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giovedì 5 giugno 2025

La neo-cultura della destra per la “distruzione dell’Istruzione“. (a cura di Enrico Corti)

 

da Enrico Corti

Posta in arrivo

Corti - Pirola

mer 4 giu, 14:30 (16 ore fa)
a Ccn: me

La neo-cultura della destra per la “distruzione dell’Istruzione“.

Sulla fame di egemonia culturale, recentemente più volte il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato; “è finito il tempo di cultura uguale a sinistra; noi la vogliamo libera quindi senza l’obbligo di avere in tasca la tessera di PD; M5S o AVS; per il progresso del Paese la cultura deve essere quindi compatibile con l'identità patriotica nazionale“.

Il delirio enfatico della destra al potere sulla cultura bigotta si è subito presentato nel 2023, quando per un bacio omosessuale in diretta TV ha costretto l’allora Amministratore Delegato della RAI Carlo Fuortes a dimettersi; rimpiazzato da Roberto Sergio che ha subito dichiarato; “è arrivato il momento di focalizzarsi su una nuova storytelling; (narrazione compatibile con la nuova fase politica)“.

L’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli senza laurea, ma fedelmente di area Meloniana, (noto per l’adesione da ragazzo al movimento neofascista Meridiano Zero e per l’aquila fascista tatuata sul petto), si è appropriato indebitamente del concetto gramsciano su “egemonia culturale e intellettualità organica“; applicandoli speculativamente ad uso estrema destra.

Impegnata in armi sulla frontiera nella disfida di Barletta nella narrazione sulla Cultura; Giorgia Meloni non dice mai nulla sullo stato della condizione in Italia delle strutture cardini per sviluppare la Cultura; Scuole e Università; lasciando libertà al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di ridurre la Cultura alla cancellazione dei fondi stanziati per l'educazione all'affettività e alla sessualità, mutandoli in quelli per la natalità.

         In tema di Cultura e Studio, la situazione dell’Italia è stata ufficialmente catalogata dalla classifica mondiale 2025 sulle Università, stilata dal CWUR (Center for World University Rankings); in essa si scopre che sono 319 gli Atenei considerati d’eccellenza; solo 40 sono in Usa; 346 in Cina; ciò si spiega con atenei americani alle prese con tagli ai finanziamenti federali e gli attacchi alla libertà accademiche con espulsioni razzistiche; mentre le università cinesi ottengono grandi risultati grazie alla politica governativa per i grandi investimenti fatti nell’istruzione per il progresso umano e tecnologico; il tutto per la diversità tra “democrazia liberale dall’identità occidentale (americana)“ e “dittature orientali“.  

Nel mondo sono 2000 gli Atenei considerati meritevolmente; tra questi solo 66 sono gli Atenei italiani. Il CWUR documenta che Il declino dell’Italia è altresì rappresentato dai 52 Atenei che hanno peggiorato in qualità istruttiva; per questo l80% degli atenei italiani in classifica hanno perso posizioni.

Nadir Mahassen, Presidente del Center for World University Rankings, ha dichiarato; “senza finanziamenti più consistenti e una pianificazione strategica più solida, l’Italia rimarrà ulteriormente indietro nel panorama accademico globale.

Sempre sul fronte di guerra, Giorgia Meloni non guarda mai chi sta dietro, gli ultimi; pertanto strutturalmente non potrà mai capire e sapere il “che fare“.

Enrico Corti

4 giugno 2025

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