Ingroia: «Sì al codice per gli agenti travisati»
Il leader di Rivoluzione civile raccoglie l'appello delle madri di Aldro e Carlo
Sì al reato di tortura, sì alla definizione di regole per consentire la riconoscibilità degli operatori delle forze dell’ordine, sì alla moratoria per l’uso dei gas Cs per mantenere l’ordine pubblico, sì alla revisione delle leggi proibizioniste: per l'ennesima volta Ingroia smentisce chi lo bolla come “manettaro". Per settimane è circolato, anche su Liberazione, l'appello dal titolo “La verità è rivoluzionaria" col quale la madre di Federico Aldrovandi, la sorella di Pino Uva e Haidi Giuliani, mamma di Carlo, hanno voluto porre domande precise al candidato premier di Rivoluzione civile (accadrà lo stesso con gli altri leader delle coalizioni). Con loro alcuni comitati per verità e giustizia su Genova, contro la repressione e centinaia di firmatari che hanno aderito sulle varie piattaforme. Che sul G8 stesse dalla parte delle vittime Ingroia l'aveva detto lanciando un video dal suo sito ma ieri ha incontrato a Ferrara Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi e l'ex pm di Palermo s'è pronunciato sulla questione se debbano o no restare in servizio quattro agenti che hanno commesso l'omicidio, seppure colposo, di un diciottenne e nemmeno il tribunale di sorveglianza ha trovato un «qualsivoglia elemento di meritevolezza». «Ovvio - ha detto Ingroia - che alla responsabilità penale deve conseguire una responsabilità disciplinare. La sospensione dovrebbe essere una sospensione definitiva».Più tardi, a Bologna, Marco Trotta di Reti-invisibili, associazione che monitora le storie delle stragi, della malapolizia e dei delitti fascisti, ha preso la parola per presentare l'appello al capolista di Rivoluzione civile che ha testualmente detto che reato di tortura, definizione di regole per consentire la riconoscibilità degli operatori delle forze dell’ordine, moratoria per l’uso dei gas Cs e revisione delle leggi proibizioniste «sono già nel programma dettagliato che verrà pubblicato sul sito entro 48 ore». Sulla riforma del codice Rocco, eredità del Ventennio che produce decine di migliaia di processi legati al conflitto sociale, Ingroia proporrà un incontro agli estensori dell'appello per entrare nel merito. Potrebbe essere l'inizio di una relazione promettente tra i movimenti che si battono contro carcere e repressione e l'ex pm di Palermo che ha voluto accanto a sé la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, testimone di una delle vicende più tragiche nate dal mix tra malapolizia, carcere, proibizionismo e malasanità.
Checchino Antonini
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