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mercoledì 21 marzo 2012
ER) LAVORO. IDV: NO ALLA RIFORMA, SAREMO IN PIAZZA CON LA CGIL
ER) LAVORO. IDV: NO ALLA RIFORMA, SAREMO IN PIAZZA CON LA CGIL
(DIRE) Bologna, 21 mar. - "Il gruppo regionale Idv e' pronto,
ancora una volta, a sostenere la Cgil scendendo in piazza a
fianco di precari e disoccupati per manifestare il nostro
dissenso contro le scelte inique di questo esecutivo di banchieri
e burocrati". Lo dichiara Liana Barbati, capogruppo Idv in
Regione Emilia-Romagna. Per l'Idv, "il lungimirante duo
Monti-Fornero con questa riforma punta all'abolizione della
mobilita', all'abrogazione dell'articolo 18 e rimanda a data da
definirsi la creazione di nuovi ammortizzatori sociali, alla
faccia dei giovani, dei diritti e della capacita' di consumo di
famiglie e lavoratori". Per Barbati sono "scelte politiche
inconcepibili, soprattutto se pensiamo che in Italia a causa
della crisi le piccole e medie imprese sono costrette a chiudere,
con procedure di cig e mobilita' che interessano oltre 600.000
lavoratori e senza contare i quattro milioni di precari privi di
qualsivoglia diritto che non arrivano a fine mese".
A fronte di questo scenario, "e' necessario che tutte le forze
politiche siano unite e coese per impedire una riforma del lavoro
che, invece di renderci nuovamente competitivi, darebbe il colpo
di grazia definitivo al sistema produttivo italiano. Da parte
nostra, un secco no alla 'montizzazione' dei diritti", conclude
la dipietrista.(SEGUE)
(Com/Mac/ Dire)
18:19 21-03-12
NNNN(ER) LAVORO. IDV: NO ALLA RIFORMA, SAREMO IN PIAZZA CON LA CGIL -2-
(DIRE) Bologna, 21 mar. - Secondo Sandro Mandini, consigliere
regionale e coordinatore provinciale dell'Idv di Bologna, "la
riforma del lavoro cosi' concepita, se verra' votata dalle forze
politiche che sostengono il governo, avra' un'unica conseguenza,
accentuare una guerra tra poveri, ed unita alla riforma
pensionistica avra' effetti disastrosi anche su una societa' come
quella bolognese, storicamente solida". Tra l'altro, aggiunge, le
attivita' produttive "sono al collasso non per l'articolo 18, ma
perche' le banche non concedono piu' credito, perche' la ricerca
non viene sovvenzionata, perche' basta lavorare il 25% del
prodotto finale in Italia per poter mettere l'etichetta made in
Italy".
Questa riforma "se non modificata, andra' sicuramente a
peggiorare una gia' tragica situazione, peggioramento che in
questo particolare momento storico significa la perdita per molte
famiglie della speranza di poter continuare a condurre una vita
dignitosa", avverte Mandini.
(Com/Mac/ Dire)
18:19 21-03-12
NNNN
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