Perchè la Querela a Luciano Canfora
Alla fine degli anni 90, Giorgia Meloni amava dire che la strage mafiosa di Via D’Amelio con l’assassinio di Paolo Borsellino, magistrato simbolo della lotta della lotta contro la mafia dalle simpatie di destra, l’ha convinta ancora quindicenne a buttarsi in politica, iscrivendosi al Fronte della Gioventù; aggiungendo che il magistrato è stato il mito che ha aiutato la destra ad inserirsi nella seconda Repubblica Costituzionale.
Ciò che Giorgia Meloni non dice, è che già la madre, Anna Paratore, era una simpatizzante dell’MSI, e che anche non molto tempo fa ebbe a dichinare “che Benito Mussolini ha fatto anche delle cose buone“.
A riprova delle strumentali incoerenze della Meloni, dopo le sue inziali enfatiche parole sull’ex magistrato, puntualmente ora arrivano le dichiarazioni del fratello del magistrato, Salvatore Borsellino; “Meloni ha magnificato mio fratello ma erano solo parole; ora le azioni del Governo contro la mafia sono l’opposto delle parole; sta smantellando tutto quello che la magistratura ha fatto in vent’anni; ora addirittura finge di ubbidire alla Corte di Giustizia Europea ma nei fatti fa il contrario“.
In Sicilia Il Governo è criticato persino da settori delia destra; e il Presidente del Consiglio che fa? Come è nel suo stile vendicativo autoritario, nel 2023 non ha partecipato alla fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino.
Sappiamo che strutturalmente e storicamente la simbolica figura di Paolo Borsellino combattente della mafia è perennemente accompagnata da quella di Giovanni Falcone, ma questo magistrato non è mai stato ricordato dalla Meloni nelle sue strumentali enfatiche descrizioni; ciò perché il magistrato assassinato a Capaci nel 1992, a differenza di Borsellino e nel rispetto umano e politico reciproco, simpatizzava per la sinistra, (come lo prova il suo rapporto con il socialista Claudio Martelli).
La storia e la cronaca stanno quindi al servizio della ragion-culturale e della difesa del Prof. Luciano Canfora in merito alla famosa frase su Giorgia Meloni “è nazi-fascista nell’anima“, pronunciata due anni fa quando l’attuale P.d.C. dirigeva in prima linea le barricate guerrafondaie della destra.
I giornalisti della carta e delle TV, conformi all’attuale pensiero unico narrato da interessati sondaggi, sostengono che il tema del neo fascismo non inciderà sul voto di giugno, come purtroppo è già successo nel 1924.
Si spera invece che cent’anni non siano trascorsi invano, e anche per gli attuali mondiali venti di guerra che soffiano, la gente di decida a recarsi in massa alle urne per non consegnarci in massa ad una nuova dittatura di destra.
Enrico Corti
19 aprile 2024
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