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sabato 12 maggio 2012
ANSA-BOX/ EQUITALIA: DIPENDENTE A FIGLIO, NON DIRE DOVE LAVORO
ANSA-BOX/ EQUITALIA: DIPENDENTE A FIGLIO, NON DIRE DOVE LAVORO
E' COME DIRE CHE HAI PESTE,PEGGIO CHE CARABINIERE NEGLI ANNI '70
(ANSA) - ROMA, 12 MAG - ''Ho chiesto a mio figlio di non dire
dove lavoro, temo dispetti e ritorsioni'': cosi' Giuseppe,
dipendente Equitalia che lavora allo sportello a Roma si sfoga
sulla situazione della societa' di riscossione, vittima di
numerosi attacchi in questi giorni, ultimo quello di Livorno di
questa mattina dove sono state lanciate due molotov contro la
sede locale.
''Sembra che la colpa - afferma - sia dei lavoratori
Equitalia. Oltre ai fatti che si leggono sui giornali e che
preoccupano, il clima e' pesante. Dire che lavori a Equitalia e'
come dire che hai la peste, e' peggio che fare il carabiniere
negli anni Settanta''.
''Temo - sottolinea - che qualcuno, esasperato per aver perso
il lavoro o per aver chiuso l'attivita' se la prenda con noi che
facciamo la riscossione. Lavoro allo sportello, sento da vicino
i malumori delle persone'', spiega il dipendente, evidentemente
spesso alle prese con le proteste di chi ha ricevuto la cartella
esattoriale.
Il problema, come in molti sottolineano, anche dal fronte
politico, non risiede pero' allo sportello: ''noi - ribadisce -
facciamo solo il nostro lavoro. Sara' particolare, ma qualcuno
lo deve pur fare, altrimenti le tasse non si riscuotono''. E'
per questo che, conclude, bisogna capire che ''noi dipendenti
siamo solo il capro espiatorio, l'ultima rotella
dell'ingranaggio''.(ANSA).
TL
12-MAG-12 16:35 NNNN
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