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domenica 18 luglio 2021

G8, Fratoianni: ripensare a quei giorni è come una frustata

 

DOMENICA 18 LUGLIO 2021 11.47.42



G8, Fratoianni: ripensare a quei giorni è come una frustata


G8, Fratoianni: ripensare a quei giorni è come una frustata G8, Fratoianni: ripensare a quei giorni è come una frustata "Oggi ci danno ragione, allora non fu così" Roma, 18 lug. (askanews) - "Un amico ieri mi ha mandato una foto. Ci sono anche io, e insieme a me compagni e compagni con cui oggi, a 20 anni da quei giorni di luglio a Genova, faccio politica in Sinistra Italiana, altri con cui ho costruito altre esperienze straordinarie, con un significato politico altrettanto importante, come Mediterranea. Altre e altri ancora che, anche quando non li incroci quotidianamente, continui a sentire come una parte della tua storia e della tua vita. Perché Genova, per una generazione, è stata questo. La costruzione di una dimensione collettiva, un gigantesco spazio di convergenza in cui si sono incontrate storie, linguaggi e pratiche diverse. E a ripensarci, ogni volta, è come una frustata". Lo scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Capita a me, e non credo solo a me, di sentire pensando a quei giorni - prosegue il leader di SI - ancora nelle narici l'odore dei gas al CS lanciati ovunque, di sentire elicotteri e il rumore dei manganelli sugli scudi. Di vedere i blindati lanciati sul corteo alla ricerca di corpi da abbattere. La violenza inaudita di quei giorni, l'assassinio di Carlo Giuliani, la macelleria messicana che fu tanto italiana alla scuola Diaz e la mattanza di Bolzaneto, furono scatenate con l'obbiettivo preciso di porre fine ad un movimento che da anni continuava a crescere, per dimensioni e per consenso". Insomma "oggi, a vent'anni da quelle giornate sembra di leggere negli articoli che riempiono gli speciali un grande coro di indignazione ex post: 'quei ragazzi avevano ragione', 'il movimento aveva capito prima di altri'. Ovviamente i riconoscimenti sono sempre benvenuti. Ma è bene riflettere almeno su due cose: la prima è che non fu così allora. È bene ricordare che il Parlamento Italiano negò e ha sempre negato in seguito l'istituzione di una commissione di inchiesta, che molti anche nel 'campo democratico' cercarono di dipingere quel movimento come una pulsione antistorica e addirittura regressiva di fronte alle magnifiche sorti e progressive della Globalizzazione. E allora innanzitutto voglio dire grazie a chi allora e in buona parte ancora oggi scelse una parte, anche nel vivo di un conflitto duro e difficile". "La seconda riguarda appunto il conflitto. Perché quel movimento aveva ben chiaro che "l'altro mondo possibile" era altro perché rispondeva ad interessi, bisogni e rapporti di potere diversi da quelli dominanti. Perché in fondo la storia cammina grazie al conflitto. Oggi, vent'anni dopo, la lezione è ancora quella. Davanti alla pandemia la retorica del 'siamo tutti sulla stessa barca' torna ad occupare la scena. 'Nulla sarà come prima' 'ne usciremo migliori'. Che nulla sarà come prima è probabilmente vero. Su come ne usciremo è aperto, come sempre, uno scontro. Per questo Genova - continua Fratoianni - è sempre con me, come quella foto. Non per nostalgia, che comunque non è una cosa brutta o di cui ci si debba vergognare. Ma perché oggi, come allora, il futuro è di chi lo costruisce, scegliendo da che parte stare". Red/Nav 20210718T114740Z

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