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martedì 20 dicembre 2011

CARCERI: PORDENONE, SUICIDA ASSISTENTE CAPO POLIZIA PENITENZIARIA


CARCERI: PORDENONE, SUICIDA ASSISTENTE CAPO POLIZIA PENITENZIARIA =
(AGI) - Chions (Pordenone), 20 dic. - Un assistente capo di
polizia penitenziaria, A.C. di 43 anni, nato in Svizzera da
genitori siciliani, sposato e padre di tre figli, abitante a
San Vito al Tagliamento (Pordenone), si e' tolto la vita
sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza. Il suicidio
risale a ieri pomeriggio ma la notizia e' stata diffusa oggi.
Il cadavere dell'uomo e' stato ritrovato nelle campagne di
Chions dai carabinieri della compagnia di Pordenone, che ora
stanno indagando sui motivi del gesto. L'uomo prestava servizio
alla casa circondariale di Pordenone ed era stato regolarmente
al lavoro nelle sezioni detentive anche nella giornata di ieri,
senza che il suo comportamento avesse lasciato trasparire alcun
disagio. Terminato il turno di lavoro l'uomo ha lasciato
l'istituto di pena ma poi - stando alla ricostruzione - e'
tornato indietro per riprendere l'arma d'ordinanza e quindi e'
andato via al volante della propria auto, ma anziche' dirigersi
verso casa ha raggiunto un luogo appartato della campagna di
San Vito al Tagliamento e si e' suicidato. L'allarme e' stato
dato dai parenti, che ieri sera non l'avevano visto rientrare a
casa al termine della giornata lavorativa. Le ricerche in zona
da parte dei carabinieri hanno poi portato alla tragica
scoperta.
Immediate le reazioni dei sindacati di categoria. Il
segretario generale della Uil-Penitenziari, Eugenio Sarno,
parla di "ennesima tragedia", si tratta del quinto suicidio di
un basco blu del 2011. Per Sarno "quello dei suicidi in seno
alla polizia penitenziaria e' evidentemente un fenomeno che
deve essere indagato a fondo perche' assume dimensioni davvero
preoccupanti. Non intendiamo assolutamente strumentalizzare
queste morti, ma ci appare chiaro che se non e' possibile
collegare direttamente le volonta' suicide a motivi di lavoro
nemmeno possiamo escludere che l'ambito lavorativo, con il suo
carico di disagio, sia totalmente estraneo nelle dinamiche che
portano alle autosoppressioni". (AGI)
Vic (Segue)
201553 DIC 11

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CARCERI: PORDENONE, SUICIDA ASSISTENTE CAPO POLIZIA PENITENZIARIA (2)=
(AGI) - Chions (Pordenone), 20 dic. - Sulla questione - dice
ancora il segretario generale della Uil Penitenziari - il capo
del DAP, Franco Ionta, ha gia' costituito un gruppo di lavoro
per lo studio di questo fenomeno: "In attesa dei risultati
riteniamo fondamentale che l'Amministrazione intervenga
incisivamente per ripristinare e favorire dialogo e garanzie
tra le varie componenti". E per venerdi' 23 viene annunciato da
Sarno l'incontro con il ministro della Giustizia Paola
Severino, "e questo del disagio lavorativo della polizia
penitenziaria sara' un aspetto preminente del nostro
intervento, certi che riscuotera' massima attenzione nel
Guardasigilli". Interviene anche Donato Capece, segretario
generale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia
penitenziaria. "Siamo impietriti per questa nuova immane
tragedia, anche perche' avviene a brevissima distanza di tempo
dal suicidio di altri appartenenti al Corpo di Polizia
Penitenziaria, in servizio ad Avellino, Mamone Lode',
Caltagirone, Viterbo, Torino e Roma. Oggi piangiamo la vittima
di un'altra tragedia - scrive Capece - che ha sconvolto i
Baschi Azzurri, nell'indifferenza assoluta e colpevole
dell'Amministrazione penitenziaria che continua a sottovalutare
questa grave realta'". Capece aggiunge che "dal 2000 ad oggi si
sono uccisi 100 poliziotti penitenziari, un direttore di
istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e un dirigente
regionale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). E sette
suicidi in pochi mesi sono sconvolgenti. Da tempo sosteniamo
che bisogna comprendere e accertare quanto hanno eventualmente
inciso l'attivita' lavorativa e le difficili condizioni
lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere.
L'Amministrazione penitenziaria, dopo la tragica escalation di
suicidi degli scorsi anni ? nell'ordine di 10 casi in pochi
mesi ?, accerto' che i suicidi di appartenenti alla Polizia
Penitenziaria, benche' verosimilmente indotti dalle ragioni
piu' varie e comunque strettamente personali, sono in taluni
casi le manifestazioni piu' drammatiche e dolorose di un
disagio derivante da un lavoro difficile e carico di tensioni.
Proprio per questo il DAP assicuro' i sindacati di prestare
particolare attenzione al tragico problema, con la verifica
delle condizioni di disagio del personale e l'eventuale
istituzione di centri di ascolto". Ma con quali risultati?, si
chiede il Sappe, secondo cui l'istituzione di appositi Centri
specializzati di psicologi del lavoro in grado di fornire un
buon supporto agli operatori di Polizia "puo' essere
un'occasione per aumentare l'autostima di chi lavora
all'interno di un ambiente particolare come il carcere". (AGI)
Vic
201553 DIC 11

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