da Enrico Corti
| sab 2 nov, 16:02 (15 ore fa) |
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Equivoci antidemocratici con mediatici tiri al piccione.
Le problematiche del Movimento Cinque Stelle, stanno nello stato di nascita stesso, perché battezzato da un uomo di spettacolo il cui principio fondamentale è l’apparire ad ogni costo.
Lo slogan “va a fanculo“ è funzionalmente conseguente al parto; poi si è creduto di far maturare il neonato con un altro slogan politicamente antidemocratico, volgare e ingannevole; quello della “democrazia diretta“; quella del mettere una crocetta su una scheda pre confezionata dai capi (Grillo e Casaleggio), per togliere alla base il diritto partecipativo alla dialettica formulazione delle proposte; poi alla loro collettiva gestione.
Quando nel VI° secolo A.C, i filosofi greci idearono la democrazia partecipativa di tutte le classi e le categorie scrissero: oltre che a dargli il diritto di voto, il popolo di deve riunirlo; dargli la parola fissandolo negli occhi; poi assieme trovare la sintesi.
Nel XXI° secolo è arrivato Beppe Grillo; prima proponendo di togliere la parola al popolo; poi con l’autoritaria pretesa di estinguere il movimento perché roba sua.
Il guaio del M5S sta all’origine; perché sorto carente di ideali; quindi senza una spiritualità laica costruttiva; sviluppatosi in un corpo senza ossatura scheletrica che è la base di ogni possibile azione intellettiva umana; il futuro di Cinque Stelle non può che essere il divenire di un partito organizzato con regole certe su diritti e doveri; non centrista ma progressista di parte.
Ci riuscirà con Giuseppe Conte? Ma “l’aria mediatica che tira“ soffia da tutt’altra parte; mentre il sistema disinformativo tace sull’assassinio commesso da Beppe Grillo in Liguria all’apice del periodo elettorale; a titolo informativo qui sotto pubblichiamo esempi di tiri al piccione organizzato da giornalisti conformi al sistema;
Antonio Polito; “Giuseppe Conte è il capo politico degli insuccessi; si sarebbe già dovuto dimettere quattro volte: Claudio Romiti; “è un genio o un clamoroso somaro?“; Corrado Formigli; “sono stupito dal cinismo politico di Giuseppe Conte“; Ferruccio De Bortolo; “Giuseppe Conte non sa dirigere nemmeno la piccola pattuglia M5S; Lucio Caracciolo; “Giuseppe Conte non capisce che le questioni più rilevanti riguardano le armi (all’Ucraina)) e le sanzioni (contro la Russia)“; Marco Travaglio; “Giuseppe Conte è la ruota di scorta del PD, per questo deve abbandonare completamente l’ammucchiata con esso“; Mario Giordano; “Giuseppe Conte è un meschino perché nel periodo Covid se l’è presa con i medici“; Mario Sechi; “Giuseppe Conte è una faccia di bronzo incoerente“; Massimo Giannini; Giuseppe Conte non è un leader perché non ha una ferma posizione“; Maurizio Belpietro; “Giuseppe Conte è un trasformista voltafaccia che fu al servizio dei servizi segreti americani durante il Russiagate“;
Paolo Mieli; “Si è tanto vantato del suo modello per l’Italia, che con la campagna elettorale fatta in Liguria ha decretato la sua fine“.
Riflettendo si è compreso il perché di tanto accanimento contro Conte; nel Patto Atlantico piegato alla riva Ovest dell’oceano sotto tiro c’è l’unico che ha detto di no all’invio di armi all’Ucraina, o che denuncia di codardia il Governo italiano su l Medio Oriente, chiedendo il ritiro dell’Ambasciatore italiano da Tel Aviv.
Enrico Corti
2 novembre 2024 (giorno dei morti).
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