ANSA - BOX/ Gen.Serra, senza azioni 250mila verso Italia da Libia
Un milione potenziali migranti nel Paese africano.Flusso aumenta
(di Massimo Nesticò)
(ANSA) - ROMA, 13 APR - C'é un milione di "potenziali
migranti" in Libia, tutti africani che dopo la rivoluzione del
2011 hanno perso il lavoro visto il caos in cui versa il Paese.
Quest' anno si registra un netto incremento delle partenze dalle
coste libiche verso l' Italia e - se non si interviene - alla
fine del 2016 si potrebbero contare 250mila arrivi, il doppio di
quelli del 2015. Lo dice uno che il Paese nordafricano lo
conosce molto bene e che da mesi negozia con i capi delle
innumerevoli milizie attive sul territorio con l' obiettivo di
portarli a sostenere un Governo di unità nazionale. Il generale
Paolo Serra, consigliere militare dell' inviato speciale Onu in
Libia, Martin Kobler, ha parlato oggi in audizione al Comitato
Schengen e successivamente alle commissioni riunite Esteri e
Difesa di Senato e Camera.
La Libia é un Paese di 6 milioni di abitanti che negli anni
ha attratto un gran numero di migranti dall' Africa subsahariana.
"Prima - ha sottolineato il generale Serra - questi flussi si
fermavano in Libia, dove trovavano lavoro come manodopera, visto
che la maggioranza dei libici erano impiegati statali e vivevano
dei proventi del petrolio. Ma dopo il 2011 l' estrazione
petrolifera in Libia é scesa da 1,8 milioni a 300 mila barili al
giorno, l' agricoltura é stata abbandonata ed il Paese non ha più
la capacità di assorbire questo milione di persone che dunque
sono potenziali migranti".
I primi dati del 2016 segnalano un aumento delle partenze.
"L' anno scorso - ha osservato l' ufficiale - 154mila migranti
sono usciti dalla Libia e di questi 120mila, secondo l' Oim, sono
andati verso l' Italia. A gennaio 2016 c'é stato un incremento da
3.000 a 5.200, quasi un raddoppio. Se tanto mi dà tanto possiamo
arrivare quindi a fine anno a 250mila se non si facesse nulla,
ma qualcosa la comunità internazionale la deve fare".
Il consigliere Onu ha poi segnalato che i flussi migratori in
partenza dalla Libia possono rappresentare anche "una minaccia
alla sicurezza: all' interno potrebbero esserci infatti cellule
dormienti, anche se finora non c'é stata alcuna evidenza".
Anche in direzione di questo problema é concentrato l' impegno
Onu di far nascere un Governo di unità nazionale. "Senza un
Governo in carica - ha detto - é impossibile far rispettare le
leggi, i diritti umani e controllare le frontiere. Da qui lo
sforzo dell' Italia e della comunità internazionale".
Altro tema caldo é quello dell' Isis, che si é insediata a
Sirte ed in altre realtà. L' espansione dell' Isis intorno a
Sirte, ha spiegato l' ufficiale, "non é progredita così come si
era immaginato e ciò mi fa pensare che il numero dei militanti
sia rimasto quello classico, cioé intorno a 3mila. Non ci sono
inoltre evidenze che lo Stato Islamico partecipi al traffico dei
migranti, gestito da network transnazionali".
Ora l' obiettivo é far crescere il consenso intorno al premier
designato Fayez al Sarraj. C'é ancora il "problema politico che
deve trovare soluzione da parte dei libici" legato alla figura
del generale Haftar, comandante del Lybian national army di
Tobruk verso il quale c'é il veto dei tripolini. E c'é un intero
Paese dove imperversano milizie armate di tutto punto dopo il
saccheggio degli arsenali di Gheddafi. Solo nella Capitale, ha
riferito Serra, "ci sono 41 milizie: 4.000 uomini sono passati
dalla parte del futuro Governo di al Sarraj, mentre 2.000 sono
fedeli al precedenti organismo". La sfida del futuro, ha
concluso, é quella di "creare un esercito ed una polizia
veramente statuali". (ANSA).
