VENERDÌ 23 LUGLIO 2021 19.39.41
= SCHEDA = Quando i presidenti hanno 'bacchettato' le Camere =
(AGI) - Roma, 23 lug. - Non e' la prima volta che un presidente della Repubblica 'bacchetta' le Camere e l'Esecutivo nel momento in cui promulga una legge per chiedere di non abusare della pratica di emendamenti fuori tema. Il Presidente Sergio Mattarella, dopo aver firmato la legge sui 'Sostegni bis', ha accompagnato la promulgazione con una lettera ai presidenti di Camera e Senato e al presidente del Consiglio dei ministri lamentando proprio la presenza di emendamenti extra, ben 390 su 460, introdotti dal Parlamento a un testo varato dal governo per fronteggiare l'emergenza Covid. E' l'articolo 74 della Costituzione che norma il potere del Capo dello Stato sul rinvio delle leggi alle Camere. "Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge - recita l'articolo della Costituzione - puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata". Un precedente analogo a quello accaduto con il dl Sostegni Bis e' rappresentato nella nostra storia repubblicana dalla lettera del Presidente Giorgio Napolitano che accompagno' il 22 febbraio 2011 la promulgazione del Milleproroghe. In quell'occasione Napolitano scrisse all'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e ai presidenti di Camera e Senato per porre "l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneita' delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto 'milleproroghe'", evidenziando "che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge". Inoltre Napolitano fu perentorio avvertendo che in futuro avrebbe rinviato la legge alle Camere in casi analoghi: "va evitato che il dl si trasformi in una nuova finanziaria". (AGI)Tpa (Segue) 231939 LUG 21 NNNN
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= SCHEDA = Quando i presidenti hanno 'bacchettato' le Camere (2)=
(AGI) - Roma, 23 lug. - Un avvertimento a non utilizzare i cosiddetti maxiemendamenti si era verificato il 29 marzo del 2002, sempre con Capo del Governo Silvio Berlusconi, con il presidente Carlo Azeglio Ciampi in occasione per il decreto legge sulle disposizioni urgenti finalizzate a superare lo stato di crisi per il settore zootecnico, per la pesca e per l'agricoltura. Ciampi in un messaggio alle Camere segnalo' che erano "state aggiunte numerose norme nuove, sia ad iniziativa del Governo, sia per emendamenti parlamentari". "In ordine a tali norme - scrisse il presidente Ciampi - a parte il fatto che non si ravvisa la sussistenza dei requisiti di straordinaria necessita' e urgenza richiesti dall'articolo 77, della Costituzione si deve rilevare un'attinenza soltanto indiretta alle disposizioni dell'atto originario. Cosicche' viene sottoposta per la promulgazione una legge che converte un decreto-legge notevolmente e ampiamente diverso da quello da me a suo tempo emanato". Il potere del Capo dello Stato previsto dall'Articolo 74 della Costituzione prevede che il Presidente blocchi una proposta di legge o un disegno di legge o un decreto legge convertito in legge, dopo la sua approvazione definitiva da parte del Parlamento. Questo potere e' stato esercitato: 22 volte da Francesco Cossiga (1985-1992); 8 volte da Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006); 7 volte da Sandro Pertini (1978-1985); 6 volte da Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999); 1 volta da Giorgio Napolitano (2006-2015), una sola volta da Sergio Mattarella. (AGI)Tpa 231939 LUG 21 NNNN
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