Dal Fatto Quotidiano
"TASSA" SUI BOT L´ULTIMO REGALO A MEDIOLANUM
Imposta di bollo, il rincaro a 120 euro favorisce la banca del premier
di Vittorio Malagutti
Milano
I vostri sudati risparmi ammontano
a poche decine di migliaia di euro o magari anche meno? Non siete speculatori,
la Borsa vi mette ansia e l'investimento più rischioso che riuscite a tollerare
è quello nei vecchi Bot, Cct o Btp? Bene, cioè male. Perché se avete risposto sì
a queste domande dovete sapere che il ministro Giulio Tremonti si è appena
inventato un´imposta su misura per voi. Un´imposta che premia i ricchi e gli
speculatori e punisce i piccoli risparmiatori, ovvero, nella gran parte dei
casi, lavoratori dipendenti o famiglie a reddito medio basso. Sono loro,
infatti, i cittadini più colpiti dall´aumento dell´imposta di bollo sul deposito
titoli.
Il provvedimento inserito nella manovra appena varata dal
governo prevede che questa particolare gabella passi dagli attuali 34,20 euro
all´anno fino a 120 euro. È solo un primo passo: dal 2013 l´imposta diventerà di
150 euro per i depositi fino a 50 mila euro e di 380 per i dossier con titoli di
valore superiore. È una novità di carattere regressivo, concludono gli esperti.
Nel senso che il peso del prelievo diminuisce man mano che aumenta la
consistenza del patrimonio gestito. Più chiaro ancora: si tratta di una
patrimoniale, ma all´incontrario: chi più ha meno paga. Nell´ipotesi estrema, ma
neppure troppo, che un risparmiatore abbia un deposito titoli del valore di 10
mi-la euro tutti investiti in Bot a un anno, buona parte del rendimento dei
titoli verrebbe assorbito dalla nuova maxi-imposta di bollo.
I BOT
ANNUALI infatti fruttano (al netto di tasse e oneri di collocamento) l´1,57 per
cento, cioè 157 euro su 10 mila investiti. Questo gruzzolo verrebbe però
falcidiato dai 120 euro del bollo. Al nostro ipotetico investitore resterebbero
37 euro. Con l´imposta annuale di 34,20 euro in vigore fino ad oggi il guadagno
effettivo ammonta invece a 122,8 euro. Per il piccolo risparmiatore l´effetto
Tremonti si traduce in una perdita secca del 70 per cento, pari a 85,5 euro.
Ben diversa la situazione di chi può disporre di un ingente patrimonio.
Dai 500 mila euro in su il peso dell´imposta di bollo maggiorata si rivela
infatti ben poca cosa. Per chi guadagna migliaia di euro all´anno grazie ai
rendimenti dei propri titoli tutto sommato non c´è gran differenza se l´imposta
è di 34,20 euro oppure di 120.
Fin qui gli effetti della manovra sui
risparmiatori. La stangata del bollo sul deposito titoli avrà però con ogni
probabilità effetti concreti anche nei conti delle banche. Alla fine verranno
favoriti soprattutto gli istituti che offrono conti di deposito vincolati, tipo
Conto Arancio o Che Banca. Sarà un caso, ma tra i gruppi finanziari che di
recente hanno puntato alla grande su questo tipo di prodotti c´è anche
Mediolanum che proprio poche settimane fa ha aggiornato il suo conto Freedom
trasformandolo in un vero e proprio conto di deposito con rendimento garantito
per un anno. Assieme al presidente Ennio Doris, il maggiore azionista di
Mediolanum altri non è che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. È un
caso classico, l´ennesimo, di conflitto d´interessi. Una norma varata dal
governo finisce per favorire un´azienda che fa capo al premier. Mediolanum
infatti, così come Mediobanca, padrona di Che Banca, e il gruppo olandese Ing
(Conto Arancio), ha tutto da guadagnare dall´inasprimento dell´imposta di bollo.
INFATTI, i piccoli risparmiatori saranno incentivati a chiudere il loro
dossier titoli in banca per puntare tutto sui conti di deposito. Questi ultimi
infatti già adesso offrono rendimenti più che concorrenziali rispetto ai titoli
di stato. Se poi il magro guadagno garantito dai Bot annuali viene taglieggiato
dal nuovo bollo formato XXL, allora è facile immaginare che gli investitori
andranno alla ricerca di prodotti più convenienti e relativamente sicuri.
Proprio come i conti di deposito. Insomma grandi affari in vista per la coppia
Berlusconi-Doris. Grazie a Tremonti, il Robin Hood che toglie ai poveri per dare
ai ricchi.
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