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domenica 3 ottobre 2010

Lodo Lega, la banda armata non è più reatoDopo tante leggi ad personam/s per Silvio B., eccone una per i fedelissimi di Umberto B., in nome della par condicio.

link per eventuali commenti

 La norma è ben nascosta in un decreto omnibus che entra in vigore fra pochi giorni, il 9 ottobre: il Dl 15.3.2010 n. 66 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 maggio col titolo “Codice dell’Ordinamento Militare”. Il decreto comprende la bellezza di 1085 norme e, fra queste, la numero 297, che abolisce il “Dl 14.2.1948 n. 43”: quello che puniva col carcere da 1 a 10 anni “chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici” e si organizzano per compiere “azioni di violenza o minaccia”.

Il trucco c’è e si vede: un provvedimento che abroga una miriade di vecchie norme inutili viene usato per camuffare la depenalizzazione di un reato gravissimo e, purtroppo, attualissimo. Chissà se il capo dello Stato, che ha regolarmente firmato anche questo decreto, se n’è accorto. L’idea si deve, oltreché al ministro della Difesa Ignazio La Russa, anche al titolare della Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli. Che cos’è venuto in mente a questi signori, fra l’altro nel pieno dei nuovi allarmi su un possibile ritorno del terrorismo, di depenalizzare le bande militari e paramilitari di stampo politico? Forse l’esistenza di un processo in corso da 14 anni a Verona a carico di politici e attivisti della Lega Nord sparsi fra il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e il Veneto, accusati di aver organizzato nel 1996 una formazione paramilitare denominata “Guardia Nazionale Padana”, con tanto di divisa: le celebri Camicie Verdi, i guardiani della secessione. Processo che fino a qualche mese fa vedeva imputati anche Bossi, Maroni, Borghezio, Speroni e altri cinque alti dirigenti che erano parlamentari all’epoca dei fatti, fra i quali naturalmente Calderoli.

In origine, i capi di imputazione formulati dal procuratore Guido Papalia sulla scorta di indagini della Digos e di copiose intercettazioni telefoniche, in cui molti protagonisti parlavano di fucili e armi varie, erano tre: attentato alla Costituzione, attentato all’unità e all’integrità dello Stato, costituzione di una struttura paramilitare fuorilegge. Ma i primi due, con un’altra “legge ad Legam”, furono di fatto depenalizzati (restano soltanto in caso di effettivo uso della violenza) nel 2005 dal centrodestra ai tempi del secondo governo Berlusconi. Restava in piedi il terzo, quello cancellato dal decreto La Russa-Calderoli. I leader leghisti rinviati a giudizio si erano già salvati dal processo grazie al solito voto impunitario del Parlamento, che li aveva dichiarati “insindacabili”, come se costituire una banda paramilitare rientrasse fra i reati di opinione degli eletti dal popolo. Papalia ricorse alla Corte costituzionale con due conflitti di attribuzioni fra poteri dello Stato contro la Camera, ma non riuscì a ottenere ragione. Restavano imputate 36 persone, fra le quali Giampaolo Gobbo, segretario della Liga Veneta e sindaco di Treviso e il deputato Matteo Bragantini. Ma ieri, nella prima udienza del processo al Tribunale di Verona, si è alzata l’avvocatessa Patrizia Esposito segnalando ai giudici che anche il reato superstite sta per evaporare: basta aspettare il 9 ottobre e tutti gli imputati dovranno essere assolti per legge. Stupore generale: nessuno se n’era accorto. Al Tribunale non è rimasto che prenderne atto e rinviare il dibattimento al 19 novembre, in attesa dell’entrata in vigore del decreto. Dopodiché il processo riposerà in pace per sempre. Le camicie verdi e i loro mandanti possono dormire sonni tranquilli. Il Partito dell’Amore, sempre pronto a denunciare il “clima di odio che può degenerare in violenza”, ha depenalizzato la banda armata. Per l’“associazione a delinquere dei magistrati” denunciata da B., invece, si procederà quanto prima alla fucilazione.

