LUNEDÌ 13 NOVEMBRE 2023 13.44.40
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili =
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili = (AGI) - Roma, 13 nov. - La maggior parte degli esseri umani ricorda poco delle esperienze vissute prima dei due anni di eta'. Questa forma di perdita di memoria, definita "amnesia infantile", si riferisce alla rimozione apparentemente completa dei ricordi episodici e autobiografici che si formano nei primi anni di vita. Ora, un gruppo di neuroscienziati del Trinity College di Dublino ha studiato come l'amnesia infantile sia influenzata dalle forme di autismo e ha scoperto, secondo quanto pubblicato su Science Advances, un'affascinante connessione tra la conservazione dei primi ricordi di vita e le traiettorie di sviluppo cerebrale associate all'autismo. La risposta immunitaria materna, innescata a seguito di un'infezione contratta durante la gravidanza, e' nota per contribuire alla causa dell'autismo sia negli esseri umani che nei topi. I neuroscienziati del Trinity hanno documentato, per la prima volta, come questo stato cerebrale alterato impedisca anche la consueta rimozione dei ricordi formati durante l'infanzia. Utilizzando un modello murino, il gruppo di ricerca che ha condotto questa scoperta ha dimostrato che l'esposizione all'attivazione immunitaria materna, in cui l'infiammazione e' indotta artificialmente durante la gravidanza in assenza di infezione, al fine di alterare lo sviluppo cerebrale della prole, agisce come una salvaguardia contro la perdita di memoria nei primi anni di vita, influendo sul funzionamento in delle cellule cerebrali relative alla memoria. Inoltre, lo studio ha rivelato che i ricordi normalmente dimenticati dall'infanzia possono essere reintegrati in modo permanente se i corretti engrammi di memoria, tracce mnemoniche, vengono attivati negli adulti. (AGI)Red/Pgi (Segue) 131344 NOV 23 NNNN
LUNEDÌ 13 NOVEMBRE 2023 13.44.44
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili (2)=
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili (2)= (AGI) - Roma, 13 nov. - Negli esperimenti e' stato utilizzato un approccio di optogenetico, che utilizza la luce per innescare specifiche vie neurali collegate agli engrammi di memoria di interesse. I risultati implicano che alla base dell'amnesia infantile vi sia un deficit di recupero, in quanto i ricordi della prima infanzia sono ancora immagazzinati nel cervello adulto, ma non sono normalmente accessibili attraverso il richiamo naturale. Il dottor pubblicato oggi sulla rivista internazionale Science Advances. "L'amnesia infantile e' forse la forma piu' ubiquitaria ma poco apprezzata di perdita di memoria nell'uomo e nei mammiferi", ha detto Toma's Ryan, professore associato presso la Scuola di Biochimica e Immunologia del Trinity e l'Istituto di Neuroscienze del Trinity College e autore senior dell'articolo. "Nonostante la sua ampia rilevanza, si sa poco delle condizioni biologiche alla base di questa amnesia e del suo effetto sulle cellule che codificano ogni memoria", ha continuato Ryan. "A livello sociale, l'oblio infantile e' ritenuto un fatto inevitabile della vita, quindi vi si presta poca attenzione", ha aggiunto Ryan. "Questi nuovi risultati suggeriscono che l'attivazione immunitaria durante la gravidanza provoca un'alterazione dello stato cerebrale che, a sua volta, influisce sui nostri 'interruttori di dimenticanza' innati, ma reversibili, che determinano se si verifichera' l'oblio dei ricordi infantili", ha spiegato Ryan. "Questa ricerca ha implicazioni significative per migliorare la nostra comprensione della memoria e della perdita di ricordi nello sviluppo infantile, nonche' la flessibilita' cognitiva complessiva nel contesto dell'autismo", ha sottolineato Ryan. "Le prime traiettorie di sviluppo del nostro cervello sembrano influenzare cio' che ricordiamo o dimentichiamo nel corso