KYENGE. L'EX MINISTRO: MI CHIAMÒ ORANGO, CALDEROLI VA PROCESSATO
"PD NON HA CAPITO E DEVE FARE CHIAREZZA SULLA LOTTA AL RAZZISMO"
(DIRE) Modena, 9 feb. - Nessun reato, nessuna offesa, e dunque
nessun processo per il vice-presidente leghista del Senato,
Roberto Calderoli. Quell'"orango" buttato li' in pubblico nel
2013, quella battutaccia che a molti e' sembrata vera e propria
"istigazione all'odio razziale", per la giunta delle
autorizzazioni a procedere del Senato era solo l'espressione di
una opinione politica, dunque non censurabile. Un voto che ha
raccolto il consenso anche di molti esponenti del Pd, e che ha
fatto infuriare Ce'cile Kyenge, ex ministro e ora parlamentare
europea del Partito democratico, oltre che vittima dei violenti
sproloqui di Calderoli. Nei giorni scorsi, poi, e' arrivato il
dietro-front. A fine febbraio sara' anche l'aula del Senato a
doversi pronunciare, e dunque sembra che la situazione dovrebbe
ricomporsi, e l'autorizzazione a procedere contro il leghista,
concessa. Ma per tanti e' sembrata una toppa troppo tardiva.
- Onorevole Kyenge, e' amareggiata?
Sono triste. Quello della lotta al razzismo e' un tema che deve
essere ancora discusso bene all'interno del mio partito. Per
approfondire e chiarire quali sono i nostri valori fondamentali,
che sono universali e che devono essere impressi nel nostro
codice, nel nostro dna, come punti irrinunciabili. Il
cortocircuito che e' successo in Senato e' frutto di una mancata
chiarezza.(SEGUE)
(Rer/ Dire)
15:33 09-02-15
KYENGE. L'EX MINISTRO: MI CHIAMÒ ORANGO, CALDEROLI VA PROCESSATO -2-
(DIRE) Bologna, 9 feb. - Forse c'e' stata un po' di
superficialita'...
A mio avviso in Senato non hanno capito il punto essenziale di
quello che e' successo. Chi dice che bisognava aspettare la mia
querela, si sbaglia. Non serviva: qui stiamo parlando di
"istigazione all'odio razziale", e dunque di un reato
perseguibile di ufficio. Il Senato era tenuto a pronunciarsi, non
su Calderoli, sulla sua la persona, ma sulle sue parole razziste.
E' come se avessero ammesso il razzismo all'interno delle
attivita' parlamentari, delle istituzioni italiane.
- A fine febbraio verranno chiamati a esprimersi tutti i
senatori, in aula, e con voto segreto.
Ecco, la miglior risposta che possono dare e' quella di
dimostrare in Senato che il razzismo deve essere messo al bando.
Ovunque. Altrimenti e' come aprire la porta a un veleno che
s'infiltra dentro la nostra societa'… Ma non e' tanto il percorso
o il processo che seguira', ma a come si arrivera' alla soluzione
finale. Stiamo parlando di un reato. E la cosa triste e' che i
miei compagni di partito non l'abbiano capito: si sono visti tre
volte, hanno sentito anche Calderoli, ma non hanno sentito me,
che sono la persona offesa. E invece dovevano farlo. Questo e'
veramente molto triste. Spero solo che si sia trattato di un
incidente di percorso, e cosi' per me - politicamente - vale ora
solo il voto del Senato.(SEGUE)
(Rer/ Dire)
15:33 09-02-15
NNNN
KYENGE. L'EX MINISTRO: MI CHIAMÒ ORANGO, CALDEROLI VA PROCESSATO -3-
(DIRE) Bologna, 9 feb. - Certo, il tema della lotta al razzismo
non sembra essere oggi nell'agenda politica.
Se devo dire la verita', mi sono sentita un po' abbandonata su
questi temi dopo che sono uscita dal governo, perche' ho dovuto,
da sola, trovare io un avvocato per seguire questi casi e per
fare in modo che si arrivasse alla formazione di una coscienza
collettiva: e' questo il motivo per cui non ho fatto una querela
personale. Questo non e' un tema che riguarda solo Ce'cile, ma e'
un tema che deve riguardare la coscienza collettiva. Definire
qualcuno un "orango" riferendosi al colore della pelle o alle sue
origini, non credo che sia per nulla una critica politica.
(Dires - Redattore Sociale)
(Rer/ Dire)
15:33 09-02-15
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