MEDICINA: UNIVERSITA' VERONA SCOPRE NUOVA CAUSA ALZHEIMER =
Roma, 27 lug. (AdnKronos Salute) - Svelata una nuova causa implicata
nel danno cerebrale e nel deficit cognitivo nella malattia di
Alzheimer, che colpisce più di 35 milioni di persone nel mondo. Merito
di un lavoro pubblicato sulla rivista 'Nature Medicine'
dall'università di Verona. La scoperta scientifica dell'ateneo
scaligero fornisce "un contributo fondamentale nella conoscenza della
genesi dell'Alzheimer, gettando luce sul ruolo del sistema immunitario
e dei neutrofili e identificando un nuovo potenziale approccio
farmacologico nella malattia di Alzheimer rappresentato dell'integrina
Lfa-1".
La ricerca veronese ha il potenziale di essere rapidamente trasferita
in clinica considerando che la terapia anti-integrine è stata già
testata in pazienti con malattie autoimmuni. Lo studio è stato curato
dal team diretto da Gabriela Constantin, docente di Patologia generale
del dipartimento di Patologia e Diagnostica diretto da Aldo Scarpa.
Constantin è stata la prima donna in Italia a ricevere nel 2003 il
Premio Rita Levi Montalcini per gli studi condotti sulle malattie
infiammatorie del cervello.
L'equipe ha dimostrato un ruolo inaspettato per le cellule del sistema
immunitario, i globuli bianchi (chiamati anche leucociti),
nell'induzione della patologia e del declino cognitivo in Alzheimer ed
è stata identificata una nuova potenziale terapia per trattare la
malattia. (segue)
(Com-Bdc/Adnkronos)
27-LUG-15 18:48
MEDICINA: UNIVERSITA' VERONA SCOPRE NUOVA CAUSA ALZHEIMER (2) =
(AdnKronos Salute) - In tutte le malattie infiammatorie, un processo
fondamentale è rappresentato dalla migrazione dei globuli bianchi dai
vasi sanguigni nei tessuti, dove si sviluppa il processo patologico.
Mentre nelle infezioni questo processo è essenziale per la difesa
dell'organismo dall'agente patogeno, nel caso delle malattie
infiammatorie 'sterili', e quindi non dovute a infezioni, la
migrazione dei leucociti ha un ruolo patologico provocando un
importante danno tessutale. Per studiare la migrazione dei globuli
bianchi in modelli di Alzheimer è stata utilizzata la microscopia
intravitale a due fotoni nel cervello, una metodica di avanguardia
nell'identificazione del ruolo delle cellule del sistema immunitario
nelle malattie cerebrali, per la quale il gruppo di Verona possiede
un'expertise unica in Italia e fra le poche al modo.
I ricercatori si sono focalizzati su una classe di leucociti chiamati
neutrofili che sono i globuli bianchi più numerosi nel sangue e
possiedono un ruolo fondamentale nelle malattie infiammatorie. "E'
stato scoperto che i neutrofili - evidenzia Constantin - sono
coinvolti nell'induzione della patologia in modelli sperimentali di
Alzheimer ed è stata svelata la presenza di neutrofili nel tessuto
cerebrale proveniente da autopsie effettuate su pazienti con
Alzheimer. Lo studio ha inoltre identificato l'integrina Lfa-1
(Leukocyte Function-Associated Antigen-1), una proteina presente sui
neutrofili, in grado di mediare l'adesione di questi globuli bianchi
alla parete dei vasi sanguigni e la loro successiva migrazione nel
cervello. Il blocco terapeutico dell'Lfa-1 è stato in grado di ridurre
notevolmente la formazione di aggregati di materiale proteico formato
da amiloide e tau che caratterizzano la malattia dal punto di vista
neuropatologico e di impedire lo sviluppo del deficit cognitivo in
modelli sperimentali di malattia di Alzheimer".
"Di particolare importanza per un'eventuale applicazione clinica -
conclude l'esperta - è la dimostrazione in questo studio scientifico
che la terapia di breve durata in grado di interferire con la funzione
dei neutrofili ha un effetto benefico prolungato sulle funzioni
cognitive se applicata nella fase iniziale di malattia. Questo
suggerisce che l'intervento terapeutico precoce proposto dal gruppo
veronese possa essere molto efficace sulla malattia anche quando
somministrato per tempi brevi e quindi con meno possibilità di
sviluppo di effetti collaterali".
(Com-Bdc/Adnkronos)
27-LUG-15 18:48
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