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venerdì 2 luglio 2021

R. STAMPA / LICENZIAMENTI, COFFERATI: SI FA FATICA A DEFINIRLO ACCORDO

 

VENERDÌ 02 LUGLIO 2021 09.12.23


R. STAMPA / LICENZIAMENTI, COFFERATI: SI FA FATICA A DEFINIRLO ACCORDO

9CO1190027 4 POL ITA R01 R. STAMPA / LICENZIAMENTI, COFFERATI: SI FA FATICA A DEFINIRLO ACCORDO (9Colonne) Roma, 1 lug - "Quale accordo? Il testo firmato non lo è di certo, si fa fatica perfino a definirlo". Sergio Cofferati, in una intervista a Il Fatto, si mostra assai perplesso in merito al documento sul blocco dei licenziamento siglato martedì tra le parti sociali e il governo. Spiega l'ex segretario della Cgil: "Non è un accordo, a partire dal titolo 'Presa d'atto': mai visto prima. Il governo sollecita le parti a convergere su una 'raccomandazione': cosa vuol dire? Non si capisce quale fondamento giuridico possa avere e quindi la sua efficacia. Peraltro riguarda solo una parte, i datori di lavoro, che in realtà non avranno alcun vincolo. È un contorto atto politico che non risolve il problema di fondo. Una scelta sbagliata destinata a creare molti problemi". Perché i sindacati sono soddisfatti? "Temo abbia prevalso la paura per la reazione delle persone in caso di rottura. Ma non si è deciso nulla e il governo si è inventato nuove forme di rapporti fra le parti sociali... Perché affidarsi alla buona volontà di Confindustria? Se va bene si sposta il problema di 13 settimane, se va male avremo migliaia di licenziamenti. Si incentivano le aziende a non licenziare, ma la Cig è temporanea, serve per trovare una soluzione al problema che ne ha richiesto l'uso, che qui non viene trovata. Serviva svuotare la sacca di lavoratori a rischio licenziamento, cioè una vera politica del lavoro". Il governo Draghi sottovaluta il tema lavoro? "Mi pare non lo consideri proprio. C'è un vuoto enorme. Prendiamo il Pnrr: miliardi di investimenti che avranno effetti sull'attività delle imprese e sul lavoro. Dei primi si parla poco, dei secondi zero. Eppure dovrebbe essere normale valutare gli investimenti anche in termini di obiettivi occupazionali, sia quantitativi che qualitativi". E conclude: "Un sindacato in crisi deve trovare al suo interno le cause della sua debolezza. Landini fa il suo lavoro con passione, male difficoltà sono antiche, la sconfitta sul Jobs act è stato uno dei momenti più duri. La politica ci ha messo del suo emarginando i sindacati". (red) 020912 LUG 21 

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