Uranio impoverito e soldati abbandonati

sabato 2 ottobre 2010

LAVORO: SICUREZZA, APPELLO DAL 'BASSO' CONTRO SPOT MINISTERO ADERISCONO IDV TOSCANA,ART.21,SINDACALISTI CGIL, MEDICI E OPERAI

(ANSA) - ROMA, 2 OTT - Un appello dal 'basso' - con le prime
firme raccolte tra operai, medici d'urgenza, sindacalisti e i
giornalisti di articolo 21 - ha gi… raccolto quasi 200 firme,
certificate ed autorevoli, per chiedere il ritiro degli spot
promossi dal ministero del Lavoro con lo slogan 'Sicurezza sul
lavoro. La pretende chi si vuole bene', "colpevolmente" rivolto
"solo ai lavoratori" e non anche ai datori di lavoro.
"Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi,
hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs
106/09 (sanzioni dimezzate a datori di lavoro e dirigenti,
arresto in alcuni casi sostituito con l'ammenda) e ora il
governo - dicono i promotori dell'appello - cerca di rifarsi la
'verginit…' con spot inutili che ci costano ben 9 milioni di
euro". "Spot non solo inutili - spiegano i primi firmatari tra i
quali Federico Cagnola, vigile del fuoco di Roma, Federico
Orlando e Giuseppe Giulietti di articolo 21 - ma anche dannosi
per l'immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perch‚
gli piaccia esercitarsi in sport estremi". Gli spot in questione
inoltre "colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso,
nascondendo una realt… drammatica: l'attuale organizzazione del
lavoro offre ben poche possibilit… di ribellarsi a condizioni di
lavoro sempre pi— precarie in tema di sicurezza".
"E' una campagna vergognosa - prosegue l'appello sottoscritto
anche da Nicola Tranfaglia e Daniele Ranieri responsabile salute
e sicurezza della Cgil del Lazio - perch‚ oggi il lavoratore ha
ben poche possibilit… di rispettare lo slogan 'Sicurezza: la
pretende chi si vuole bene' e che nulla dice su chi deve
garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Non
accenna minimamente al fatto che i lavoratori sono sempre pi—
ricattabili e non hanno possibilit… di scegliere ma solo
sottostare a ritmi da Medio Evo".
Questi spot - rilevano i firmatari tra i quali Marco Crociati
macchinista Trenitalia, presidente della cassa di solidariet…
dei macchinisti, e Luisa Memore, chirurgo d'urgenza
dell'ospedale Mauriziano di Torino - "devono essere sostituiti
da una campagna di comunicazione che dovr… puntare sulle
responsabilit… civili, penali e anche etiche che l'imprenditore
deve assumersi per tutelare l'integrita' delle persone che
lavorano per lui". "Via questi spot vergognosi: pretendiamo pi—
ispettori Asl e pi— risorse, affinchŠ la mattanza quotidiana dei
lavoratori abbia fine", conclude l'appello firmato anche
dall'intero gruppo Italia dei valori della Toscana. La prima
firma in calce Š quella di Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico
toscano, seguita da quella di Andrea Bagaglio medico del lavoro
e di Daniela Cortese della Rsu di Telecom Italia Sparkle.
(ANSA).

NM
02-OTT-10

Una 'carta d'identità' europea per le armi da fuoco

All'esame delle Commissioni di Camera e Senato la direttiva Ue che inasprisce le norme in materia
Renato Righi
ROMA 26/09/10 - 19:22
La novità più rilevante della direttiva comunitaria, il cui processo di recepimento è stato avviato dal Governo italiano ed è oggetto di confronto nelle competenti Commissioni parlamentari, riguarda la tracciabilità delle armi da fuoco attraverso una 'marcatura' unica su una parte essenziale o strutturale dell'arma la cui distruzione renderebbe la stessa inutilizzabile. Una sorta di 'carta di identità' europea, indispensabile anche per portare con sé l'arma nei Paesi Ue.
Obiettivo principale dei legislatori europei: combattere efficacemente il traffico e produzione illegale anche grazie a un più efficiente scambio di informazioni tra gli Stati membri. Entro il 2014 ogni Paese dovrà istituire un archivio informatico che dovrà registrare il tipo, la marca, il modello, il calibro, il numero di serie di ciascuna arma da fuoco. Inoltre dovrà essere possibile risalire a nomi e indirizzi del fornitore, dell'acquirente o del possessore dell'arma.
Le nuove norme europee puntano a regolamentare altri aspetti di questo settore, particolarmente delicato. Si affronta la questione delle armi 'trasformate', ad esempio quelle da collezione, che dovranno essere considerate come normali armi da fuoco. Si accrescono i controlli sul commercio online, fino a prevedere il divieto per i non armaioli, mentre l'acquisto e la detenzione di armi da fuoco sarà possibile solo per coloro che possiedono licenza o il permesso previsti dalle singole legislazioni nazionali e che abbiano un motivo valido. Chi è stato condannato per un reato volontario grave non potrà mai detenere o acquistare armi da fuoco. I minorenni, invece, potranno avere armi solo per la pratica della caccia e del tiro al bersaglio, sempre che abbiano il permesso dei genitori o siano accompagnati da un genitore o da un adulto titolare di porto d'armi.

