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venerdì 1 febbraio 2013

SALUTE. TUMORI, IN ITALIA DISUGUAGLIANZE DIAGNOSI E TRATTAMENTO


SALUTE. TUMORI, IN ITALIA DISUGUAGLIANZE DIAGNOSI E TRATTAMENTO
LO DICE UNO STUDIO DELL'ISTITUTO NAZIONALE

(DIRE) Roma, 1 feb. - Al Nord il 45% dei tumori della mammella e'
diagnosticato a uno stadio precoce mentre al Sud le percentuali
scendono, arrivando al 26% di Napoli e Ragusa, dove sono
frequenti i casi che presentano gia' metastasi al momento della
diagnosi, pari rispettivamente a 9,6% e 8,1%. Sebbene a questa
diagnosi ritardata corrisponda una differenza di sopravvivenza a
cinque anni relativamente contenuta (89% al Nord a fronte
dell'85% al Sud), la scoperta di un tumore allo stato iniziale e'
un fattore di grande importanza per la paziente perche' consente
di ricorrere a trattamenti chirurgici meno invasivi e a terapie
piu' semplici, garantendo una migliore qualita' di vita e un
minore costo sociale. Per esempio, la probabilita' che una donna
colpita da tumore al seno residente a Napoli o Sassari sia
trattata con un intervento di chirurgia demolitiva e' del 30-40%
superiore alla media italiana complessiva.
Questi sono alcuni dei dati che emergono, in merito a quattro
tra le piu' importanti forme tumorali (mammella, polmone,
colon-retto e melanoma), dallo studio Eurocare 5 alta risoluzione
- Italia, che l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha
pubblicato sul numero di dicembre della rivista internazionale
Cancer Epidemiology, analizzando dati sulla sopravvivenza e
l'adesione a linee guida internazionali per la diagnosi e
terapia, in diverse aree del territorio italiano. Le differenze
locali circa la sopravvivenza riflettono, infatti, il diverso
utilizzo da parte delle strutture sanitarie degli strumenti
diagnostici piu' avanzati e delle terapie piu' efficaci. Per
determinare il livello qualitativo delle cure, lo studio ha
individuato per ogni tumore strumenti di diagnosi e trattamenti
raccomandati dalle linee guida internazionali dell'European
Society for Medical Oncology e ha verificato se a livello locale
questi standard erano rispettati.(SEGUE)

(Com/Gas/ Dire)
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(DIRE) Roma, 1 feb. - Sono stati analizzati i dati raccolti da 14
Registri tumore italiani: Biella, Ferrara, Modena, Romagna,
Reggio Emilia, Firenze, Umbria, Latina, Napoli, Palermo, Ragusa,
Sassari e Trapani. Sottolinea Milena Sant, responsabile della
Struttura complessa di 'Studi descrittivi e programmazione
sanitaria' dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e
coordinatrice dello studio: "L'adesione a standard
diagnostico-terapeutici internazionali e' in generale
soddisfacente al Centro-Nord e meno diffusa al Sud. Le ragioni
sono molte e diverse: per il tumore della mammella, per esempio,
l'insufficiente applicazione di linee guida nelle aree di Sassari
e Napoli e' attribuibile sia alla inadeguata disponibilita' di
strutture radioterapiche che anche alla frammentazione di
strutture sanitarie che trattano i pazienti oncologici".
Osserva Marco Pierotti, direttore scientifico dell'Istituto
Nazionale dei Tumori di Milano: "Lo studio suggerisce che le
disuguaglianze nella sopravvivenza dei pazienti oncologici,
tuttora presenti in Italia, siano in larga parte motivate da
disuguaglianze nella disponibilita' di risorse e strutture
sanitarie per il trattamento di pazienti oncologici, dalla
disomogenea presenza dei programmi di screening e da una scarsa
diffusione delle linee guida per diagnosi e trattamento. Queste
disuguaglianze condizionano la migrazione dei pazienti del Sud
verso le strutture sanitarie presenti nelle regioni del
Centro-Nord, con conseguenti disagi e incremento della spesa
sanitaria. Il potenziamento e l'adeguamento delle strutture
sanitarie presenti nel sud del paese contribuirebbero quindi a
migliorare la performance dell'intero sistema sanitario
italiano". (SEGUE)

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(DIRE) Roma, 1 feb. - Di seguito ancora i dati forniti
dall'Istituto nazionale tumori:

