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martedì 21 maggio 2013

MAFIA: CARABINIERE IN TV, NON CI FECERO CATTURARE PROVENZANO







MAFIA: CARABINIERE IN TV, NON CI FECERO CATTURARE PROVENZANO
A SERVIZIO PUBBLICO RACCONTA,SCOPRIMMO COVO 5 ANNI PRIMA ARRESTO
(ANSA) - ROMA, 21 MAG - ''Il covo di Montagna dei Cavalli
l'avevamo individuato gia' nel 2001, ma ci impedirono di
metterlo sotto controllo''. In un'intervista che sara' trasmessa
giovedi' sera da 'Servizio Pubblico', il programma di Michele
Santoro su La7, parla - per la prima volta davanti alle
telecamere, in condizioni di anonimato - un carabiniere che per
anni ha lavorato alla cattura del boss di Corleone.
''A pochi giorni dall'inizio del processo sulla trattativa
Stato-mafia, la testimonianza del militare dell'Arma - si legge
in una nota di Servizio Pubblico - infittisce il mistero sulla
lunghissima latitanza di Bernardo Provenzano, finita solo
nell'aprile del 2006, e che ha portato all'incriminazione dei
vertici del Ros dei Carabinieri''.
''A portarci nel covo a pochi chilometri da Corleone era
stata una confidente - racconta il militare - ma il rifugio non
fu mai messo sotto controllo. All'epoca funzionava cosi': il
colonnello Giammarco Sottili, l'attuale capo di Stato maggiore
della Regione Sardegna, gestiva tutte le informazioni e diceva
che non si doveva parlare, le nostre relazioni di servizio non
arrivarono mai in Procura. Quando nel 2006 Provenzano fu
arrestato proprio li' pensammo che era un vero schifo''.
(ANSA).

COM-SV
21-MAG-13 20:06 NNNN
MAFIA:CARABINIERE IN TV, NON CI FECERO CATTURARE PROVENZANO (2)

(ANSA) - ROMA, 21 MAG - Non si conosce il nome del
carabiniere che ha parlato in tv e dunque non si sa se e' uno
dei due militari dell'Arma che nei giorni scorsi hanno fatto
denunce analoghe attraverso i loro legali.
Il primo ad uscire allo scoperto era stato il maresciallo
capo Saverio Masi, che ha presentato una denuncia alla procura
di Palermo in cui rivela i nomi di coloro che, a suo dire,
avrebbero ostacolato le indagini su Provenzano prima e Messina
Denaro poi. Il racconto del carabiniere copre un arco di tempo
che va dal 2001 al 2007 e denuncia le pressioni cui sarebbe
stato sottoposto per farlo rinunciare alla cattura dei
latitanti. ''Noi non abbiamo intenzione di prendere Provenzano!
Non hai capito niente allora? Ti devi fermare!'', avrebbe detto
il superiore di Masi. E lo stesso sarebbe accaduto con Matteo
Messina Denaro.
Alcuni giorni dopo un altro carabiniere, il luogotenente
Salvatore Fiducia, ha denunciato alla Gdf di Palermo di essere
stato ostacolato dai propri superiori nella ricerca di
Provenzano. Dopo avere incontrato i legali di Masi, il
carabiniere ha deciso di presentare un esposto circostanziato
sugli episodi di cui e' stato protagonista tra gli anni 2001 e
2004 e diversi da quelli denunciati dal maresciallo, ma
riguardanti sempre la ricerca di latitanti, e in particolare di
Bernardo Provenzano. Il militare all'epoca era in servizio nel
comando provinciale Carabinieri di Palermo e dice di avere
''ricevuto inspiegabili ordini di non proseguire le indagini e
di aver subito lo stesso tipo di ostacoli denunciati da Masi''.
Anche con riferimento alla cattura di Messina Denaro.
I legali dei due militari hanno anche annunciato di avere
gia' incontrato un terzo carabiniere, che si e' detto pronto a
riferire alla magistratura su circostanze analoghe, e di aver
avuto contatti preliminari con un quarto che ha confermato le
modalita' dei presunti depistaggi.(ANSA).

SV
21-MAG-13 20:11 NNNN


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