OKTOBERFEST: LA POLIZIA ITALIANA COLLABORA CON QUELLA TEDESCA

 =
(AGI) - Roma, 2 ott. - Anche quest'anno la Polizia di Stato e'
presente all'Oktoberfest con una squadra di 5 operatori
bilingui distaccati dalla questura di Bolzano. Una presenza
particolarmente significativa visto che i poliziotti italiani,
grazie a un provvedimento del ministro dell'Interno bavarese,
svolgono il proprio servizio di controllo all'interno dell'area
della festa, insieme ai colleghi della polizia locale,
indossando la propria divisa con l'arma di ordinanza e
rivestendone gli stessi poteri.
La collaborazione all'interno dell'Oktoberfest 2010 ha
avuto ufficialmente inizio con la presentazione alla stampa
tenuta dal questore di Monaco, Wilhelm, Schmidbauer che ha
sottolineato l'importanza della cooperazione della polizia
italiana alla sicurezza dell'evento. Tale presenza, infatti,
permette di superare le barriere linguistiche nei confronti dei
nostri connazionali vittime o autori di reati nel corso della
popolare festa della birra facilitando e velocizzando le
attivita' di polizia. (AGI)
Com/Bas
021155 OTT 10

SCIOPERO GENOVA: STRADE BLOCCATE,SI GIOCA CALCETTO PROTESTA MANIFESTANO ANCHE TASSISTI E POLIZIOTTI DI COISP E SILP-CGIL

(ANSA) - GENOVA, 2 OTT - Alcuni lavoratori dell'Amt hanno
organizzato una partita di calcetto sulla rotatoria davanti
all'area fieristica dove stamani si inaugura il cinquantesimo
Salone Nautico di Genova. Il traffico e' completamente bloccato,
e nessun veicolo viene fatto passare dai manifestanti. La
sopraelevata, una delle arterie principali della viabilita'
genovese, e' stata chiusa.
Sul posto sono arrivati anche numerosi tassisti che si sono
uniti alla protesta. Hanno posteggiato le loro auto di traverso
davanti all'area fieristica. Come annunciato nei giorni scorsi,
manifestano anche i poliziotti del Coisp e quelli del Silp Cgil.
Nel frattempo sono arrivati i grillini che distribuiscono
volantini contro l'inceneritore di Scarpino.
''In occasione del Salone Nautico Genova una volta all'anno
ho un po' di lavoro - spiega uno dei tassisti - ma da un paio di
anni ci ritroviamo varie case automobilistiche che con la scusa
di far provare l'auto, in realta' fanno servizio navetta''.
''Ci scusiamo con Genova e col Salone Nautico ma Amt ha
ricevuto un grosso pugno col nuovo piano aziendale - spiega
invece un lavoratore dell'Amt -. Si parla di oltre 600 esuberi
su 2.450 dipendenti, significa che un quarto dei lavoratori deve
stare a casa. Noi stiamo lottando per il nostro posto di lavoro
anche perche' Genova mantenga una sua dignita', in questo modo
vengono invece penalizzate le persone piu' deboli''. (ANSA).

Y9L-AN
02-OTT-10 11:13 NNNN

Avviso di pubblicazione della rettifica della graduatoria di merito del concorso pubblico, per titoli ed esame, per il reclutamento di novecentosette allievi agenti della Polizia di Stato, riservato ai sensi dell'art. 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale in servizio o in congedo, indetto con D.M. 21 novembre 2008 e pubblicato nella G.U. 4^ serie speciale n. 93 del 28 novembre 2008. (GU n. 78 del 1-10-2010 )

Con i decreti Ministeriali n. 333-B/12E.2.08/7882, datato 08/06/2010 e n. 333-B/12E.2.08/7883, datato 13/09/2010, sono state approvate le rettifiche della graduatoria di merito del concorso pubblico, per titoli ed esame, per il reclutamento di n. 907 allievi agenti della Polizia di Stato riservato, ai sensi dell'art. 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale in servizio o in congedo, indetto in data 21 novembre 2008. I relativi decreti saranno pubblicati sul Bollettino Ufficiale del personale del Ministero dell'Interno, supplemento straordinario n. 1/31, del 02 ottobre 2010. Tale comunicazione avra' valore di notifica, a tutti gli effetti, nei confronti degli interessati.