NE
13-APR-16 18: 23 NNN
(di Massimo Nesticò)
(ANSA) - ROMA, 13 APR - C'é un milione di "potenziali
migranti" in Libia, tutti africani che dopo la rivoluzione del
2011 hanno perso il lavoro visto il caos in cui versa il Paese.
Quest' anno si registra un netto incremento delle partenze dalle
coste libiche verso l' Italia e - se non si interviene - alla
fine del 2016 si potrebbero contare 250mila arrivi, il doppio di
quelli del 2015. Lo dice uno che il Paese nordafricano lo
conosce molto bene e che da mesi negozia con i capi delle
innumerevoli milizie attive sul territorio con l' obiettivo di
portarli a sostenere un Governo di unità nazionale. Il generale
Paolo Serra, consigliere militare dell' inviato speciale Onu in
Libia, Martin Kobler, ha parlato oggi in audizione al Comitato
Schengen e successivamente alle commissioni riunite Esteri e
Difesa di Senato e Camera.
La Libia é un Paese di 6 milioni di abitanti che negli anni
ha attratto un gran numero di migranti dall' Africa subsahariana.
"Prima - ha sottolineato il generale Serra - questi flussi si
fermavano in Libia, dove trovavano lavoro come manodopera, visto
che la maggioranza dei libici erano impiegati statali e vivevano
dei proventi del petrolio. Ma dopo il 2011 l' estrazione
petrolifera in Libia é scesa da 1,8 milioni a 300 mila barili al
giorno, l' agricoltura é stata abbandonata ed il Paese non ha più
la capacità di assorbire questo milione di persone che dunque
sono potenziali migranti".
I primi dati del 2016 segnalano un aumento delle partenze.
"L' anno scorso - ha osservato l' ufficiale - 154mila migranti
sono usciti dalla Libia e di questi 120mila, secondo l' Oim, sono
andati verso l' Italia. A gennaio 2016 c'é stato un incremento da
3.000 a 5.200, quasi un raddoppio. Se tanto mi dà tanto possiamo
arrivare quindi a fine anno a 250mila se non si facesse nulla,
ma qualcosa la comunità internazionale la deve fare".
Il consigliere Onu ha poi segnalato che i flussi migratori in
partenza dalla Libia possono rappresentare anche "una minaccia
alla sicurezza: all' interno potrebbero esserci infatti cellule
dormienti, anche se finora non c'é stata alcuna evidenza".
Anche in direzione di questo problema é concentrato l' impegno
Onu di far nascere un Governo di unità nazionale. "Senza un
Governo in carica - ha detto - é impossibile far rispettare le
leggi, i diritti umani e controllare le frontiere. Da qui lo
sforzo dell' Italia e della comunità internazionale".
Altro tema caldo é quello dell' Isis, che si é insediata a
Sirte ed in altre realtà. L' espansione dell' Isis intorno a
Sirte, ha spiegato l' ufficiale, "non é progredita così come si
era immaginato e ciò mi fa pensare che il numero dei militanti
sia rimasto quello classico, cioé intorno a 3mila. Non ci sono
inoltre evidenze che lo Stato Islamico partecipi al traffico dei
migranti, gestito da network transnazionali".
Ora l' obiettivo é far crescere il consenso intorno al premier
designato Fayez al Sarraj. C'é ancora il "problema politico che
deve trovare soluzione da parte dei libici" legato alla figura
del generale Haftar, comandante del Lybian national army di
Tobruk verso il quale c'é il veto dei tripolini. E c'é un intero
Paese dove imperversano milizie armate di tutto punto dopo il
saccheggio degli arsenali di Gheddafi. Solo nella Capitale, ha
riferito Serra, "ci sono 41 milizie: 4.000 uomini sono passati
dalla parte del futuro Governo di al Sarraj, mentre 2.000 sono
fedeli al precedenti organismo". La sfida del futuro, ha
concluso, é quella di "creare un esercito ed una polizia
veramente statuali". (ANSA).
NE
13-APR-16 18: 23 NNN
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