MERCOLEDÌ 23 MARZO 2022 14.02.47
= Ucraina: Kristina, figlia di padre russo che non crede a bombe =
= Ucraina: Kristina, figlia di padre russo che non crede a bombe = (AGI) - Sassari, 23 mar. - Kristina Starikova, e' nata in una famiglia mista, come tantissime giovani donne ucraine in fuga dal conflitto. Sua madre e' di Kiev e suo padre russo e lei ha sempre vissuto in Ucraina, ma i suoi genitori ora abitano in Russia. Li' i social sono disattivi, le notizie filtrate. Il papa' di Kristina e' tra coloro che non credono ai bombardamenti sulle citta' ucraine. La guerra che divide i popoli riesce talvolta a spaccare anche le famiglie. "La versione raccontata ogni giorno ai russi nel loro Paese e' fatta di proclami e immagini di un conflitto attribuito al presidente ucraino Zelensky e basata sulla volonta' di Putin di salvare il popolo ucraino da un destino terribile", spiega Kristina Starikova all'AGI. Quest'idea e' accettata da buona parte dei cittadini e difficilmente si riesce a espugnare con una telefonata, anche se dall'altro capo del ricevitore c'e' una figlia di vent'anni. Kristina prova a spiegare e raccontare ai genitori cio' che ha sentito e vissuto, prima di lasciare l'Ucraina per il Nord Sardegna, destinazione Alghero (Sassari), assieme a suo marito e alla sua bambina di 7 mesi, ma non e' abbastanza. (AGI)Ss3/Rob (Segue) 231402 MAR 22 NNNN
MERCOLEDÌ 23 MARZO 2022 14.02.40
= Ucraina: Kristina, figlia di padre russo che non crede a bombe (2)=
= Ucraina: Kristina, figlia di padre russo che non crede a bombe (2)= (AGI) - Sassari, 23 mar. - LA SALVEZZA NEL PROGETTO CHERNOBYL. Kristina dall'eta' di sei anni ha anche un'altra famiglia, quella di mamma Rita, che in Sardegna aveva aderito al programma di affido del Progetto Chernobyl. Ogni estate e durante le vacanze natalizie la piccola ucraina arrivava ad Alghero, assieme all'amica Maryna Danchenko, consuetudine durata fino al 2020 quando e' stata bloccata dalla pandemia. "Mi rendo conto che per mio padre che non vede cio' che vediamo noi e' difficile da accettare", lo giustifica Kristina. "Il 24 febbraio alle 4 del mattino abbiamo sentito delle bombe e dalle 5.30 le esplosioni si sono fatte piu' insistenti. Il nostro villaggio, nella zona di Uman', si trova a 15 chilometri da un deposito di armi, uno dei primi bersagli della guerra e dall'altra parte Uman' e' a venti chilometri da un campo di aviazione militare. Non potevo trasferire a mia figlia la mia paura quotidiana". Dopo l'ennesima chiamata alla famiglia in Russia, senza successo, a Kristina e' arrivata una telefonata da Alghero. "Non perdete tempo, cercate un autobus, vi aspettiamo. Salvate piu' persone che potete", l'ha sollecitata Maria Grazia, figlia di Rita, cresciuta come sorella maggiore delle due amiche ucraine. LE 43 CHIAMATE PER FUGGIRE DALLE BOMBE. "Abbiamo atteso qualche giorno sperando si risolvesse la situazione", spiega Maryna Danchenko all'AGI. "Poi il 4 mattina, dopo che mia mamma e mia sorella hanno passato l'ennesima notte sveglie, vestite, vicino alla porta di casa pronte a fuggire, ho fatto 43 telefonate per riuscire a prendere la linea e prenotare 7 posti per lasciare l'Ucraina. Non e' facile esser pronti a lasciare tutto: affetti, casa, abitudini. Ci vuole coraggio anche per fuggire, non solo per restare. Noi siamo fortunate perche' per me e Kristina e' stato un ritorno alla nostra seconda casa". (AGI)Ss3/Rob (Segue) 231402 MAR 22 NNNN
Nessun commento:
Posta un commento