De-dollarizzazione,cosa dice il FMI
Posta in arrivo
| 12:47 (5 ore fa) |
|
Sorpresa: le sanzioni alla Russia accelerano la de-dollarizzazione. Parola del Fmi
Le
riserve di attività denominate in dollari da parte delle banche
centrali hanno raggiunto un minimo storico a causa dei tentativi di
Washington di escludere la Russia, ricca di risorse, dal sistema
finanziario globale basato sul dollaro.
Questa
situazione ha portato i paesi in via di sviluppo a cercare rifugio
nell’oro, considerato un bene il cui valore e convertibilità non sono
legati alle decisioni di nessuna nazione specifica, riducendo così il
rischio di essere utilizzato come arma economica.
Secondo
il Fondo Monetario Internazionale, le riserve valutarie in dollari e
titoli del Tesoro statunitense sono scese al 58,9% nel 2024, rispetto al
70% di due decenni fa. Una recente indagine del World Gold Council ha
rivelato che l’acquisto di oro da parte delle banche centrali ha
superato le 1.037 tonnellate nel 2023, il secondo livello più alto di
sempre, con la Cina in testa per gli acquisti, seguita dall’India che ha
incrementato rapidamente le proprie riserve auree. Questi paesi stanno
diversificando le loro riserve allontanandosi dal dollaro e abbracciando
l’oro come una “moneta senza stato”, non controllata da alcun governo e
quindi non soggetta alle stesse pressioni politiche delle valute
tradizionali.
Gli Stati
Uniti hanno utilizzato il dollaro come strumento di politica estera,
imponendo sanzioni e limitando l’accesso al sistema finanziario globale
ai paesi considerati ostili, come dimostrato dalle sanzioni contro la
Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Questo comportamento ha spinto
molte economie emergenti a accumulare oro per proteggersi, riflettendo
una frammentazione globale nei mercati delle valute.
Paesi
come la Cina hanno significativamente ridotto i loro attivi in dollari,
spostando l’attenzione verso l’oro per minimizzare la vulnerabilità
economica. L’oro è percepito come un asset sicuro, esente da rischio di
controparte, il che significa che il suo valore non dipende da
obbligazioni contrattuali con altre parti.
La
crescente preferenza per l’oro indica una risposta strategica alla
politica statunitense di utilizzo del dollaro come arma economica, con
paesi che cercano di ridurre la loro dipendenza dalla valuta americana
per evitare potenziali sanzioni e instabilità economiche.
La
tendenza verso la dedollarizzazione solleva preoccupazioni sulla
stabilità del dollaro come valuta di riserva globale e sulle
implicazioni per l’economia statunitense, che potrebbe dover affrontare
un collasso significativo in caso di iperinflazione. Il passaggio delle
nazioni verso l’uso di sistemi di pagamento alternativi, come quelli
proposti dai BRICS, potrebbe minare ulteriormente il dominio del dollaro
e costringere gli Stati Uniti a rivedere la propria strategia economica
globale. In sintesi, l’aumento delle riserve auree riflette un
cambiamento nelle dinamiche geoeconomiche mondiali, con un numero
crescente di paesi che si muove verso una maggiore autonomia economica e
una riduzione dell’influenza del dollaro, cercando stabilità in un
contesto di crescente incertezza economica globale.
-di Giuseppe Gagliano-
#TGP #Russia #Economia
Nessun commento:
Posta un commento