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sabato 28 gennaio 2012

FOCUS/MINORI. POLIZIA POSTALE: MEGLIO REGOLE CHE OSCURARE IL WEB




FOCUS/MINORI. POLIZIA POSTALE: MEGLIO REGOLE CHE OSCURARE IL WEB
MA INTERNET NON È 'TATA', E PIAZZA VIRTUALE MENO SICURA DI REALE.

(DIRE) Roma, 28 gen. - "Regole si', oscurare il web no". In
sintesi e' questo il pensiero del vicequestore Elvira D'Amato,
del centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia sulla
rete presso il servizio della Polizia postale. Le ultime notizie
di cronaca, arresti e denunce contro pedofili che adescano
minorenni o che scaricano filmati di abusi su vittime molto
spesso piccolissime, spesso attraverso internet, impongono una
attenzione sempre alta contro una piaga come appunto quella della
pedopornografia. "Ma non va demonizzato internet- spiega- anzi.
Servirebbero delle regole per permettere ai giovani un utilizzo
sicuro di questo mezzo". Sull'utilizzo del web il piu' possibile
sicuro vigila proprio la Polizia postale: "Abbiamo ottime
legislazioni- prosegue D'Amato- grazie a nuove leggi su questa
materia la nostra attivita' investigativa ne puo' solo
beneficiare. Lo confermano i nostri risultati della lotta al
contrasto alla pedofilia, letteralmente raddoppiato negli ultimi
due anni, dal 2010 ad oggi".
La lotta agli abusi passa anche attraverso il riconoscimento
delle vittime: "Non sempre facile- spiega- Abbiamo persone
dedicate proprio a questo. Negli ultimi dieci anni ne avevamo
identificate molto poche, si contavano sulle dita di una mano.
Oggi siamo almeno a venti". Da luglio dello scorso anno la
Polizia ha un collegamento diretto con la banca dati delle
immagini dell'Interpool. "E i risultati si vedono".(SEGUE)

(Gas/ Dire)
12:57 28-01-12

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FOCUS/MINORI. POLIZIA POSTALE: MEGLIO REGOLE CHE OSCURARE IL WEB -2-


(DIRE) Roma, 28 gen. - Internet e i giovani: un connubio sempre
piu' forte, come conferma lo stesso vicequestore: "I giovani
'nativi digitali' non vede piu' la tecnologia come un semplice
strumento- continua- E' ormai un qualcosa che fa parte di lui.
Ormai bisogna prendere atto di un cambiamento di costumi.
Prendiamo i social network, ad esempio Facebook. Vietato ai
minori di 13 anni, ne vediamo dentro al contrario molti, che
spesso barano sull'eta'. entrano nei siti che poi riempiono di
proprie informazioni, a partire dalle foto. Ma servono delle
regole per evitare che facciano proprio questo. Non oscurare, ma
dare delle regole". In questo importante e' il comportamento
delle aziende, o dei gestori di siti, di social netwrok: "E'
importante che una azienda si doti di 'sentinelle', che ci siano
dei filtri in rete come ormai sta succedendo".
Negli ultimi tempi c'e' stata una discreta impennata di
notizie riguardanti abusi sui minori. Una casualita'? "No. Il
minore di accosta al web, a questo o a quell'altro sito, per
curiosita'. Ma e' come se si mettesse in vetrina, comincia a
scimmiottare i modelli che offre la tv, le pubblicita'. C'e' una
evoluzione del costume sessuale, del buon gusto. Se il minore sta
ore e ore sul web, il rischio 'incontri' con i pedofili aumenta".
Questo perche', spiega ancora D'Amato, "ora e' lo stesso minore
ad essere attratto dall'adulto, dalla persona grande, gli piace
provocare, lo vede come un gioco". Quindi sono aumentati i casi
di abusi? Non e' proprio cosi'. La differenza e' che ora c'e' un
maggiore ricorso da parte delle vittime "a genitori e Polizia. Si
esce di piu' allo scoperto, si previene".
In chiusura il vicequestore lancia un appello ai giovani:
"Ricordiamoci che non esiste un Paese messo meglio o peggio. Come
non esiste una categoria maggiormente a rischio o di meno,
neanche piu avvezza a un certo tipo di crimine. L'unica cosa,
tanto piu' che non ci sono segnali e categorie predestinate, e
quella di non vedere il mostro dovunque". Ai genitori, invece,
dice: "Non bisogna trattare la tecnologia come una 'tata' per i
figli: la piazza virtuale e' meno sicura di quella reale".

(Gas/ Dire)
12:57 28-01-12

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