DOMENICA 10 OTTOBRE 2021 13.36.43
== Dentro la sede della Cgil, tracce di sangue e devastazione =
(AGI) - Roma, 10 ott. - Quello che salta subito all'occhio sono le tracce di sangue. Macchiano le pareti, gli stipiti delle porte, i libri gettati per terra, il marmo che lastrica l'ingresso della sede nazionale della Cgil. Si allungano sui corridoi, sembrano tracciare un percorso: quello dell'assalto al principale sindacato italiano compiuto ieri pomeriggio da gruppi neofascisti. "La polizia ci ha detto che probabilmente nella furia si sono fatti male coi vetri o con le schegge di legno. Questo e' il mio ufficio, il sangue e' ovunque", racconta un dipendente. La sua scrivania e' una delle prime in una stanza subito a destra dopo l'ingresso in serpentino. Per terra, tra le gocce di sangue coagulato, libri, macchine fotocopiatrici sfondate dai calci, vetri rotti che ancora si sentono sotto i piedi mentre si attraversa l'ingresso del palazzo di Corso d'Italia. (AGI)Arc (Segue) 101336 OCT 21 NNNN
DOMENICA 10 OTTOBRE 2021 13.36.43
== Dentro la sede della Cgil, tracce di sangue e devastazione =
(AGI) - Roma, 10 ott. - Quello che salta subito all'occhio sono le tracce di sangue. Macchiano le pareti, gli stipiti delle porte, i libri gettati per terra, il marmo che lastrica l'ingresso della sede nazionale della Cgil. Si allungano sui corridoi, sembrano tracciare un percorso: quello dell'assalto al principale sindacato italiano compiuto ieri pomeriggio da gruppi neofascisti. "La polizia ci ha detto che probabilmente nella furia si sono fatti male coi vetri o con le schegge di legno. Questo e' il mio ufficio, il sangue e' ovunque", racconta un dipendente. La sua scrivania e' una delle prime in una stanza subito a destra dopo l'ingresso in serpentino. Per terra, tra le gocce di sangue coagulato, libri, macchine fotocopiatrici sfondate dai calci, vetri rotti che ancora si sentono sotto i piedi mentre si attraversa l'ingresso del palazzo di Corso d'Italia. (AGI)Arc (Segue) 101336 OCT 21 NNNN
DOMENICA 10 OTTOBRE 2021 13.36.43
== Dentro la sede della Cgil, tracce di sangue e devastazione (3)=
(AGI) - Roma, 10 ott. - Un anziano sindacalista, con una bandana della Cgil stretta al collo, resta con lo sguardo incollato alla cicatrice sul quadro di Calabria. Sembra conoscerlo da decenni. "Non e' possibile, non e' possibile", si ripete. Poco piu' avanti, sul corridoio principale, i quadri di Renato Guttuso, protetti, piazzati piu' in alto, forse solo per questo risparmiati dalla devastazione. Dietro, il centralino della Cgil continua a squillare. "La ringrazio a nome di tutto il sindacato, grazie", rispondono le centraliniste. Sono tutte chiamate di sostegno. Alle spalle dei telefoni c'e' la finestra sfondata ieri dai militanti di estrema destra, diventata icona dell'assalto. E' da li' che sono entrati. Un uomo si rivolge a un operatore con la telecamera e indica la tapparella rotta: "Riprendi quello, riprendi quello. E' quello il simbolo della loro violenza". Sotto la finestra del centralino e' tutto devastato. Computer rotti, cavi strappati, monitor per terra tirati via dai muri. Sopra un cumulo di calcinacci, vetri e plastica, e' rimasta intatta una foto del padre del sindacato italiano, Giuseppe Di Vittorio. Sembra incredibile che sia rimasta li', senza alcun graffio, senza segni della violenza alla quale ha assistito. Lo sguardo del sindacalista sembra posarsi da li' fiero sulle devastazioni degli uffici. Come un invito, quasi un monito, a non piegare la testa e guardare avanti. (AGI)Arc 101336 OCT 21 NNNN
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