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venerdì 4 novembre 2022
VENERDÌ 04 NOVEMBRE 2022 06.24.01 Brasile: rimossi tutti blocchi autostradali di seguaci Bolsonaro = Brasile: rimossi tutti blocchi autostradali di seguaci Bolsonaro = (AGI/EFE) - Rio de Janeiro, 4 nov. - La polizia stradale brasiliana ha confermato la rimozione dei blocchi stradali allestiti dai camionisti sostenitori del presidente uscente, Jair Bolsonaro, in reazione alla vittoria elettorale del candidato socialista Luiz Inacio Lula da Silva. "Tutte le autostrade federali libere da blocchi", si legge in un messaggio pubblicato su Twitter dall'agenzia. Il movimento di protesta ha perso slancio dopo la tacita ammissione di sconfitta di Bolsonaro, che ha avviato il processo di transizione con il team del presidente eletto. (AGI)Rus 040623 NOV 22 NNNN
VENERDÌ 04 NOVEMBRE 2022 11.59.12 SICUREZZA: DDL SU BODYCAM FORZE ORDINE ALLE 13 IN SENATO = ADN0399 7 POL 0 ADN POL NAZ SICUREZZA: DDL SU BODYCAM FORZE ORDINE ALLE 13 IN SENATO = Roma, 4 nov. (Adnkronos) - Si svolge oggi alle 13 nella Sala Caduti di Nassirya del Senato la presentazione del disegno di legge in materia di bodycam e identificazione del personale delle Forze di polizia in servizio di ordine pubblico. Presenti tra gli altri Ilaria Cucchi, Alleanza Verdi e Sinistra, prima firmataria e l'avvocato Fabio Anselmo. (Sil/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 04-NOV-22 11:59 NNNN
giovedì 3 novembre 2022
“Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo”
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Orazione di Alberto Moravia ai funerali di Pasolini.
(trascrizione dell’orazione di Moravia ai funerali di Pasolini, il 5 novembre 1975)
“Poi abbiamo perduto anche il simile. Cosa intendo per simile: intendo che lui ha fatto delle cose, si è allineato nella nostra cultura, accanto ai nostri maggiori scrittori, ai nostri maggiori registi. In questo era simile, cioè era un elemento prezioso di qualsiasi società. Qualsiasi società sarebbe stata contenta di avere Pasolini tra le sue file. Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.
Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro.
Poi abbiamo perduto anche un romanziere. Il romanziere delle borgate, il romanziere dei ragazzi di vita, della vita violenta. Un romanziere che aveva scritto due romanzi anch’essi esemplari, nei quali, accanto a un’osservazione molto realistica, c’erano delle soluzioni linguistiche, delle soluzioni, diciamo così, tra il dialetto e la lingua italiana che erano anch’esse stranamente nuove.
Poi abbiamo perso un regista che tutti conoscono, no? Pasolini fu la lezione dei giapponesi, fu la lezione del cinema migliore europeo. Ha fatto poi una serie di film alcuni dei quali sono così ispirati a quel suo realismo che io chiamo romanico, cioè un realismo arcaico, un realismo gentile e al tempo stesso misterioso. Altri ispirati ai miti, il mito di Edipo per esempio. Poi ancora al grande suo mito, il mito del sottoproletariato, il quale era portatore, secondo Pasolini, e questo l’ha spiegato in tutti i suoi film e i suoi romanzi, era portatore di una umiltà che potrebbe riportare a una palingenesi del mondo.
Questo mito lui l’ha illustrato anche per esempio nell’ultimo film, che si chiama Il fiore delle Mille e una notte. Lì si vede come questo schema del sottoproletariato, questo schema dell’umiltà dei poveri, Pasolini l’aveva esteso in fondo a tutto il Terzo Mondo e alla cultura del Terzo Mondo. Infine, abbiamo perduto un saggista. Vorrei dire due parole particolari su questo saggista. Ora il saggista era anche quello una nuova attività, e a cosa corrispondeva questa nuova attività? Corrispondeva al suo interesse civico e qui si viene a un altro aspetto di Pasolini. Benché fosse uno scrittore con dei fermenti decadentistici, benché fosse estremamente raffinato e manieristico, tuttavia aveva un’attenzione per i problemi sociali del suo paese, per lo sviluppo di questo paese. Un’attenzione diciamolo pure patriottica che pochi hanno avuto. Tutto questo l’Italia l’ha perduto, ha perduto un uomo prezioso che era nel fiore degli anni. Ora io dico: quest’immagine che mi perseguita, di Pasolini che fugge a piedi, è inseguito da qualche cosa che non ha volto e che è quello che l’ha ucciso, è un’immagine emblematica di questo Paese. Cioè un’immagine che deve spingerci a migliorare questo Paese come Pasolini stesso avrebbe voluto.”
Alberto Moravia
Grazie a Filomena Avagliano
Per Pasolini. Murale di Ernest Pignon-Ernest
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