dell'infanzia", ha dichiarato Sarah Power, autrice principale dello studio che ha completato il suo dottorato di ricerca nella squadra di Ryan ed ora ricercatrice post-dottorato presso il Max Planck Institute for Human Development di Berlino, in Germania. "Ora speriamo di studiare piu' in dettaglio come lo sviluppo influisca sull'immagazzinamento e sul recupero dei ricordi della prima infanzia, il che potrebbe avere una serie di importanti ripercussioni sia dal punto di vista educativo che medico", ha proseguito Power. Questo studio segna un'importante pietra miliare nella ricerca sulla memoria dello sviluppo, facendo luce sul legame tra la conservazione dei ricordi della prima infanzia e le risposte immunitarie materne associate al disturbo dello spettro autistico. Inoltre, sottolinea l'adattabilita' della funzione cerebrale in risposta alle sfide ambientali durante lo sviluppo embrionale e postnatale. (AGI)Red/Pgi 131344 NOV 23 NNNN
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili (2)=
Salute: chi soffre di autismo non dimentica i ricordi infantili (2)= (AGI) - Roma, 13 nov. - Negli esperimenti e' stato utilizzato un approccio di optogenetico, che utilizza la luce per innescare specifiche vie neurali collegate agli engrammi di memoria di interesse. I risultati implicano che alla base dell'amnesia infantile vi sia un deficit di recupero, in quanto i ricordi della prima infanzia sono ancora immagazzinati nel cervello adulto, ma non sono normalmente accessibili attraverso il richiamo naturale. Il dottor pubblicato oggi sulla rivista internazionale Science Advances. "L'amnesia infantile e' forse la forma piu' ubiquitaria ma poco apprezzata di perdita di memoria nell'uomo e nei mammiferi", ha detto Toma's Ryan, professore associato presso la Scuola di Biochimica e Immunologia del Trinity e l'Istituto di Neuroscienze del Trinity College e autore senior dell'articolo. "Nonostante la sua ampia rilevanza, si sa poco delle condizioni biologiche alla base di questa amnesia e del suo effetto sulle cellule che codificano ogni memoria", ha continuato Ryan. "A livello sociale, l'oblio infantile e' ritenuto un fatto inevitabile della vita, quindi vi si presta poca attenzione", ha aggiunto Ryan. "Questi nuovi risultati suggeriscono che l'attivazione immunitaria durante la gravidanza provoca un'alterazione dello stato cerebrale che, a sua volta, influisce sui nostri 'interruttori di dimenticanza' innati, ma reversibili, che determinano se si verifichera' l'oblio dei ricordi infantili", ha spiegato Ryan. "Questa ricerca ha implicazioni significative per migliorare la nostra comprensione della memoria e della perdita di ricordi nello sviluppo infantile, nonche' la flessibilita' cognitiva complessiva nel contesto dell'autismo", ha sottolineato Ryan. "Le prime traiettorie di sviluppo del nostro cervello sembrano influenzare cio' che ricordiamo o dimentichiamo nel corso dell'infanzia", ha dichiarato Sarah Power, autrice principale dello studio che ha completato il suo dottorato di ricerca nella squadra di Ryan ed ora ricercatrice post-dottorato presso il Max Planck Institute for Human Development di Berlino, in Germania. "Ora speriamo di studiare piu' in dettaglio come lo sviluppo influisca sull'immagazzinamento e sul recupero dei ricordi della prima infanzia, il che potrebbe avere una serie di importanti ripercussioni sia dal punto di vista educativo che medico", ha proseguito Power. Questo studio segna un'importante pietra miliare nella ricerca sulla memoria dello sviluppo, facendo luce sul legame tra la conservazione dei ricordi della prima infanzia e le risposte immunitarie materne associate al disturbo dello spettro autistico. Inoltre, sottolinea l'adattabilita' della funzione cerebrale in risposta alle sfide ambientali durante lo sviluppo embrionale e postnatale. (AGI)Red/Pgi 131344 NOV 23 NNNN
Nessun commento:
Posta un commento