TUMORE DEL SENO: Anche l'adesione ai trattamenti raccomandati
mostra differenze tra le aree italiane prese in esame: l'utilizzo
di radioterapia associato a chirurgia conservativa e' eseguito
nel 52% delle pazienti a Modena ma solo nel 36-37% delle pazienti
a Napoli e Sassari. Inoltre, la probabilita' che una donna
colpita da tumore al seno residente a Napoli o Sassari sia
trattata con modalita' conservative e' rispettivamente pari al
36,7% e 35,9%, cioe' del 30-40% inferiore alla media italiana
complessiva (42,3%), a parita' di eta' e stadio alla diagnosi, ed
e' significativamente inferiore nelle pazienti anziane rispetto a
quelle piu' giovani (51% tra i 15 e i 54 anni a fronte del 17,2%
oltre i 75 anni), anche se nella stessa area geografica e a
parita' di stadio. L'utilizzo di trattamenti conservativi,
inoltre, diminuisce significativamente con lo stato di
avanzamento del tumore e dello stadio alla diagnosi: infatti, vi
si ricorre nel 65,4% dei casi allo stadio I e solo nel 7,1% allo
stadio IV.

TUMORE DEL COLON-RETTO: Per questa tipologia di tumore si
registrano differenze geografiche analoghe a quelle riscontrate
per il tumore della mammella: le percentuali delle diagnosi in
stadio precoce del tumore sono piu' basse nei registri di Sassari
e Napoli (rispettivamente 12% e 10%) dove si rilevano anche i
valori piu' elevati di casi con metastasi alla diagnosi
(rispettivamente 31,3% e 35,3%). Il numero di pazienti a cui sono
diagnosticate metastasi e' minimo nelle aree di Modena (21,7%) e
Biella (23,5%). Nei registri di Napoli e Ragusa, inoltre, si
rilevano elevate percentuali di casi con stadio non noto
(rispettivamente 8,5% e 14%). Sia per il tumore del colon sia per
quello del retto, la migliore prognosi registrata nelle regioni
del Centro-Nord (pari circa al 60%) rispetto a quelle del Sud
(pari a circa il 50%) e' quindi da attribuire alla diagnosi in
stadio precoce, a una maggiore adesione a standard
diagnostico-terapeutici e a una maggiore presenza di programmi di
screening organizzati. (SEGUE)

(Com/Gas/ Dire)
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(DIRE) Roma, 1 feb. - Ancora l'Istituto:

TUMORE DEL POLMONE: L'utilizzo dell'intervento chirurgico
curativo nei pazienti con tumore polmonare in stadio I, rispetto
alla media italiana (73,7%) risulta significativamente piu' alta
nel registro tumori della Romagna (90,9%) e piu' bassa in quello
di Biella (56%). La prognosi di questo tumore e' purtroppo
infausta nella maggior parte dei casi: complessivamente in Italia
solo il 15% circa dei pazienti sono vivi dopo 5 anni dalla
diagnosi. Tuttavia, la sopravvivenza dei pazienti diagnosticati
in stadio precoce, che quindi possono beneficiare di un
intervento chirurgico, risulta notevolmente migliore della media:
50% circa dopo 3 anni dalla diagnosi.

MELANOMA: Infine, per il melanoma cutaneo, il 60,1% dei pazienti
con tumore di spessore inferiore o uguale a 1 mm esegue l'esame
del linfonodo sentinella, con valori piu' alti a Reggio Emilia
(76,3%) e piu' bassi a Ragusa (34,2%). L'esecuzione di questa
indagine non influenza direttamente la prognosi, ma consente - in
caso di negativita' dell'esame - di risparmiare interventi
demolitivi, con conseguente miglioramento della qualita' di vita.

IL PROGETTO EUROCARE: Lo studio Eurocare 5 alta risoluzione -
Italia nasce da un'analisi dei dati locali dei differenti
registri tumore italiani raccolti all'interno del progetto
European cancer registry-based study on survival and care of
cancer patients (Eurocare), una ricerca coordinata dall'Istituto
Nazionale dei Tumori di Milano e dall'Istituto Superiore di
Sanita', che dal 1989 raccoglie i dati della sopravvivenza della
popolazione europea per tutte le neoplasie maligne, e che nella
sua ultima edizione ha analizzato oltre 21 milioni di casi in 29
paesi dell'Unione.

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