SALUTE: CNR, DIMINUIRE CALORIE 'RINGIOVANISCE' IL
CERVELLO =
(AGI) - Roma, 12 ago. - Una moderata riduzione
dell'apporto
calorico giornaliero e' in grado di 'ringiovanire il
cervello',
promuovendo negli animali adulti un incremento
della
plasticita' cerebrale, caratteristica peculiare del sistema
nervoso
giovane. Ad analizzare tale relazione, la ricerca 'Food
restriction enhances
visual cortex plasticity in adulthood',
realizzata su ratti adulti e sani da
un gruppo di ricercatori
dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio
nazionale delle
ricerche di Pisa (In-Cnr) guidato da Lamberto
Maffei,
presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei e gia'
direttore
dell'Istituto. Lo studio e' stato pubblicato su
Nature
Communications. "Abbiamo dimostrato che una lieve riduzione
delle
calorie ingerite ha un forte impatto sulla plasticita'
del cervello, quella
caratteristica che ci permette di
apprendere, memorizzare e promuovere il
recupero da danni
cerebrali di vario genere", afferma Maria
Spolidoro,
ricercatrice dell'In-Cnr di Pisa. Lo studio e' stato
realizzato
principalmente sulla plasticita' del sistema
visivo,
utilizzando la deprivazione monoculare, continua Spolidoro:
"Una
procedura che, effettuata durante le fasi precoci dello
sviluppo postnatale,
determina cambiamenti funzionali e
anatomici a livello della corteccia visiva
primaria binoculare
ed e' modello sperimentale per una delle patologie piu'
diffuse
della vista, l'ambliopia (nota anche come 'occhio pigro')".
"Tale
patologia, la cui incidenza nella popolazione umana
raggiunge l'1-4%, puo'
essere indotta solo da alterazioni della
vista presenti in eta' precoce: il
suo trattamento risulta
pertanto inefficace se ritardato all'eta' adulta",
evidenzia
ancora la ricercatrice. "Lo studio, invece, ha dimostrato
come
la restrizione calorica induca cambiamenti molecolari noti per
essere
correlati con un innalzamento della plasticita' ed ha
consentito, pertanto,
di intervenire sull'ambliopia anche in
ratti adulti". Il valore di
un'alimentazione corretta ed
equilibrata si conferma dunque fondamentale.
"Una limitata
diminuzione di cibo puo' avere effetti
sorprendenti
sull'aspettativa di vita media in una grande varieta'
di
specie: dai lieviti, ai vermi, ai moscerini della frutta, ai
roditori
fino alle scimmie", conclude Spolidoro. "Tale aumento
della longevita'
parrebbe accompagnato da un effettivo
antagonismo del processo di
invecchiamento sia a livello di
salute in generale
- con minore incidenza di malattie
cardiovascolari, diabete, ipertensione e
neoplasie - sia a
livello cerebrale, con conseguente rallentamento del
declino
cognitivo e dei deficit di memoria dell'ippocampo".
Tuttavia,
"bisogna fare attenzione: una deprivazione di cibo eccessiva
o
prolungata puo' avere effetti diametralmente opposti, causando
un grave
stress all'organismo". (AGI)
Pgi
121238 AGO 11
NNNN
Nessun commento:
Posta un commento