rispello a un anno fa I1 77% è preoccupato per lavoro ed economia Ma calano i timori su immigrazione e sicurezza di Nando Pagnoncapl II divario II giudizio sull'area di residenza è migliore Sul dato nazionale pesa l'attualità politica Dicembre è tempo di bilanci, soprattutto a conclusione di un anno che negli auspici del presidente Conte avrebbe dovuto essere «bellissimo». Non sembrano di questo parere gli italiani, il cui sguardo sul Paese appare ancor più severo di un anno fa. Infatti oggi quasi uno su due (49%) ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata (+ 10% rispetto al dicembre 2018), mentre il 21% è convinto che abbia intrapreso la giusta strada (-14%) e il 30% sospende il giudizio. Solamente il 15% degli italiani esprime un giudizio positivo sull'economia del Paese (-3% rispetto al 2018), mentre il 76% è di parere opposto. La maggioranza assoluta (53%) non intravede alcun segnale di ripresa (+ 6%), mentre il 2.4% ritiene che vi siano alcune avvisaglie e solo una minima parte (2%) è del parere che i segnali di miglioramento siano evidenti. La graduatoria delle preoccupazioni degli italiani fa registrare qualche cambiamento rispetto allo scorso anno: invitati ad indicare le principali priorità del Paese, il 77% degli italiani indica spontaneamente il lavoro e l'economia (+2%), seguiti dal funzionamento delle istituzioni e dalla situazione politica, menzionati dal 43% (in aumento di io punti), dal welfare (36%, in flessione di 2 punti). A seguire si colloca il tema dell'immigrazione (23%), in forte calo rispetto al dicembre 2018 14%), quindi la sicurezza (22%, in calo di 2 punti),l'aambiente (14%, in aumento di 6 punti) e la mobilità (2%). Le priorità riferite alla zona di residenza mostrano una graduatoria molto diversa, con l'eccezione dei temi dell'occupazione e dell'economia che si mantengono al primo posto, sia pure con un rilievo decisamente inferiore (44%). Al secondo posto, con lo stesso livello di citazioni (31%), si collocano le questioni ambientali e quelle della mobilità, a seguire la situazione politica locale (28%), welfare e assistenza (24%), la sicurezza (20%) e l'immigrazione che con il 7% si è quasi dimezzata rispetto al 2018. Nonostante tutto, la qualità della vita nella zona di residenza si mantiene piuttosto elevata: due italiani su tre (66%) esprimono un giudizio positivo (in calo di 2 punti rispetto al 2018), con punte vicine o superiori all'8o% nelle regioni settentrionali e centrali e valutazioni nettamente meno elevate in quelle meridionali e insulari (49%) dove i giudizi positivi e negativi si equivalgono. Confrontando la situazione attuale con quella degli ultimi anni il 45% ritiene che non sia cambiato nulla, il 36% è convinto che sia peggiorata e solo il 14% coglie un miglioramento. Da ultimo, rispetto alle prospettive economiche personali e familiari, quasi un italiano su due (46%) non si attende cambiamenti (ed è comprensibile, dato che redditi fissi e pensioni sono prevalenti nel Paese), il 24% è pessimista e il 22% ottimista. -segue sulla testata----------
a pagina 9 Italiani più pessimisti rispello a un anno fa I1 77% è preoccupato per lavoro ed economia Ma calano i timori su immigrazione e sicurezza di Nando Pagnoncapl II divario II giudizio sull'area di residenza è migliore Sul dato nazionale pesa l'attualità politica Dicembre è tempo di bilanci, soprattutto a conclusione di un anno che negli auspici del presidente Conte avrebbe dovuto essere «bellissimo». Non sembrano di questo parere gli italiani, il cui sguardo sul Paese appare ancor più severo di un anno fa. Infatti oggi quasi uno su due (49%) ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata (+ 10% rispetto al dicembre 2018), mentre il 21% è convinto che abbia intrapreso la giusta strada (-14%) e il 30% sospende il giudizio. Solamente il 15% degli italiani esprime un giudizio positivo sull'economia del Paese (-3% rispetto al 2018), mentre il 76% è di parere opposto. La maggioranza assoluta (53%) non intravede alcun segnale di ripresa (+ 6%), mentre il 2.4% ritiene che vi siano alcune avvisaglie e solo una minima parte (2%) è del parere che i segnali di miglioramento siano evidenti. La graduatoria delle preoccupazioni degli italiani fa registrare qualche cambiamento rispetto allo scorso anno: invitati ad indicare le principali priorità del Paese, il 77% degli italiani indica spontaneamente il lavoro e l'economia (+2%), seguiti dal funzionamento delle istituzioni e dalla situazione politica, menzionati dal 43% (in aumento di io punti), dal welfare (36%, in flessione di 2 punti). A seguire si colloca il tema dell'immigrazione (23%), in forte calo rispetto al dicembre 2018 14%), quindi la sicurezza (22%, in calo di 2 punti),l'aambiente (14%, in aumento di 6 punti) e la mobilità (2%). Le priorità riferite alla zona di residenza mostrano una graduatoria molto diversa, con l'eccezione dei temi dell'occupazione e dell'economia che si mantengono al primo posto, sia pure con un rilievo decisamente inferiore (44%). Al secondo posto, con lo stesso livello di citazioni (31%), si collocano le questioni ambientali e quelle della mobilità, a seguire la situazione politica locale (28%), welfare e assistenza (24%), la sicurezza (20%) e l'immigrazione che con il 7% si è quasi dimezzata rispetto al 2018. Nonostante tutto, la qualità della vita nella zona di residenza si mantiene piuttosto elevata: due italiani su tre (66%) esprimono un giudizio positivo (in calo di 2 punti rispetto al 2018), con punte vicine o superiori all'8o% nelle regioni settentrionali e centrali e valutazioni nettamente meno elevate in quelle meridionali e insulari (49%) dove i giudizi positivi e negativi si equivalgono. Confrontando la situazione attuale con quella degli ultimi anni il 45% ritiene che non sia cambiato nulla, il 36% è convinto che sia peggiorata e solo il 14% coglie un miglioramento. Da ultimo, rispetto alle prospettive economiche personali e familiari, quasi un italiano su due (46%) non si attende cambiamenti (ed è comprensibile, dato che redditi fissi e pensioni sono prevalenti nel Paese), il 24% è pessimista e il 22% ottimista. -segue sulla testata----------
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