Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01055
presentato da
FARINA Daniele
testo di
Martedì 4 agosto 2015, seduta n. 475
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
il carcere minorile Beccaria volge in una drammatica situazione, come riportato da notizie stampa, nonché da visite nell'istituto di pena;
da ultimo, in tale struttura – che ospita una cinquantina di detenuti, molti dei quali con problemi psichici – una settimana fa, si è verificato il tentato suicidio di un diciassettenne con problemi di tossicodipendenza;
il tragico evento è stato sventato per l'intervento degli agenti della polizia penitenziaria e in una situazione nella quale al turno notturno sono solo tre gli agenti a disposizione per tutti i piani dell'edificio; sezioni che si raggiungono esclusivamente con le scale, visto che non ci sono ascensori interni;
qualche giorno fa, inoltre, un altro detenuto ha dato fuoco alla sua cella;
nel tempo, nella struttura, hanno avuto luogo tentativi di suicidio, aggressioni ad agenti di polizia penitenziaria e tra detenuti, nonché rivolte;
quella del carcere minorile Beccaria di via Calchi Taeggi è un'agonia, lenta e inesorabile, fatta di carenze di personale, lavori di ristrutturazione non ancora completati e la presenza sempre più alta tra i giovani reclusi – di ragazzi con problemi psichici; malattie non così gravi da rendere incompatibile, la detenzione, ma di fronte alle quali la struttura non è sufficientemente organizzata;
tra i problemi, vi è la carenza cronica di personale e la deficitaria organizzazione del lavoro; peraltro, attualmente il Beccaria è in ristrutturazione e la compressione degli spazi sta rendendo la situazione ancora più difficile;
quanto al personale di sorveglianza, grande parte – in ogni caso insufficiente – è impiegato in compiti diversi dalla vigilanza, magari negli uffici amministrativi, oppure è distaccato in altre zone d'Italia;
va sottolineato, non in ultimo, che circa un anno fa il Ministero della giustizia dispose che al Beccaria dovessero essere ospitati ragazzi anche fino ai 25 anni, se i reati fossero stati compiuti nell'età minorile;
trattasi di carcerazione di giovani, molti dei quali condannati 5 o 8 anni prima, e spesso per la commissione di un unico reato;
detta carcerazione non può che distruggere equilibri inequivocabilmente raggiunti con molta fatica nel lavoro, nella coppia, e in altro;
riguardo tali casi, gli operatori dovrebbero predisporre progetti per il reinserimento (nei confronti di soggetti, appunto, spesso già reinseriti), ovvero le esigue energie educative e sociali dovrebbero cimentarsi per cambiare ciò che la vita concreta del giovane-adulto aveva già provveduto a costruire;
ciò avrebbe senso se tali ragazzi fossero reduci da reati recenti; ma se è da anni che hanno cambiato vita, spezzarne l'equilibrio trovato a fatica, non può che apparire un controsenso;
quanto sarebbe auspicabile è la modifica della normativa che prevede sempre la carcerazione per i reati ostativi; per i minori, tale obbligo preventivo dovrebbe essere rimosso, o almeno attribuito alla scelta del giudice di sorveglianza, con ciò spezzando l'automatismo che impone la detenzione prima di poter considerare una pena alternativa;
è evidente infatti che al tempo nel quale il giudice ha emesso la sentenza e ha dovuto notificare la pena, i minori hanno magari cambiato domicilio, o non ne avevano uno regolare; ma quando un ragazzo di 20 o 25 anni, identificato per caso, viene prelevato dal lavoro per entrare in carcere, raramente lo troverà quando uscirà –:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere al fine di alleviare la situazione di invivibilità che caratterizza il carcere minorile Beccaria;
se non ritenga di assumere al più presto iniziative a livello normativo, per modificare la disciplina concernente la modalità di esecuzione della pena per i reati ostativi.
(2-01055) «Daniele Farina, Franco Bordo, Sannicandro, Scotto».
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