Riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo
LA SCOMPARSA NEL 1994 DELL'ELICOTTERO GDF VOLPE 132 E DEI
FINANZIERI DERIU E SEDDA, NUOVAACCUSA CHOC: DUPLICE OMICIDIO VOLONTARIO (La
Nuova Sardegna)
Da http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2013/02/28/news/volpe-132-ora-un-accusa-shock-duplice-omicidio-volontario-1.6609677
VOLPE 132, ORA UN’ACCUSA CHOC: «DUPLICE OMICIDIO VOLONTARIO>>
I risultati della perizia del Ris dei carabinieri e del professor Firrao del Politecnico di Torino proverebbero che non si trattò di un incidente, ma che l’A-109 della Finanza fu abbattuto a Feraxi
Da http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2013/02/28/news/volpe-132-ora-un-accusa-shock-duplice-omicidio-volontario-1.6609677
VOLPE 132, ORA UN’ACCUSA CHOC: «DUPLICE OMICIDIO VOLONTARIO>>
I risultati della perizia del Ris dei carabinieri e del professor Firrao del Politecnico di Torino proverebbero che non si trattò di un incidente, ma che l’A-109 della Finanza fu abbattuto a Feraxi
FERAXI. La nebbia
densa e opaca che finora ha nascosto il mistero della scomparsa dell'elicottero
della Finanza Volpe 132 nel cielo di Capo Ferrato, la sera del 2 marzo 1994,
comincia a diradarsi. L'inchiesta, che si era inabissata nell'ottobre del 2011
dopo la secretazione della perizia del Ris su alcuni frammenti dell'elicottero,
ha avuto una svolta clamorosa: non si indaga più per il reato di disastro
aviatorio, ma per duplice omicidio volontario. Dunque, tutto è cambiato dopo
anni di sospetti, di depistaggi e di bugie. Perché la modifica del capo di
imputazione sembra dare corpo ai terribili sospetti che per 19 anni si sono
agitati, come fantasmi, intorno alla fine del maresciallo Gianfranco Deriu, 42
anni di Cuglieri, e del brigadiere Fabrizio Sedda, 27 anni di
Ottana.
Abbattuto. La
chiave della svolta è di sicuro in quei pochi pezzi di metallo accartocciati,
recuperati nel mare davanti a Capo Ferrato, due giorni dopo la tragedia. I
segugi del Reparto investigazioni speciali dei carabinieri e il professor Donato
Firrao del Politecnico di Torino, che su incarico della procura della Repubblica
di Cagliari dovevano analizzare quei reperti, hanno evidentemente trovato
qualcosa che legittima il disegno di uno scenario finora solo intuito. E cioè
che l'A-109 della Finanza con a bordo Deriu e Sedda è stato abbattuto in quella
fredda sera di maestrale tra le ore 19,15 e le 20.
Ã^ molto
probabile che sui pezzi di lamiera analizzati siano state trovate tracce di
esplosivo o di combustione. Insomma, la prova oggettiva che l'elicottero è
scoppiato e si è incendiato prima di precipitare in mare come una palla di
fuoco. Una circostanza che rimette in gioco tutto e che riaccende la speranza di
arrivare finalmente alla verità . E all’improvviso si irrobustiscono le
testimonianze oculari del giardiniere Giovanni Utzeri, del pensionato Gigi
Marini, dell'ex assessore di San Vito Antonio Cuccu e del capraro Giuseppe
Zuncheddu. Testimonianze inspiegabilmente occultate nella relazione
tecnico-formale dell'inchiesta militare e poi fatte riemergere dal lavoro della
procura e dalla spinta di alcune inchieste giornalistiche. Utzeri, Marini, Cuccu
e Zuncheddu da punti di osservazione diversi hanno raccontato di avere visto e
sentito l'elicottero arrivare la sera del 2 marzo 1994 nella rada di Feraxi,
dove era alla fonda una misteriosa nave portacontainer. Poi, come una vampata di
luce nel cielo, il rumore di esplosione e il rumore sordo delle eliche della
nave misteriosa che prendeva il largo con le luci di bordo
spente.
I testimoni.