Ministero della Difesa - Concorsi

Modifiche al decreto dirigenziale n. 97/10 del 30 aprile 2010, pubblicato nella Gazzetta ufficiale - 4ª serie speciale, n. 37 dell'11 maggio 2010 con il quale sono stati indetti i concorsi, per titoli ed esami, per il reclutamento di complessivi 63 Sottotenenti in servizio permanente nel ruolo speciale delle Armi e dei Corpi dell'Esercito. (GU n. 78 del 1-10-2010 ) 



Modifica al decreto dirigenziale n. 151/2010 del 19 luglio 2010, pubblicato nella Gazzetta ufficiale - 4ª serie speciale, n. 60 del 30 luglio 2010 con il quale e' stato indetto il concorso straordinario, per titoli ed esami, per il reclutamento di complessivi 4 Sottotenenti in servizio permanente nel ruolo speciale del Corpo sanitario dell'Esercito. (GU n. 78 del 1-10-2010 )

DECRETO LEGISLATIVO 7 settembre 2010, n.

Disposizioni per conformare il diritto interno alla Decisione quadro 2008/909/GAI relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della liberta' personale, ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea. (10G0185) (GU n. 230 del 1-10-2010 )

venerdì 1 ottobre 2010

Diritto di precedenza ai rimborsi "scaturiti" da sentenze tributarie

Piede sull'acceleratore, senza attendere il passaggio in giudicato, pure per rendere quanto pagato in più

Corsia preferenziale per i rimborsi derivanti da sentenze emesse da giudici tributari, che hanno accolto le ragioni dei contribuenti.
E' questo il criterio che viene ribadito nella circolare n. 49/E del 1° ottobre, con la quale l'Agenzia delle Entrate sottolinea il carattere prioritario, rispetto ad altre tipologie, dei rimborsi derivanti da provvedimenti dell'Autorità giudiziaria.

La materia è disciplinata dagli articoli 68, comma 2, e 69 del decreto legislativo 546/1992, chiamati in causa a seconda della questione da cui origina il contenzioso.
Il documento di prassi fa il punto e analizza nel dettaglio le due norme.

I rimborsi non aspettano i 90 giorni ex lege
L'articolo 68, comma 2, del Dlgs 546/1992, disciplina i ricorsi accolti dalle Commissioni tributarie provinciali, relativi a controversie riguardanti gli avvisi di accertamento, gli avvisi di liquidazione (principalmente per imposta di registro e altri tributi indiretti diversi dall'Iva), i provvedimenti che irrogano sanzioni e le iscrizioni a ruolo (liquidazioni ex articolo 36-bis e 36-ter del Dpr 600/1973, e articolo 54-bis del Dpr 633/1972).

Per queste ipotesi, la norma stabilisce che la restituzione delle somme versate in eccedenza rispetto a quanto stabilito dalla Ctp deve avvenire entro 90 giorni dalla notificazione della sentenza.
La circolare va oltre questo termine, anticipandolo. Il documento precisa, infatti, che gli uffici del contenzioso "possono e debbono" dare il via al rimborso dal momento in cui ricevono la comunicazione del dispositivo della sentenza, a patto che sia possibile determinare con esattezza l'importo da restituire. Le strutture territoriali competenti, pertanto, sono invitate a provvedere al pagamento delle somme spettanti al contribuente non appena vengono a conoscenza (anche se informalmente) dell'esito sfavorevole del contenzioso, senza attendere la notifica della sentenza.

Chiarisce inoltre l'Agenzia che l'articolo in esame (relativo, come detto, alle pronunce della Ctp) è estendibile, "in base ad un'interpretazione logico sistemica", anche alle decisioni a favore dei contribuenti emesse dalle commissioni tributarie regionali.
Stesso iter "accelerato" per le pronunce della Commissione tributaria centrale (articolo 3, comma 2, del Dl 40/2010).

L'adempimento spontaneo non attende il "giudicato"
La seconda parte della circolare indica il comportamento da seguire per i procedimenti connessi alle controversie con oggetto il diniego, espresso o tacito, del rimborso di tributi versati spontaneamente. È in questi casi che trova applicazione l'articolo 69 del decreto legislativo 546/1992. La norma impone all'Amministrazione di restituire i soldi soltanto in esecuzione di sentenze definitive.

L'Agenzia delle Entrate sollecita però le direzioni regionali e provinciali a chiudere il contenzioso ancora pendente e a procedere direttamente e con tempestività all'esecuzione del rimborso quando diventa superfluo attendere il passaggio in giudicato della sentenza, perché riconosciuta legittima la richiesta del contribuente, "in particolare, in caso di acquiescenza a sentenza favorevole al contribuente, al fine sia di evitare giudizi di ottemperanza o procedure di esecuzione forzata della sentenza sia di ridurre gli oneri per interessi".

Ovviamente, per l'erogazione dei rimborsi a seguito di pronuncia passata in giudicato, gli uffici devono restituire quanto stabilito con la massima sollecitudine, senza attendere ulteriori richieste e iniziative da parte della controparte. Da evitare, in definitiva, spese e lavoro inutili.
Anna Maria Badiali
 pubblicato il 01/10/2010
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