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domenica 25 ottobre 2020

Resistenza: morto Germano Nicolini, comandante "Diavolo" =

 






DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 09.50.45


Resistenza: morto Germano Nicolini, comandante "Diavolo" =

(AGI) - Bologna, 25 ott. - "Ci ha lasciato Germano Nicolini, partigiano protagonista della Resistenza al nazifascimo. Fai buon viaggio Comandante Diavolo. Noi non ti dimenticheremo. Mai". Cosi' su Fb il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini saluta Germano Nicolini, noto con il nome di battaglia di "Diavolo", comandante partigiano, morto a quasi 101 anni nella sua casa di Correggio, nel reggiano. Nicolini era nato il 26 novembre 1919. Catturato a Roma dai tedeschi, riusci' a fuggire ed entro' nella brigata Sap Fratelli Manfredi di cui fu comandante. Nel 1946 divenne sindaco del suo paese Correggio, ma nel 1947 fu arrestato con l'accusa di omicidio di don Umberto Pessina e per questo condannato a 22 anni. Ne sconto' solo 10 grazie ad un indulto. Solo nel 1994 emerse chi era il vero colpevole e fu, infine, assolto nel processo di revisione della Corte di appello di Perugia.(AGI)Chc 250950 OCT 20 NNNN


DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 10.32.26


PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA =

ADN0140 7 CRO 0 ADN CRO RER NAZ RER PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA = Processato e condannato nel 1949, è stato assolto da ogni accusa nel 1994 Reggio Emilia, 25 ott. - (Adnkronos) - E' morto a Correggio (Reggio Emilia) l'ex comandante partigiano Germano NICOLINI, protagonista della Resistenza in Emilia, conosciuto con il nome di battaglia di "Diavolo". Avrebbe compiuto 101 anni il prossimo 26 novembre. Nel 1947 fu accusato ingiustamente dell'omicidio di don Umberto Pessina: condannato nel 1949 a 22 anni di carcere, ne scontò solo 10 grazie a un indulto; fu scagionato in modo definitivo solamente nel 1994. Assolto da ogni accusa, gli fu restituita la Medaglia d'Argento al Valor Militare perchè "considerato uno dei migliori combattenti della Resistenza reggiana". Nato a Fabbrico (Reggio Emilia) nel 1919 da una numerosa famiglia contadina di formazione cattolica, NICOLINI inizia ma poi interrompe per malattia gli studi classici conseguendo in seguito un diploma in ragioneria e iscrivendosi quindi all'Università commerciale Luigi Bocconi di Milano. Ufficiale del 3° Reggimento carristi del Regio Esercito, NICOLINI fu catturato dai tedeschi l'8 settembre 1943 nei pressi di Tivoli, dove era distaccato nella difesa di Roma. Si sottrae alla deportazione con una fuga, tanto temeraria quanto miracolosa. Tornato in Emilia si dà alla macchia ed organizza la Resistenza armata, diventando Comandante del 3° battaglione della Brigata "Fratelli Manfredi". Il partigiano NICOLINI assume diversi nomi di battaglia: prima "Demos", poi "Giorgio" ed infine "Diavolo". Partecipa a molte battaglie (tra le altre Fabbrico e Fosdondo), riportando due ferite. (segue) (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-OTT-20 10:32 NNNN

DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 10.32.26

PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA (2) =

ADN0141 7 CRO 0 ADN CRO RER NAZ RER PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA (2) = (Adnkronos) - Dopo la Liberazione, all'età di 27 anni, nel dicembre 1946 NICOLINI viene eletto sindaco comunista di Correggio: votano per lui anche tre consiglieri dell'opposizione democristiana, in un periodo ancora turbato dalle vendette e dai delitti di stampo politico in quello che passerà alla storia come il famigerato "triangolo rosso della morte" in Emilia. Come amministratore si distingue per l'impegno verso il disagio della popolazione più bisognosa e particolarmente degli ex combattenti, attuando così quei valori del suo credo cristiano, che lui identifica nell'ideale comunista, maturato da partigiano. Il 18 giugno 1946 viene assassinato sulla porta della canonica con due colpi di pistola don Umberto Pessina, pressi della parrocchia di San Martino Piccolo, una frazione di Correggio. Dopo due arresti errati di persone che avevano avuto dei dissapori con il prete, l'accusa infamante del delitto, cade sul sindaco Germano NICOLINI e gli ex partigiani Ello Ferretti e Antonio Prodi (detto Negus), finiti in manette il 13 marzo 1947. I sospetti si concentrano su NICOLINI in seguito alla rivelazione di una donna, Ida Lazzaretti, che testimonia di averlo sentito pronunciare la sera precedente il delitto le seguenti parole: "Quel prete bisogna subito toglierlo dal mondo". Nel 1992, quando viene riaperto il caso, la nipote di Lazzaretti afferma che la donna aveva confessato a suo figlio di avere mentito al processo, spinta a farlo dal parroco di Correggio, don Enzo Neviani, mediante una ricompensa economica. Il 26 febbraio 1949 la Corte d'Assise di Perugia condanna NICOLINI a 22 anni di carcere come mandante di omicidio volontario ed alla perdita di ogni diritto civile e militare: ne sconta 10, per sopravvenuto indulto a favore di ex appartenenti alle formazioni partigiane. Per quasi mezzo secolo NICOLINI grida la sua innocenza e chiede, inascoltato, che lo si aiuti per la revisione del processo. Eloquente, al riguardo, il titolo del suo voluminoso libro-memoriale, "Nessuno vuole la verità". (segue) (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-OTT-20 10:32 NNNN

DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 10.32.26

PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA (3) =

ADN0142 7 CRO 0 ADN CRO RER NAZ RER PARTIGIANI: E' MORTO NICOLINI, IL 'DIAVOLO' ACCUSATO INGIUSTAMENTE DELL'OMICIDIO DI DON PESSINA (3) = (Adnkronos) - Trent'anni fa il caso don Pessina viene riaperto su invito dell'ex partigiano emiliano ed ex deputato comunista Otello Montanari, che incitò la popolazione, con un articolo apparso il 29 agosto 1990 sul giornale "Il Resto del Carlino", ribattezzato "Chi sa parli", a rivelare informazioni riguardo ai delitti avvenuti nel 'triangolo rosso della morte' durante nella seconda metà degli anni '40. Il cosiddetto "terzo uomo" che era stato citato da diverse testimonianze all'epoca del delitto, l'ex partigiano William Gaiti, che a differenza di Cesarino Catellani e Ero Righi, si era rifiutato di confessare e poi espatriare clandestinamente in Jugoslavia, confessa il 10 settembre 1991 al procuratore di Reggio Emilia, Elio Bevilacqua, di aver preso parte all'omicidio insieme a Catellani e Righi e di avere sparato a don Pessina. Dopo la confessione dei tre veri colpevoli e la loro condanna (1993), per NICOLINI arriva finalmente la revisione del processo: la Corte di Appello di Perugia, l'8 giugno 1994, assolve l'ex comandante partigiano con formula piena, considerandolo vittima di una macchinazione politico-inquisitoriale. Con lui sono assolti "per non aver commesso il fatto" anche Ferretti e Prodi. NICOLINI riacquista tutti i diritti, gli viene riconsegnata la Medaglia d'Argento al Valor Militare per il suo impegno nella lotta partigiana contro il nazifascismo. (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-OTT-20 10:32 NNNN

DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 11.35.39


PARTIGIANI: L'OMICIDIO DI DON UMBERTO PESSINA, IL 18 GIUGNO 1946/ SCHEDA =

ADN0182 7 CRO 0 ADN CRO NAZ PARTIGIANI: L'OMICIDIO DI DON UMBERTO PESSINA, IL 18 GIUGNO 1946/ SCHEDA = Roma, 25 ott. - (Adnkronos) - Don Umberto Pessina, parroco di San Martino di Correggio (Reggio Emilia), venne ucciso il 18 giugno 1946. Nel breve perimetro della sua parrocchia erano state prelevate 19 persone, scomparse per l'odio di parte dopo la fine della seconda guerra mondiale. Don Pessina sapeva molte cose di questo disumano mistero, troppe cose forse. Per questo, dopo l'Ave Maria, mentre stava uscendo di canonica per andare a vedere se le vesti dei chierichetti fossero confezionate, lo raggiunse una raffica di mitra. Ebbe appena il tempo di ritornare indietro per cadere bocconi nell'andito rantolante. E' la sera del 18 giugno 1946: intorno alle ore 22,30 il parroco di San Martino Piccolo di Correggio (Reggio Emilia), don Umberto Pessina, uscendo di canonica per andare a vedere se le vesti dei chierichetti fossero confezionate, è raggiunto da un paio di colpi d'arma da fuoco e muore poco dopo. Nel breve perimetro della sua parrocchia erano state prelevate 19 persone, scomparse nel nulla. Don Pessina sapeva molte cose di questo mistero e forse per questo venne ucciso. Per il delitto sono condannati - innocenti - tre ex partigiani, tra cui il giovane sindaco comunista di Correggio, Germano Nicolini, accusato di essere il mandante dell'omicidio. Nel 1991, a quarantacinque anni dal delitto e dopo il "Chi sa parli" promosso dall'ex partigiano reggiano Otello Montanari, il vero esecutore materiale dell'omicidio confessò. (segue) (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-OTT-20 11:35 NNNN

DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 11.35.45

PARTIGIANI: L'OMICIDIO DI DON UMBERTO PESSINA, IL 18 GIUGNO 1946/ SCHEDA (2) =

ADN0183 7 CRO 0 ADN CRO NAZ PARTIGIANI: L'OMICIDIO DI DON UMBERTO PESSINA, IL 18 GIUGNO 1946/ SCHEDA (2) = (Adnkronos) - William Gaiti - ex partigiano e figlio di Dario Gaiti, antifascista fucilato con don Pasquino Borghi nel 1944 - ammise che il parroco e la canonica erano oggetto di sorveglianza, che quella sera fatale don Pessina aveva sorpreso l'ex partigiano appostato nei pressi della canonica e sentendosi minacciato, lo aveva aggredito spingendolo contro il muro. Gaiti si girò di scatto e sparò un colpo ferendolo a morte. La confessione permise la revisione del processo e l'assoluzione definitiva di Nicolini e degli altri due accusati nel 1994. Don Umberto Pessina, originario di Poviglio (Reggio Emilia), era nato nel 1902 in una famiglia di contadini mezzadri di profonda fede cristiana. Dopo il liceo frequentato a Reggio Emilia, aveva intrapreso gli studi teologici ed era stato ordinato sacerdote nel 1926. Nella parrocchia di San Martino arrivò nell'inverno del 1941, nominato priore dal vescovo Edoardo Brettoni. Da subito concentrò il suo impegno nell'educazione della gioventù attraverso l'Azione Cattolica e prestò il suo sostegno alle famiglie più bisognose, soprattutto quelle che avevano giovani al fronte. Fu lui ad intercedere presso le autorità fasciste per la liberazione della partigiana Ave Morini, staffetta arrestata e rinchiusa a Villa Cucchi. Nell'immediato dopoguerra si adoperò per trovare lavoro alle donne correggesi nelle risaie del Piemonte, dove non gradivano mondine provenienti dalle 'province rosse' dell'Emilia. Germano Nicolini che aveva conosciuto don Pessina quando ricopriva la carica di sindaco, ha sempre avuto per il parroco parole di stima e di apprezzamento. Sul luogo dove cadde don Umberto Pessina, l'anno successivo alla sua morte, i parrocchiani fecero erigere una lapide in marmo bianco a ricordo. (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-OTT-20 11:35 NNNN

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