Dichiarazioni certo credibili, perché riferite da persone diverse che (a parte
Cuccu e Marini) neanche si conoscevano tra loro. E soprattutto drammaticamente
coincidenti e sempre uguali nel tempo. Ma in questo momento emerge soprattutto
in modo crudo lo "strappo" tra il racconto di queste persone normali, casuali
testimoni di un delitto, e la versione ufficiale che deraglia verso un quadro
incerto e nebuloso tra affermazioni contrastanti (come lo scopo della missione
di Volpe 132), omissioni di testimonianze e l'inspiegabile ricorso al segreto di
Stato, poi scardinato dalla procura. I quattro testimoni fissano due certezze:
l'orario e il luogo della tragedia. E cioè tra le 19,15 (ultima comunicazione
registrata tra l'elicottero e la base di Elmas) e le 20,00 nella rada di Feraxi,
a nord di Capo Ferrato.
Da qui ecco
nascere una catena inquietante di conseguenze. La prima è che il relitto
dell'elicottero non è nei fondali dove i testimoni dicono dovrebbe essere. E
l'unica spiegazione plausibile di questo mistero è che qualcuno l'abbia
spostato. Domanda conseguente: chi e perché?
Poi, diventa
quanto meno sospetto il fatto che, nonostante Utzeri avesse riferito
nell'immediatezza dei fatti ai carabinieri di Castiadas che l'elicottero era
precipitato a Feraxi, nelle successive 48 ore ci si sia ostinati a cercarlo
molte miglia più a sud.
E infine, la
nave. I quattro testimoni ne parlano dettagliatamente. Marini racconta con
precisione gli spostamenti in rada della portacontainer dalla mattina alla sera,
indicando il punto preciso in cui si trovava al momento dell'abbattimento di
Volpe 132. Cuccu, esperto uomo di mare, addirittura la riconosce. Davanti a una
fotografia della Lucina (il cargo che fu teatro dell'orrenda strage del suo
equipaggio qualche mese dopo nel porto di Djendjen, in Algeria) non ha dubbi:
«Sì, la nave era questa. Non ho dubbi perché la conoscevo molto bene: da anni
veniva a Feraxi, sempre nello stesso periodo
dell'anno».
Enigmi. Eppure
c'è stato chi ha smentito quella scomoda e oscura presenza. Proprio la mattina
del 2 marzo 1994, infatti, un pilota della Finanza (Dario Congiu) dice di avere
compiuto una crociera a Feraxi a bordo di un elicottero del Corpo. Non racconta
le ragioni di quel viaggio, ma ai magistrati dice di non avere visto alcuna
nave. Con lui c’era il colonnello Antonio Bolacchi (comandante del secondo
gruppo delle fiamme gialle) che, interrogato nel 2005, sfuma dicendo di «non
ricordare» la presenza del cargo in rada.
E che dire delle
affermazioni delle autorità militari del poligono di Quirra? Anche loro
sostengono di non aver visto la nave misteriosa. E comunque, se c'era, era
sicuramente fuori dall'area controllata del poligono a mare. Circostanza,
questa, smentita decisamente dalla polizia giudiziaria che ha verificato invece
le coordinate del punto in cui si trovava la portacontainer ed è arrivata alla
certezza che erano all'interno dell'area militare. Una conclusione inaudita e
destinata a far crollare altre omertà .
Il segreto di
Stato. Oggi, in questo nuovo scenario investigativo, assumono una rilevanza
diversa circostanze che erano apparse indubbiamente strane. Come il ricorso al
segreto di Stato. Il 9 giugno 1994 il sostituto procuratore della Repubblica
Guido Pani, che ha in mano l'inchiesta penale sulla scomparsa dell'elicottero,
chiede allo stato maggiore dell'Aeronautica militare una copia della relazione
stilata dalla commissione tecnico-formale.
Tredici giorni
dopo, riceve una nota firmata dal generale Luciano Battisti, con la quale viene
informato che il documento è classificato riservato e perciò non può essere
trasmesso. Come se non bastasse, l'indomani a Pani arriva una lettera
dall'Ufficio centrale per la sicurezza della presidenza del Consiglio, nella
quale si ribadisce che la relazione è coperta dal segreto di
Stato.
Ma la procedura
seguita è irrituale perché non tiene conto della legge 801 del '77. Il
magistrato cagliaritano, così, ricorre all'articolo 256 del codice di procedura
penale e ottiene la relazione. Incomprensibile il tentativo di secretazione del
documento, visto che viene ipotizzato semplicemente un incidente. Oggi è
necessario sapere chi chiese il segreto. Per capire chi ha cercato di nascondere
un duplice omicidio.
Finalmente qualcosa sembra stia cambiando: la veritÃ
sulla morte di Deriu e Sedda non è più un traguardo impossibile.
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